uguali per caso, amici per scelta (Jude Sharpe & Giulio Acuto)

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Si stava guardando allo specchio. Era pallido da far paura. L'unica cosa 'colorata' era la sua guancia violacea. Il suo sguardo si spostò sui suoi occhi grigi e spenti. Poi spostò la sua attenzione sulle sue labbra che sfiorò cautamente e delicatamente con la punta delle dita. Erano secche e quasi prive del loro solito colore leggermente rosato. Erano spaccate e un pò di sangue gli usciva dalla ferita. Si leccò le labbra assaporando il gusto di ferro del sangue. Si era tolto i suoi vestiti, restando in mutande. Si sciolse la coda si cavallo, lasciando ricadere i suoi rasta castani sulle spalle. Sapeva bene di non essere come tutti gli altri. Sapeva anche che non tutti lo avrebbero accettato. Ciò lo aveva visto oggi al parco. Prese l'indumento che aveva indosso fino a poco prima e lo strinse fra le mani.

Come poteva odiare ciò che in realtà lo rendeva così felice?

Si sedette sul bordo della vasca da bagno e si lasciò andare. Buttò il pezzo di stoffa a terra "calciandolo" via con tutta la rabbia che aveva in sé. Poi iniziò a piangere lasciandosi scappare qualche singhiozzo strozzato dalle sue labbra. Si accovacciò a terra con la schiena contro la vasca da bagno. Aveva la pelle d'oca, non solo per il pavimento gelido sopra il quale si era seduto, ma anche per tutte le emozioni che stava provando. Era stufo di non poter essere se stesso al cento per cento. Era stufo di sentirsi così male. Udì dei passi provenienti dal corridoio. Trattenete il respiro per qualche secondo prima di riprendere di nuovo la respirazione normale. Poi sentì bussare alla porta.

-Giulio, tutto ok?, chiese una voce maschile.

Si poteva sentire bene la preoccupazione nel tono di voce del ragazzo al di fuori del bagno. Giulio decise semplicemente di non rispondere. I suoi singhiozzi si fecero solo più rumorosi e frequenti. Poi però la porta si aprì ed il ragazzo entrò. Egli si sedette accanto all'amico che  piangeva ancora e lo strinse fra le sue braccia. Jude diende un bacio sulla testa al castano che iniziò a calmarsi un pochino. Jude si tolse la giacca e glie la mise sulle spalle per scaldarlo un po'. Poi vide ciò che gli fece capire subito tutta la situazione. Lui si alzò e prese la causa del pianto disperato di Giulio.

-Ti hanno picchiato per questo non è vero?,  chiese Jude indicando l'indumento.

Giulio deglutì rumorosamente e annuì asciugandosi una lacrima. Si morse il labbro facendo riaprire la piccola ferita che iniziò subito a sanguinare di nuovo. Jude prese un batuffolo di ovatta e del disinfettante. Medicò con cautela la piccola ferita alla bocca ed il resto dei graffi e tagli che Giulio aveva sul corpo. Poi gli porse la mano che il castano accettò con piacere.

-Giulio, non lasciare che loro ti facciano sentire così. Sono soltanto degli stupidi. Devi poterti vestire come vuoi e loro non hanno da dirti proprio niente. Poi per quanto mi riguarda, trovo che questo vestito ti stia d'incanto, disse Jude porgendo il vestito giallo con sopra delle margherite all'amico.

Giulio esitò per qualche secondo prima di prenderlo di nuovo fra le mani. Sbottonò lentamente i bottoni fatti con del legno che stavano sul davanti del vestito per metterlo con più facilità. Una volta indossato Jude gli fece un bel sorriso rassicurante. Giulio doveva ammettere di sentirsi meglio e sorrise anche lui.

-Sei bellissimo, esclamò Jude prima di abbracciarlo.

-Grazie, sussurrò Giulio.

Una volta staccati dall'abbraccio Jude gli prese la mano trascinandolo fuori dal bagno. Andarono nella camera dell'italiano e si sedettero sul letto.

-Fra poco usciamo e ci andiamo a mangiare una pizza e non voglio sentire un no come risposta!, disse Jude sicuro di sé.

Giulio scosse subito la testa e si alzò con uno scatto.

-i..io non posso uscire così. Mi guarderanno tutti e...e..

-Lasciali guardare. Se ridono lasciali ridere. Giulio sei un ragazzo bellissimo e questi vestito ti calza a pennello. Se ti guardano è solo perché sono invidiosi, lo interruppe Jude e gli asciugò le piccole lacrime che gli volavano lentamente giù per il viso.

-Jude, ti ringrazio, però non credo sia una buona idea. La gente non capisce, giudica senza pensare e poi...non vorrei metterti in imbarazzo. Voglio dire ci somigliamo e non voglio metterti in difficoltà.

-Uguali per caso, amici per scelta. Ascoltami bene, non m'interessa cosa pensano gli altri. Se non hanno mai visto un ragazzo che porta un vestito, beh sarà la loro prima volta. Non devi reprime te stesso solo perché degli stupidi non accettano il tuo modo di vestire.

-Non ho mai fatto coming out. Non ho mai detto a nessuno a parte te di essere non-binario e oggi...quando sono uscito vestito così un paio di ragazzi mi...mi...,balbettò Giulio con di nuovo le lacrime agli occhi.

Era orribile vedere quelle scene di nuovo. Jude lo prese di nuovo fra le braccia, stringendolo forte a se.

-Non ci pensare più. Poi sono sicuro che la tua squadra ti sosterrà, siete come una grande famiglia dopo tutto.

-Hai ragione...loro sono tutto per me, replicò il castano tirando su con il naso.

Jude prese une fazzolettino e glie lo diede. Giulio lo prese con piacere e gli sussurrò anche un flebile grazie. Poi restarono per svariati minuti in completo silenzio. Giulio si stava godendo l'abbraccio ed il calore del suo amico mentre l'altro aveva un sorriso stampato in volto.

-È quasi ora di andare altrimenti non troveremo più posto!, esclamò Jude dopo un'infinità di tempo.

-Si, però aspetta un secondo devo ancora mettermi le scarpe!

Giulio saltò giù dal letto e si mise un paio di converse bianche. Poi però decise di truccarsi leggermente per coprire la sua guancia violacea e ancora un po' dolorante.

-Pronto?, chiese Jude appena vide l'amico davanti a se con un sorriso smagliante.

-Adesso, credo proprio di sì!, esclamò il castano felice.

Scesero rapidamente le scale e salutarono i genitori di Giulio prima di uscire di casa. Poi piano piano si avviarono verso il ristorante accompagnati dal magnifico tramonto.












Inazuma OsDonde viven las historias. Descúbrelo ahora