Riccardo ride di gusto, seduto sul mio letto, il viso magro e tirato, i capelli più corti del solito. È il momento del nostro 'quiz intellettuale', e a quanto pare i miei errori sono particolarmente ridicoli e divertenti; ma rido anche io nel vederlo così allegro. È bello vivere le abitudini, trovare sicurezza nelle cose di sempre. Come pensavo: mi sta facendo molto, molto bene.
Afferro una fetta di pizza fatta in casa con i miei, arte culinaria che ci ha riempito la serata di gioia e amore, e mando giù un boccone con un sorso di Coca-Cola.
Il suono del mio cellulare interrompe le risate del mio ragazzo, e io rimango a fissare il display per qualche secondo.
«Kassy, che fai? Non rispondi?»
Deglutisco ed evito il suo sguardo, per qualche ragione il mio cuore ha preso a battere all'impazzata. Mi alzo dal letto, apro la portafinestra e lascio che un venticello leggero mi rinfreschi il viso.
«Pronto?»
«Sei a casa?» Cristian parla con il solito tono freddo e sicuro di sé.
«Sì, perché? C'è qualche problema?»
Riccardo mi raggiunge e mi abbraccia da dietro, contatto che in questo momento mi mette estremamente a disagio. Lo sento irrigidirsi alle mie spalle, quando la voce del mio tutor ricomincia a farsi sentire, dall'altra parte del telefono.
«Ti passo a prendere tra venti minuti.»
«C-cosa?»
Mi libero in malo modo dalle braccia di Riccardo e avanzo verso il giardino.
«Abbiamo un articolo da consegnare, Kassandra.»
«Ma di che arti...»
«Hai passato una giornata intera a fare ricerche su quell'orchestra, e l'hai già dimenticata? I giornalisti non possono non avere una buona memoria, Kassandra.»
«Non mi sono scordata» mento. Con tutte le cose che ho fatto questa settimana, l'orchestra è passata decisamente in secondo piano. «Ma dovevi avvisarmi prima. Non posso venire all'ultimo minuto! Perché non mi hai avvisata che il concerto era stasera?» parlo veloce e agitata, con la voce che muore un po' a fine frase.
«Che cosa stai facendo?»
«Non sono cose che ti riguardano.»
Mi giro a guardare il mio ragazzo che, con le braccia incrociate, continua a scuotere la testa.
«Be', pensavo volessi scrivere un articolo.»
«Pensavo che non mi considerassi abbastanza brava per farlo» butto fuori, e mi mangerei la lingua per essere stata così schietta.
Non posso perdere questa occasione.
Dopo secondi di silenzio, con il cuore in gola e le tempie che mi pulsano dall'agitazione, Cristian riprende a parlare.
«Vuoi scriverlo o no?»
«Certo che voglio scriverlo!»
Gesù, questo ragazzo mi manderà fuori di testa. Una persona più contorta di lui credo di non averla mai conosciuta.
«Allora a tra poco, Kassandra» e mette giù.
Mi tremano le mani. E le gambe. E non riesco nemmeno a guardare negli occhi Riccardo, mentre torno in camera.
«Chi era?» mi chiede, scrutandomi il volto.
«Il mio tutor della redazione.»
«Ha detto davvero che ti passa a prendere? Ho sentito bene?»
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BISCOTTI AL CACAO
Romance"Può un biscotto al cacao cambiare la vita di una persona? Rovesciarla da un lato all'altro, scompigliarla, sconquassarla, su e giù, sopra e sotto? Forse, sì. O forse no. Kassandra, però, studentessa universitaria con la testa ben piantata sulle sp...