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«Fermati, Kook» sussurrò Jimin con fatica. Da quando i due fecero i loro ingresso nuovamente in casa, Jungkook non aveva smesso di coccolarlo e baciarlo come se non ne avesse mai abbastanza.

A Jimin faceva piacere tutto quel contatto, amava tanto quel Jungkook così affettuoso e innamorato ma erano nel bel mezzo del corridoio appoggiati contro una parete e qualunque membro della famiglia avrebbe potuto vederli. Preferiva un po' di privacy e andare in camera ma il rosso sembrava non voler muoversi da lì.

«Non voglio smettere, ragazzino» affermò continuando ad impossessarsi delle sue labbra con potenza e passione. Poi afferrò una delle gambe di Jimin e la fece aderire al suo fianco.

«Neanch'io ma s-siamo in corridoio...» farfugliò stringendo le sue mani contro la schiena contraria.

Jungkook, capendo l'esigenza del suo compagno e anche la propria d'altronde, si precipitò in quella che sarebbe stata la loro stanza per quei giorni. Entrarono velocemente e con la stessa velocità il più grande chiuse la porta e su di essa fece posare il corpo caldo del più piccolo.

«Non chiedermi di fermarmi ora che siamo qui perché non ho intenzione di farlo. Sento questo fottuto bisogno di sentirti unito a me, e starti lontano anche solo per poco mi fa impazzire» dichiarò facendo arrossire le guance del contrario.

«Non t-ti ho mai chiesto di fermarti...»

Jungkook tolse la giacca pesante di Jimin, che aveva usato per coprirsi dal freddo e andarlo a cercare, e poté così osservare quell'adorabile pigiama in pile verde che si celava sotto di essa. Sorrise in grande e prese a baciare il suo collo dolcemente provocando anche del solletico che costrinse il corvino a lasciare andare qualche risatina insieme a piccoli e strozzati gemiti.

«Perchè riesci a mandarmi così fuori di testa? Non capisco cosa mi hai fatto» domandò il rosso che baciò lascivamente il mento del minore e addentrò le mani all'interno della maglia del pigiama di quest'ultimo che rabbrividì al fresco contatto dei palmi contrari con il suo ventre.

«S-Sento freddo, Kook» ansimò Jimin.

La passione carnale che aveva travolto Jungkook si trasformò ben presto in una grande tenerezza verso il ragazzo difronte a lui che lo contemplava con un dolce sorriso.

«Cosa non farei per te» il più alto baciò le sue labbra e accarezzò la sua guancia per poi dirigersi verso l'interruttore e accendere i riscaldamenti.

Camminò di ritorno verso Jimin denudando la sua parte superiore, togliendo quel maglione diventato "di troppo" per quel momento così intimo.

«Te la togli tu o te la tolgo io, amore mio?» chiese Jungkook con un sorriso per niente casto, riferendosi al suo pigiama.

«Ci penso io» grugnì il più piccolo che iniziò a muovere provocatoriamente i suoi fianchi, ricordando di passo la prima volta difronte ad una telecamera, in quell'azienda in cui ebbe la fortuna di trovare, nonostante tutto, l'amore della sua vita, quello che in quel preciso istante lo fissava con desiderio e adorazione pura. Mosse più volte il suo bacino e lentamente tirò via la sua maglia.

In seguito, aderì la sua schiena, ormai nuda, al petto del maggiore a cui afferrò le braccia e con queste circondò la sua stretta vita. Jimin si strusciò contro Jungkook e quest'ultimo lo lasciò fare, si lasciò provocare e innamorare da quel corpo sinuoso e curvilineo che amava tanto.

«Amore aspetta..» sussurrò il più grande facendo voltare il corpo contrario che strinse contro di sé «So che ero io il primo a non voler fermarmi ma non voglio avere fretta, abbiamo tutta la notte per amarci... Ho solo bisogno di un momento come questo adesso, senza andare oltre»

Jungkook si sdraiò sul letto e fece adagiare Jimin sopra il suo corpo, quest'ultimo percepì con il proprio udito il rimbombante e frenetico cuore del suo compagno che palpitava solo per la sua vicinanza. Sorrise intensamente e accarezzò la guancia contraria.

«Benedetto sia quel mattino in cui hai deciso di venire all'azienda e benedetto sia Taehyung per averti iscritto ai provini. Hai incontrato me, mi hai dato la tua verginità ed eccoci qui, dopo mille e mille litigate e momenti bui, insieme ed innamorati. Ti considero il mio primo amore, sai?» puntualizzò il maggiore.

«Anche tu lo sei per me, Kook sin da quando ti consideravo il mio amore platonico, il mio sogno più umido» entrambi risero e Jungkook nascose i loro corpi sotto la pesanti e calda coperta del letto.

«Non mi è mai passata per la mente l'idea che io mi potessi essere innamorato di te ma poi ho cominciato a non smettere di pensarti, al voler vederti in ogni santo momento, al voler averti accanto a me anche a costo di stare vicini per lanciarci le peggiori parole perché, devo dirti la verità, adoravo stuzzicarti e sapere che tu mi avresti tenuto testa. E sapere che tu eri in quel luogo solo per il sottoscritto, mi rendeva e mi rende folle tutt'ora. Perché malgrado litigassimo sempre sapevo che tu saresti ritornato sempre a me ed io sempre a te... Non ho mai voluto credere che questo fosse amore finché non ho retto più e te l'ho dichiarato... Quel giorno mi sono sentito così dannatamente libero e in pace con me stesso che facevo i salti di gioia internamente» ridacchiò dolcemente per poi baciare la fronte di Jimin.

«Abbiamo messo di lato le parti più spigolose del nostro carattere quel giorno come adesso... Giuro su quello che ho di più caro al mondo che non volevo lasciarti andare ma ero così sotto pressione che non riuscivo a ragionare con chiarezza. Spero solo che tutto ciò si risolva presto, non voglio più continuare a nascondermi e ad avere paura» disse Jimin posando le sue labbra su quelle di Jungkook che corrispose energicamente.

«Stai sereno, si sistemerà tutto» bisbigliò fra i suoi capelli corvini e coccolandolo come se di un bambino bisognoso di cure si trattasse «Voglio stare in questo modo per tutta la notte... Tu stretto al mio corpo sentendo il mio cuore battere solo per te. Accetti?» propose ridendo completamente innamorato.

«Come non accettare una tale offerta? Si, sempre» il corvino baciò il suo petto più volte e sorrise contro di esso.

«Ho una curiosità da un po' di giorni, amore... Com'era il messaggio che quel pazzo ti ha scritto?»

«Erano tre messaggi più una una foto di Yeril mentre dormiva» Jimin al solo pensiero che quell'essere avrebbe potuto fare del male a quel piccolo angelo, rabbrividì vistosamente.

«Posso vedere la foto? Ho un forte dubbio in questo momento» asserì Jungkook con un volto indecifrabile, sperava che il suo presentimento fosse giusto.

«Si» il minore prese il suo telefono dalla tasca e cercò la conversazione trovando i messaggi e la foto che consegnò all'altro «Che dici?» domandò preoccupato.

«È un figlio di puttana. Sapevo fosse questa. Era logicamente impossibile che lui fosse entrato in casa di mia madre quando è piena zeppa di allarmi notturni. Questa foto l'ho pubblicata io qualche mesetto fa!»

𝑳𝒊𝒕𝒕𝒍𝒆 𝑩𝒐𝒚 | 국민 Where stories live. Discover now