CAPITOLO VENTISEI: Di Nascosto

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Saltellai frenetica per i corridoi dell’agenzia; dopo mezzogiorno sarebbe arrivato Aizawa per studiare meglio la mia tecnica, quindi fino ad allora potevo stare tranquilla.
Bussai velocemente alla porta dell’ufficio dell’eroe.
Mi correggo, potevamo stare tranquilli.

Passarono pochi secondi e la porta venne spalancata con forza, mi trascinó dentro l’ufficio assicurandosi che nessuno stesse guardando.
Mi lasciai trasportare da lui fino alla poltrona, dove dopo essersi seduto mi incitó a fare lo stesso ma sulle sue gambe.
“Ciao Luccichino” mi salutó stampandomi un bacio sulle labbra, gli risposi con un sorriso ebete.
Era da qualche giorno che giocavamo a questo giochetto, pomiciavamo di nascosto per l’agenzia. Sembrava che a lui non importasse piú se ci avessero visti, ma quando rischiavamo di farci beccare mi prendeva per mano e scappavamo per i corridoi, correndo e ridendo come bambini.

Appoggiai la testa al suo petto, mentre lui mi accarezzava dolcemente il braccio: “Ho pensato che potremmo andare a pranzo da qualche parte” propose lui ruotando la poltrona verso la finestra: “Per le due arriverá Ereserhead” lo informai io, sapendo comunque che ne fosse giá al corrente.
Non avevo assolutamente voglia di incontrare il professore; non perché nell’ultimo periodo non faceva altro che lanciarmi occhiatacce e frecciatine, ma perché avrei dovuto utilizzare i brillamenti.
Sapevo ben che non poteva succedere nulla di brutto grazie alla sua Unicitá, ma sentirsi privati della propria Quirk era davvero distruttivo.

Hawks scrolló la mano per fare scivolare la manica della felpa in giú, riuscendo cosí a vedere l’orologio: “Se arriva per le due e noi andiamo a pranzo per le una, abbiamo ancora mezzora di tempo” constató spostando velocemente l’attenzione sul mio collo.
Cominció a baciarmi freneticamente lasciando scivolare le mani lungo le mie cosce, mentre lungo la mia schiena scendevano forti brividi.
Affondai la mano tra i suoi capelli e strinsi leggermente il suo viso contro di me, facendogli intendere di non smettere.

Non mi aveva chiesto nulla.
Non avevamo ancora fatto nulla, non di quel genere di cose.
Ce ne stavamo accoccolati a riempirci di baci e carezze, anche se mooolto spesso lui si doveva fermare.
Mi lasciai scappare una risatina, ripensando alla sua espressione imbarazzata.
Anche se la cosa mi metteva abbastanza in soggezione a volte mi spingevo io stessa a provocarlo; saró cattiva, ma sentirlo irrigidirsi sotto i miei baci e il mio tocco mi mandava su di giri.
“Che hai da ridere?” domandó lui totalmente impegnato a torturarmi la pelle.
“Niente niente” sussurrai io stringendomi contro di lui; lui si allontanó il viso da me e mi fissó negli occhi.
Mi sfioró uno zigomo con il pollice: “Mi piaci sai?”
Ah si, c’era anche questa storia; non smetteva di ricordarmelo.
Ogni tanto gli partiva lo schizzo e me lo diceva, aveva iniziato ovviamente dopo il suo discorso davanti al cancello della Yueei.
Sorrisi leggermente e incrocia le mie dita dietro il suo collo: “Anche tu mi piaci Hawks”

Hawks
Era il suo nome da eroe.
Dirgli che mi piaceva senza usare il suo vero nome non era per nulla credibile.
Insomma, che diavolo!
“Ho due richieste da farti” iniziai io allontanandomi leggermente da lui per poter fissare la sua reazione: “Penso che non ci siano problemi a soddisfarle, non sono nulla di grave” continuai per rassicurarlo.
“Non voglio conoscere i tuoi” mi avvissó lui con un velo di terrore sul viso.
Lo colpii sul petto scoppiando a ridere: “Stai zitto cretino… volevo solo sapere se addesso che si è chiarito tutto potresti togliermi quella cosa che ho nel collo”
Perché sí, nonostante me ne fossi totalmente dimenticata, negli ultimi giorni aveva cominciato a darmi un fastidio tremendo.
Non faceva male, ma la sentivo spizzicare e il non riuscire a grattarmi mi mandava fuori di testa.
“Oh” fu la sua risposta.
Oh?
“Perché?” chiese poi fissandomi titubante: “Perché non ne vedo piú il motivo” spiegai io corrugando la fronte: “Ora che so della tua alleanza con la Lega, e soprattutto ora che ci sono dentro anch’io, non ho mica troppa voglia di andarlo a dire in giro”

