CAPITOLO 3: " cos- Herobrine?"

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Ok eccomi con un altro sogno. Questo fu uno dei primi sogni che feci quando scoprii di essere una semidea. E forse è anche il più difficile da raccontare visto quanto lo sento personale, ma allo stesso tempo credo sia meglio raccontarlo. Ok iniziamo.

Tutto incominciò in un centro commerciale, non ricordo quanti anni avevo. C'era molta gente e io ero distratta a guardare le vetrine, ero da sola. Ad un certo punto nel riflesso della vetrina vidi due occhi bianchi. Non feci nemmeno in tempo a girarmi che venni pugnalata a una spalla. Caddi in ginocchio iniziai a vedere sfocato e una fitta di dolore mi raggiunse. Il tipo dagli occhi bianchi, oramai chiaro fosse Herobrine, mi si parò davanti, ero pronta ad essere uccisa, m lui non lo fece: mi guardò e poi si dileguò davanti ai miei occhi ormai incapaci di vedere chiaramente. Caddi al suolo, vidi il mio sangue dalle venature dorate bagnarmi i vestiti, nessuno cercò di aiutarmi. Dopo poco persi i sensi... Mi risvegliai di soprassalto. Ero in sala operatoria e numerosi dottori andavano avanti e indietro per prepararsi all'intervento. Mi sentivo spaventata e confusa. Cercai con lo sguardo qualcuno che mi potesse aiutare, vedevo ancora sfocato e la spalla mi faceva un male cane, ma nessuno vide che ero sveglia. In giro sentivo i dottori che parlavano di una bambina di cinque anni trovata ferita e svenuta al centro commerciale, nessun adulto con lei: stavano parlando di me. Poi vidi davanti all'entrata un gruppo di ragazzi: il più piccolo aveva circa 12 anni, il più grande ne aveva circa 18; i miei fratelli semidivini probabilmente. Quello che sembrava il più piccola era abbracciato al più grande e piangeva. Ma nemmeno loro sembravano avessero visto che ero sveglia. Poi mi girai e mi resi conto che c'era un dottore accanto a me, sembrava che avesse visto che ero sveglia. Lo riconobbi immediatamente: era mio padre, con la sua pelle scura e gli occhi viola. Lui mi sorrise con QUEL sorriso e mi disse:-andrà tutto bene tranquilla. Non è niente- Non so perché sapevo che era così e poi mi addormentarono... Quando mi svegliai mi sentivo leggermente meglio: vedevo di nuovo chiaramente e la spalla non mi faceva più così male. Ero su un lettino d'ospedale e al mio braccio c'era attaccata una flebo con sangue semidivino al suo interno (non volevo sapere da dove venisse). Ed ero sotto delle pesanti coperte bianche. Non ero da sola, con me c'erano una donna bionda, con gli occhi verdi e la pelle chiara (Alex probabilmente) e una ragazza sui 16 anni dai capelli neri, gli occhi castani e la pelle sempre chiara (una qualche mia sorella). Le due stavano discutendo animatamente: -come lo spiego ai più piccoli cosa è successo!? Basta! Vado a parlare con papà, lui saprà cosa le è successo- disse esasperata la ragazza, -è già abbastanza stanco, lascialo stare. Sono sicura che ci dirà tutto appena starà meglio- cercò di placarla mamma,-è già tanto che è viva e lì fuori sono tutti preoccupati e vogliono sapere e anche io voglio sapere- disse lei irremovibile,-ti detto di lasciar stare tuo padre. Saprai presto cosa è successo. Ora non sarebbe meglio occuparsi di lei?- mamma cercò di farla ragionare. -Papà aveva promesso che li avrebbe protetti, perché non lo ha fatto!?- sbraitò a quel punto lei, mia madre le rispose rabbiosamente:-Leyla porta rispetto a tuo padre! Avrà avuto valide ragioni per non averla aiutata!-. Tentai di mettermi a sedere, pessima idea: le coperte pesavano troppo, sentii una fitta di dolore e urlai. Mia madre si girò di colpo e mi guardò. -Stavate parlando di me?- chiesi anche se già sapevo la risposta:-si, stavamo parlando di te. Leyla, senti esci e fa compagnia ai tuoi fratelli. Io parlerò un po' con tua sorella- disse mamma e detto questo Leyla uscì. - sei sveglia! È bello vedere che stai bene. Ti ricordi chi sono?- mi chiese lei, io le risposi con un fil di voce:-mamma?--esatto!- esclamò lei felice. -mamma, Leyla parlava al plurale: chi è l'altro bambino che papà doveva proteggere?- chiesi io, -tuo fratello gemello Jess. Lo conoscerai molto presto. Ora vado ad avvisare tuo padre, ok? Stai qui e fai la brava- mi disse prima di uscire. Avevo ancora tante domande, ma il sogno finì . La mattina, quando mi svegliai vidi un'orrenda cicatrice che risaltava sulla mia spalla: la si vedeva chiaramente allo specchio e mi faceva malissimo. Era tutto reale? Sono stata attaccata davvero? Questo significa che ho un fratello gemello? Tante domande ma nessuna risposta...

Sogni Di Una Semidea Figlia di Steve Where stories live. Discover now