CAPITOLO UNDICI: Persa

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Passai un intera settimana rinchiusa in quella stanza.
L’unica cosa di “interattivo” che potevo fare era osservare dalla piccola tv, che calava ogni tanto dal soffitto, alcuni servizi che trattavano di Hawks e… e di me.
Sullo schermo c’ero io.
O meglio, c’era Toga; si divertiva a guardare nelle telecamere facendo boccacce.
Hawks che cercava di mandarla via.

Non era piú venuto.
L’unico da cui ricevevo un minimo d’attenzione era Dabi, ma solamente perché mi portava da mangiare.
Nulla di che ovviamente; erano i membri della Lega dei Cattivi, mica un albergo cinque stelle.
A volte si fermava a fissarmi in silenzio, probabilmente voleva bruciarmi.
Probabilmente voleva bruciarmi fin da quando l’avevo incontrato nel bosco, lui e Twice, il cattivo con il potere di moltiplicarsi.

Allora ero forte.
Ero una delle migliori in tutta la classe; ma avevo comunque paura ad affrontare due cattivi.
Due cattivi come loro.
Il Quirk di Twice, secondo il mio pensiero, era uno di quelli piú forti che avevo incontrato. Senza ombra di dubbio.
Per di piú trovavo Jin Bubaigawara in un certo senso simpatico.
Mesi fa, mentre lottavamo, era in una sorta di crisi individuale, il che mi aveva aiutato a scamparmela.
Da quel che avevo capito aveva subito una sorta di trauma, probabilmente dovuto a un problema con il suo Quirk, data la crisi individuale, e in questo modo non aveva il coraggio di utilizzare il Quirk su di se.
Ma non aveva problemi a doppiare gli altri.
Infatti mi ero ritrovata circondata da cinque Dabi. Fiamme blu ovunque.

L’avevo rischiata davvero grossa quel giorno, ma per fortuna il loro obbiettivo non era quello di ucciderci, piuttosto quello di catturare uno di noi, Bakugo.
Venni colta all’improvviso da una fitta di nostalgia.
Avrei fatto di tutto per ritornare a starmene tranquilla tra i banchi della IA.
Ripensai ai miei compagni, in particolare a Kirishima, Midorya e Todoroki. Ripensai a quando scelsero di andare direttamene nella tana del cattivo a salvare Bakugo.
Chissá se avrebbero fatto lo stesso con me.

Ne dubitavo.
Io per loro ero ancora lá fuori a fare lo stage, anche se ormai la settimana era finita giá da qualche giorno.
Loro sí che sarebbero diventati eroi.
Mettevano sempre la vita degli altri al primo posto; quello che fa un eroe, insomma.
E poi ci sono io
Ci sono io che non provo neanche a difendermi.

Abbassai lo sguardo e fissai quella sorta di catena che impediva il movimento alle mie dita.
Guardai poi le pareti riflettenti.
Forse (e dico forse) c’era un modo.

La porta si spalancó.
“Yeeiii! Mi hai visto sulla tv? Come ti sono sembrata?”
Sbiancai.
Fissai la ragazza davanti a me.
I lunghi capelli neri ondeggiavano voluminosi.
Quella che doveva essere Toga Himiko si avvicinó a me fino a pochi centimetri.
Mi fissó con i miei occhi verdi e fece quella smorfia eccitata: “Sono proprio come te!” si slanció all’indietro e scoppió in una folle risata.

Dovetti trattenere il vomito.
Mi stava scivolando tutto dalle mani.
La mia vita mi era stata letteralmente fregata.
Fin dall’inizio di quel maledetto stage era andato tutto storto.
Storto?
Stiamo scherzando?
Questo era l’inferno.
Restare chiusa in una scatola di acciaio per giorni, incapace di muovermi, a fissare una finta me vivere quella che doveva essere la mia vita.
Il mio cuore cominció a battere all’impazzata dalla rabbia.
Sarei rimasta quí a marcire per tutta la vita?

“Toga, cambiati.”
Non ero ben sicura di che verbo usare; come se mi importasse.
“Non osare mai piú usare il mio corpo. Chiaro?”
Lei inclinó la testa di lato sorridendomi, non le importava minimamente. Lo sapevo ben.
Ecco il termine giusto, sembrava strafatta; quel sorriso eccitato, gli occhietti socchiusi...

"Aah t/n t/n..." sussurró ansimando “Mi serve altro sangue” ridacció mentre si accarezzava le guance con le mani.
Il mio istinto mi disse di stringere i pugni per trattenere la rabbia, ma quelle stramaledette catene me lo impedirono.
Lei fece un giro su se stessa improvvisandosi in una ballerina: “Oi oi oi! Non vedo l’ora di andare alla Yueei… Izuku… Ochako...”
Saltelló emozionata intorno a me mentre si eccitava sempre di piú.
“Li tagliuzzeró tutti, sisi! Che bello!!”
Quelle frasi mi stritolarono il cuore.
Non era possibile che arrivasse fino alla U.A., non lo potevo immaginare.
Con lei dentro il liceo sottocopertura la Lega dei Cattivi avrebbe potuto facilmente organizzare altri attacchi contro noi studenti e All Might.

“Toga…”
Stavo ribollendo dalla rabbia.
Sentivo il mio Quirk lottare per uscire.
Non le avrei mai permesso di fare del male ai miei amici.
Non le avrei permesso ancora di rubarmi un altro giorno della mia vita.

“Adesso basta”

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É un pó cortino questo capitolo,
ma vi ripagheró con il prossimo ;)
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WINGS ON FIRE [Hawks x Reader]Where stories live. Discover now