CAPITOLO 5: "a casa!"

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-CHE CI FAI QUI?!- esclamai. Quegli inconfondibili occhi bianchi... -Herobrine..?- sussurrai. -vedo che non ti sei dimenticata di me, nonostante gli anni- disse la voce con tono divertito. "è Herobrine" pensai seccata: -come se mi potessi dimenticare di quello che mi ha pugnalato alla spalla. Ora smettila di fare tanto il misterioso e esci dall'ombra-. Si sedette accanto a me con un sorriso divertito:- sei proprio irascibile come tuo padre. Comunque.. Ti porto buone notizie-.Lo guardai con sguardo interrogativo. Lui sorrise: -sono stato mandato qui da tuo padre. Domani è il tuo compleanno, giusto? Compi tredici anni se non sbaglio-. Guardai il calendario: domani era giovedì 17 maggio. Era il mio compleanno!. -accidenti me ne ero dimenticata... ma questo che centra?- chiesi perplessa; -sei diventata grande e tua padre ha deciso che è giunta lora di farti conoscere casa tua e la tua vera famiglia, anche perché i tuoi poteri iniziano a farsi sentire- disse lui un po' scocciato. -davvero?!- esclamai stupita e gioiosa per poi fare un sorriso smagliante. Lui ridacchiò: -esatto, dai preparati che ti ci porto. Hai ancora le armi che ti ha dato papà- -e me lo chiedi pure!?- esclamai con la testa nell'armadio. Tirai fuori il mio zaino e ci misi dentro arco, frecce, il mio fidato cane di pezza Billy, il mio album da disegno e il mio libro di mitologia. Presi al volo la prima t-shirt che trovai e uno dei miei tanti jeans blu. Mi fiondai in bagno e mi vestii e mi pettinai al volo. Mi allacciai il fodero con la spada alla cintura e guardandomi allo specchio sorrisi soddisfatta. Uscii dal bagno e misi lo zaino in spalla:-pronta- dissi sorridendo. Lui mi guardò e sorrise intenerito: -bene, andiamo- mi prese per mano e ci teletrasportammo. Aprii gli occhi e rimasi a bocca aperta: eravamo davanti a una gigantesca casa in abete a tre piani, in una grande vallata alle spalle delle montagne e circondata da una grande foresta. Mio padre era davanti alla porta di casa. Appena lo notai mi si illuminò sul volto un sorriso a trentadue denti e gli corsi in contro per poi abbracciarlo stretto, lacrime di gioia mi rigavano il viso. Lui mi accarezzò i capelli e con un dolce sorriso mi disse: -bentornata a casa piccola-. Annuii ancora stretta a lui. -vogliamo andare da mamma?-, alzai lo sguardo: -c'è la mamma?- , lui sorrise dolcemente: -certo che c'è piccolina-. Corsi immediatamente in casa: -mamma sono a casa!- gridai fuori di me dalla gioia. Mamma si affacciò confusa, si guardò intorno e finalmente i suoi due occhi color smeraldo caddero su di me. Sorrisi timidamente mentre mia madre si fiondò su di me avvolgendomi in un abbraccio così stretto da farmi quasi soffocare: -c-ciao mamma... Allenta la presa, ti prego- la implorai ridacchiando. -oh! Scusami tesoro- disse imbarazzata e finalmente allentò la presa sulle mie povere costole. -siediti che presto arriva tuo fratello- disse per poi darmi un tenero bacio sulla fronte, io sorrisi e annuii. Mi sedetti sul divano in pelle di quello che probabilmente era il soggiorno. Ne approfittai per guardarmi intorno: non c'era una televisione ovviamente, ma in compenso c'era un bel camino al momento spento visto il caldo estivo, un'enorme libreria era appoggiata alla parete e traboccava di libri, vecchie mappe e antiche pergamene, alle pareti erano appesi quadri di famiglia, dipinti da non so chi, notai con una certa tristezza che né io né Jess eravamo presenti in nessuno dei quadri. Mentre ero persa nell'analizzare ogni singolo quadro presente qualcuno mi toccò una spalla. Sobbalzai e mi alzai girandomi di scatto: mi ritrovai un ragazzo della mia stessa età con la pelle chiara, gli occhi verde smeraldo, i capelli di un castano chiaro con un lungo ciuffo che andava a coprire quasi l'occhio destro e un dolce sorriso. Indossava una maglietta nera con su scritto "Minecraft", un paio di jeans strappati e delle scarpe della Nike nere e bianche. Lo osservai imbambolata per qualche istante per poi realizzare che il ragazzo era mio fratello gemello Jess: caspita se era cambiato! Mi si aprì un timido sorriso, lui sorrise raggiante, saltò agilmente il divano e mi strinse forte. Lo sentii tremare abbracciandomi. Appoggiai la testa sulla sua spalla e lo strinsi a mia volta. -non hai idea di quanto tu mi sia mancata sorellina..- disse stringendo la presa. Non sapevo che dire... Ero leggermente confusa dal suo leggero singhiozzare e dal suo incessante tremare: -uhm... Tutto bene fratellone..?- chiesi titubante. Feci per accarezzarlo, ma lui si staccò di colpo cercando di ricomporsi. -benissimo- disse senza un briciolo di emozione per poi guardarmi dritta nei miei occhi viola: -vado da mamma, tu esplora la casa- continuò freddo. Ci rimasi leggermente male, rimasi lì a fissarlo finché non scomparve in cucina. Decisi di esplorare casa e magari trovare la mia vecchia camera così da potermi stendere e riposare un po'. Salii le scale, ansiosa di incrociare qualcuno per la strada. Andai in tutte le camere, trovandole completamente vuote così come il corridoio. Arrivai nella penultima stanza a sinistra, quella stanza, a differenza delle altre, era completamente vuota ad eccezione di due lettini e un piccolo armadio, era spoglia, senza nessun effetto personale o altro. Entrai e in fondo alla stanza, appeso alla parete, trovai un quadro che rappresentava due bambini sui tre anni: una bambina dalla pelle scura, gli occhi viola e i capelli castani e un bambino della sua stessa età dai capelli castano chiaro, occhi verdi e la pelle bianca latte; i due bambini giocavano tranquillamente con dei blocchi di legno. Lo fissai per un po': "non è che..." guardai una piccola scritta nell'angolo a destra, lessi attentamente: "Giada e Jess, maggio 2006". Eravamo... noi? Rimasi ancora a fissare il quadro per qualche altro minuto per poi sentire un pesante sonno. Mi slacciai la cinta lasciandola sulla spalliera del letto, poggiai lo zaino accanto al letto e mi infilai sotto le coperte. Fissai il soffitto e iniziai a pensare: "cos'ha Jess? Lo vedo così preoccupato... Lo conosco, se gli chiedo il motivo di sicuro mentirà... Forse potrei chiedere a papà o a mamma... Ma non so se me la sento... A qualche mio fratello? Ma se non li conosco nemmeno!" sospirai preoccupata e pensierosa "vedrò che fare. Al momento desidero solo una bella dormita". Mi rannicchiai sotto le coperte ed entro niente mi addormentai.

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⏰ Last updated: Aug 03, 2021 ⏰

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Sogni Di Una Semidea Figlia di Steve Where stories live. Discover now