Sei un folle

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Leggo ad alta voce il biglietto e mi sale un brivido dalla schiena fino a dentro i capelli. Mi chiedo perché non me ne abbia lasciato uno anche questa mattina così strana.

Mi sono lavato in fretta e ho indossato la mia maglia a righe e i miei jeans preferiti. Ho deciso che esco, vado a trovare Evy a lavoro, le faccio una sorpresa. Mi avvicino alla porta per prendere le chiavi della macchina che lascio sempre attaccate sul muro, ma noto una cosa che mi destabilizza completamente e resto senza respiro. Le scarpe di Evy sono qui. Cosa ci fanno le sue scarpe qui se lei è a lavoro? Non me lo so spiegare. Questo periodo devo essere molto distratto, sarà che mi sto impegnando molto per riuscire a chiederle di sposarmi nel giorno del nostro anniversario e rendere tutto perfetto. Probabilmente avrà comprato un altro paio di scarpe e io non me ne sono neanche accorto e mi sto facendo delle inutili paranoie.
Percorro veloce la strada semideserta e sento l’odore di Evelyn che ha impregnato ormai tutta la mia auto. La penso, stella fissa nella mia mente che mai si spegne. Mi fermo al primo fioraio che trovo aperto lungo la strada che mi porta al suo ufficio per comprarle dei fiori. Mi piace sorprenderla e poi vorrei scusarmi per non averla salutata questa mattina. Questo fioraio è bellissimo, mi dispiace quasi di non essermi mai fermato qui a comprarle qualcosa. Ci sono fiori da tutte le parti, colori che illuminano il mondo.

“Vorrei un mazzo di girasoli, i più belli che hai, sono per mia moglie.”

Vedo l’uomo da dietro il bancone rimanere ad osservarmi con uno sguardo vuoto. Sembra quasi dispiaciuto, non riesco a decifrare bene la sua espressione. Sembra voler dire qualcosa, poi si ferma. Lo vedo girarsi e prendere dei girasoli davvero bellissimi.

“Mi dispiace molto... posso fare qualcosa per lei?”

Non capisco di cosa stia parlando. Gli dispiace molto di cosa? Assumo un’espressione accigliata ma subito i miei nervi si sciolgono e sorrido. Mi avrà scambiato per qualcun altro, sicuramente.
“Voglio farle una sorpresa, senza motivo, veder sbocciare sul suo viso un sorriso improvviso come sboccia un fiore in primavera.”
L’uomo continua ad osservarmi con sguardo greve. Poi accenna un sorriso, annuisce con la testa e lo vedo che con le mani tremanti ma che sanno quel che fanno finisce di incartare i fiori.
Cos’ha quest’uomo che non va? Perché mi guarda così? Non ci faccio molto caso, lascio correre. Pago il conto e gli sorrido di nuovo per poi voltarmi e dirigermi verso la porta d’uscita. Sto per uscire quando sento la mano del fioraio poggiarsi possentemente sulla mia spalla sinistra.
“Per qualsiasi cosa puoi contare su di me.”
Che uomo infinitamente gentile e premuroso, penso, forse anche un po’ fuori di testa.
“Anche tu amico, puoi giurarci! Tornerò più spesso qui a comprare fiori per mia moglie. Ci vediamo!”

Poggio il mazzo di fiori sul sedile accanto al mio e riparto. Mentre sono alla guida ogni tanto spio il sedile di Evy dallo specchietto. Devo ammettere che non mi abituerò mai a vederlo vuoto quel posto. Anche se so che lei c’è, è una cosa a cui non so abituarmi. Forse perché quando ami qualcuno vorresti averlo sempre accanto a te per avere la certezza che stia bene.
È proprio su questo sedile che ci siamo dati il primo bacio, sarà per questo che non sopporto l’idea di vederlo vuoto. Era una sera gelida e io me ne stavo sdraiato sul letto della mia camera a fissare il soffitto. Ogni tanto tendevo l’orecchio verso la mia finestra e lasciavo che il mondo potesse entrare a darmi fastidio. Muovevo la mia mano destra su e giù tra il mio ventre e il ginocchio sentendo il mio sesso risvegliarsi, sfiorandolo col dorso duro. Ricordo di essermi messo improvvisamente seduto all’angolo del letto e di aver pensato: “Cazzo, quanto la desidero!”. Fuori pioveva a dirotto e le gocce di pioggia che scivolavano veloci sull’asfalto rilasciavano un forte odore di settembre nell’aria. Ho preso la macchina e, senza dire niente a nessuno, mi sono precipitato a tutta velocità sotto casa di Evelyn. Sono sceso, ho citofonato e sono rimasto sotto la pioggia ad aspettare.

“Chi è?”

“Sono io, scendi, ti porto in un posto.”

“Daniel! Ma che ci fai qui? Devo scendere davvero?”

“E’ che mi mancavi da morire, Evy, da morire.”

“Sei un folle.”

“Solo innamorato.”

Come una medusaDonde viven las historias. Descúbrelo ahora