Si grattó la nuca imbarazzato e abbassó lo sguardo mentre io mi mordevo il labbro inferiore.
Perché diamine non voleva?
“C’è qualche problema?” “No, no assolutamente. È che mi sento piú sicuro cosí”
Incrociai le braccia lanciandogli un occhiataccia: “Te non fare domande, okay? Credimi che è meglio cosí” spiegó lui portando le mani dietro i miei fianchi per essere pronto a trattenermi a se, temendo forse di avermi fatta incazzare.
“Non la voglio” “Fallo per me” aggiunse subito lui fissandomi con due occhioni: “Dimmi perché allora” sbuffó lasciandosi cadere contro lo schienale e mollando la presa su di me.
“È che cosí so se stai bene. Ti sento respirare, muovere” lui portó lo sguardo oltre di me, fuori dalla vetrata: “Riesco a sentire i battiti del tuo cuore, mi tranquillizza”
*leggermente imbarazzante*
Abbassai lo sguardo arrossendo violentemente; come era possibile che riuscisse a sentire il mio cuore da una singola piumetta?
“Grazie alle vibrazioni” aggiunse lui subito dopo, immaginando la mia domanda: “Se proprio insisti te la posso ben togliere” “Va bene cosí, tranquillo” risposi in fretta io.
Una fitta mi stritoló il cuore; era cosí dannatamente carino.

Non so che ci prendeva.
Ma ogni giorno diventavamo sempre piú romantici, intimi.
Gli presi le mani e intrecciai le dita alle sue: “Ora c’è la seconda domanda” “Vuoi incontrare i miei?” domandó lui sbarrando gli occhi.
Gli tirai un altro cazzotto contro il petto, pur sapendo che stesse scherzando.
Abbassai lo sguardo attirata dalle sue carezze: “È che non mi piace chiamarti Hawks”

Lo sentii leggermente irrigidirsi, ma ormai avevo iniziato l'argomento, tanto valeva concluderlo: “Insomma, mi sento un po’ridicola. Non voglio chiamarti con il tuo nome da eroe”
Era vero, volevo sapere il suo nome.
Non potevo andare avanti a chiamarlo così, non che non mi piacesse “Hawks” ma era come se mi mancasse qualcosa di lui; qualcosa che sarebbe dovuta essere la prima cosa ad essere scoperta.
Invece ormai conoscevo la sua vita nei minimi dettagli, tranne quella parte più normale.
Sapevo che lavorava sotto copertura, sapevo che che aveva dovuto fare cose per guadagnarsi la fiducia di Dabi, conoscevo nei minimi dettagli il suo Quirk; ma non sapevo come si chiamava.

Mi fissò pensieroso “Capisco…” sussurrò lui imitandomi e abbassando lo sguardo: “Sinceramente non mi è mai venuto in mente di dirtelo, io sono Hawks, giorno e notte; ma se vuoi saperlo per me va bene, basta che non lo usi in presenza di altri”
Alzai le spalle accettando la sua condizione.
“Keigo Takami” sussurrò distogliendo lo sguardo imbarazzato.

Non riuscii a trattenere un sorriso e mi avvicinandomi a lui: “Perché sei arrossito?” domandai afferrandogli dolcemente il viso e obbligandolo a guardarmi.
Nonostante fosse proprio faccia a faccia con me continuava a guardare da un'altra parte: “Non sono arrossito” “Lo sei eccome” ridacchiai io divertita.
“Stai zitta” sussurrò avvinghiando le mani dietro di me e spingendomi contro di lui.
Riprese a baciarmi.

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VOGLIAMO PARLARE DI QUANTO È BELLOOOOO
marò oh lo amo

AH EH:

"BANG"

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"BANG"


Mi sono divertita a farla
ma non so fare gli sfondi
mi disp

CHI SA CHE MOMENTO È NELLA STORIA?
(si mi annoio, no non scherzo)

PASSO E CHIUDO
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WINGS ON FIRE [Hawks x Reader]Where stories live. Discover now