SCARTI (EXTRA)

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Racconto scritto con @paroleemusica (Adele) per il contest del Cappellaio Matto @magicartist2018 Sesta Prova: Prelibatezze! Cover by Adele 

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Licenziato, dopo dieci anni in quel tugurio di azienda. Ho lo sfratto tra una settimana, devo disdire il nuovo appartamento, pagando anche la penale e non so dove andare.

Sono stanco di tutto: di questa merda di vita; di essere trattato come uno scarto e ho sonno...

<<COMPRATE QUESTI GIOIELLI, VENITE GENTE.>> Chi cazzo urla?

<<Buongiorno, cosa posso darle?>>

Mi sento strano, come se non avessi mani, braccia e gambe, apro gli occhi, sono circondato da qualcosa di arancione, mi muovo, anzi mi dondolo.

MI DONDOLO?! No. NO. NOOO!

<<Voglio un chilo di arance.>> Sono un'arancia?

<<Gliele prendo lucenti, bella signora>>, l'uomo inizia a tastarne varie, la sua manona mi afferra.

<<No, questa è marcia>>, mi lancia verso la montagna di rifiuti.

Ci sono due banane nere, un'insalata grigia, un sacco di mele e c'è lei... la fragola: forme sinuose, rossa come il sangue, un bizzarro ciuffo verde.

Che giornata, ho ricevuto l'ultimatum, o mi adeguo, o verrò licenziata, ma come si fa a convivere con se stessi mandando sul lastrico persone che hanno fiducia nei tuoi consigli finanziari?

Mi rifiuto! E un rifiuto sono divenuta.

Mi sono svegliata al profumo di fragole e poi l'incubo: IO SONO DIVENTATA UNA FRAGOLA!

Tremo al pensiero dei denti che mi maciulleranno, brrr...

Ma anche come fragola sono uno scarto, non omologata, diversa, ed eccomi qua: sul mucchio di frutta marcia.

Poi quando finalmente incontro il mio uomo, pardon, la mia arancia ideale? Quando ho tutte le foglioline stropicciate naturalmente!

Deve essersi svegliato da poco. Gli parlo, più che altro comunico con la mente, mi sono accorta che è possibile farlo, per la vista, non chiedetemi, ancora non ne sono venuta a capo.

<<Noi siamo da buttare, diversi in un mondo di uguali.>>

Già è difficile credere di essere un'arancia, ora devo metabolizzare anche di essere marcio, faccio un controllo, un punto bianco sotto... sotto cosa? Sono rotondo!

<<Mi hanno buttato per questa macchiolina?>>

<<Io sono stata scartata per il ciuffo verde scuro. Sono Frag, tu?>>

Frag? Scherziamo?

<<Aran.>> Rispondo mentre la rabbia cresce.

<<È ingiusto come ci trattano, noi siamo puri, non modificati geneticamente, veri!>>

Tutti mi guardano, pendono dalle mie labbra, labbra? Diciamo buccia, e questo mi elettrizza.

Come essere umano ero un fallimento, come arancia, no, non lo accetto, sono stanco di soprusi, avrò la mia vendetta...

Non sono l'arancia ricca di vitamina C, che protegge i reni o abbassa la pressione arteriosa, no, sarò la più stronza e sadica che un essere umano possa comprare.

Spiego la mia idea; sono tutti entusiastici, ma la più contenta è lei: Frag.

La prima vittima sarà lui: il fruttivendolo.

Le banane si sacrificano spogliandosi delle bucce, sono le più vicine al bancone, questo appena si gira ci mette il piede sopra, scivola in avanti sbattendo il mento sul selciato, le mele arrivano rotolando a tutta velocità piombando sulla testa dell'uomo che urla dal dolore; alza lo sguardo, gli sono di fronte, non ha tempo per capire cosa stia succedendo che gli frantumo la testa come un colpo di fucile a pompa sparato da distanza ravvicinata.

Pezzi di cervello e sangue imbrattano i clienti e la merce.

L'eco delle nostre gesta si spande tra i frutti marci di altri mercati, la ribellione dilaga.

Anche la mia bella ma letale Frag è diventata popolare per le sue imprese da femme fatale, pardon, da Fraise fatale.

Uso la mia dolcezza, che fa venire l'acquolina alla bocca, le mie forme sinuose per far allungare le mani, il mio profumo afrodisiaco per stimolare i sensi, il mio colore, rosso come la passione, per ingannare, è così che ho attirato in trappola numerosi ingenui.

Per salvare una macedonia dalle fauci di un grassone gli sono sgusciata tra le mani fino a farlo finire sui rebi della forchetta trafiggendogli gli occhi, reso cieco perde il senso dell'orientamento e cadendo dalla finestra schiaccia una coppia di passanti che si baciano al chiarore della luna piena.

Una scena sublime!

Alcuni dei nostri sono morti, gli umani si stanno organizzando, pensavano che fosse uno scherzo, ma noi non scherziamo. Io non scherzo.

I militari hanno l'ordine di sparare su qualsiasi frutto.

Il mio obiettivo, è lui: il direttore del reparto scientifico, colui che si è appropriato del mio lavoro.

Io e Frag ci intrufoliamo attraverso i condotti d'aria, camminiamo, scusatemi, rotoliamo lungo il corridoio di acciaio, giunti al decimo piano, usciamo da una grata di ventilazione posta in cucina; sul tavolo c'è un cestino; ottimo come nascondiglio.

Entra fischiettando felice, lo stronzo. Prende una tazza di caffè, apre il giornale.

Silenziosa mi muovo verso la tazza e la spingo fino a farla cadere; il rumore spaventa l'uomo.

<<Ma che cazzo!>> Sì accovaccia, inizia a raccogliere i ciocci.

Spingo il giornale fino a farlo cadere.

Si blocca spaesato, poi si accorge di me che mi muovo sul tavolo. Mi fissa.

Vuole bloccarmi, mette un dito su mio ciuffo ribelle, gli sghignazzo nel cervello.

Si tira indietro spaventato.

<<Ciao Gregory.>>

<<Chi parla?>>

<<Sono qui Greg. Nella cesta.>>

<<Herman?>> Riconosce la mia voce.

<<Non più oramai. Solo Aran.>>

Sorrido, con un possente balzo colpisco lo stomaco. Si piega in due, boccheggia, salto sul lavello e mi lancio sulla nuca stendendolo.

La mia fragolina fa il tifo, sembra una cheerleader che incoraggia il suo quarterback.

Greg cerca di rialzarsi, sì appoggia al tavolo, alza il viso, Frag si tuffa in un occhio accecandolo.

<<È l'ora della spremuta.>>

La mia battuta finale a effetto l'ho detta.

Rotolo sul posto, prendo la potenza necessaria, mi scaglio nuovamente sulla pancia, ma stavolta continuo a roteare facendomi strada dentro il corpo.

Greg urla dal dolore, il sangue spruzza, la sua voce diventa stridula mentre frantumo qualsiasi organo con cui entro in contatto.

Finalmente sono felice. Peccato che Greg non possa sentirmi ridere. Mentre agonizza, sento colpi di fucile.

Ci affacciamo dalla finestra: frutti marci invadono la strada; soldati cercano di respingerli; mele, tantissime mele d'assalto li schiacciano.

<<Guarda Frag. Lo scarto finalmente impera.>>

Una lacrima di succo rotola lungo la buccia.

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