Capitolo 16

828 19 0
                                    




POV. BRANDON

Aprii gli occhi controvoglia e la prima figura che trovai esattamente di fronte a me, fu quella di Kris. Con le braccia conserte e il busto eretto  mi fissava senza spiaccicare una parola. Feci lo stesso anche io: mi voltai dall'altra parte del letto, portai il piumone fin sopra il capo e continuai a riposare tranquillo.
«Vuoi farmi credere che ieri non hai visto Jake che stava quasi per violentare Emily? Sei una merda.» La sua voce sembrò più cattiva del solito e quando ebbi il tempo di realizzare il tutto spalancai gli occhi.
Tolsi la coperta dal viso e mi voltai a guardarla fisso negli occhi.
«Che cazzo stai dicendo?» Corrugai la fronte confuso e speravo modificasse ciò che aveva appena detto.
«Sto dicendo che sei uno stronzo, che quella povera ragazza si stava dimenando per cercare aiuto e tu... tu da tipico orgoglioso l'hai lasciata nelle sue luride mani. Sì, okay, magari avrà sbagliato a farsi abbindolare da un tipo come lui, ma ti sembra modo? Jake era ubriaco, poteva farle di tutto...» parlottava veloce e gesticolava nervosa, «Insomma, se non ci fossi stata io, fidati ti avrei tagliato le palle e le avrei felicemente donato al coach!»
Rimasi per qualche secondo in silenzio, deglutii rumorosamente e riflettei prima di parlare.

«Primo...» la fissai, «Non ho assolutamente visto tutto ciò che hai appena detto.» spiegai corrugando la fronte, «Secondo, non è colpa mia se lei ha deciso di fidarsi di uno come lui e non puoi attribuire la colpa a me se lei si è lasciata baciare la prima volta!» Esclamai scorbutico, «Terzo. Dov'è lui?» Mi misi finalmente in piedi indossando il pantalone della tuta.
«È partito, finalmente. Suo padre è tornato a casa prima, fa come se fosse a casa sua!» Sbottò nervosa lei mostrando una smorfia con le labbra.
«Lo so io perché se l'è svignata!» Rimuginai ammiccando divertito, «Comunque, lei sta bene?» Chiesi quasi senza rendermene conto.

Volevo far il duro con lei, volevo mostrarmi freddo e distaccato, ma puntualmente qualcosa m'induceva a far il contrario.
Non era mai stato così difficile per me. Con le ragazze era sempre stata una passeggiata. L'alcol, il fumo, il sesso: erano stati per me i tre principali obiettivi.
«Lei sta bene, Brandon.» Kris parlò come se volesse avvertirmi, con un'aria stravagante e curiosa mi fissò. Sorrise maliziosamente e si avvicinò. «No. Tu non farai proprio nulla. Adesso che lei si è rassegnata al fatto che tu sei un coglione, tu non farai proprio nulla, chiaro?»
Sorrisi ingenuamente, «Voglio vedere se quello che dici è vero, sorellina.» Commentai. «A proposito, dimenticavo...» morsi il labbro inferiore con fare ironico, «Com'è andata la serata con Riccardo?»
Divenne subito una belva, aggrottò la fronte, le sopracciglia s'incupirono e gli occhi divennero fiammanti di vendetta.  A vederla scoppiai a ridere e mi bastò poco per capire.
«Non mi ha calcolata per tutta la sera, come volevi che andasse?» Aggressiva si voltò contro ed io alzai le mani in segno di colpevolezza.

In quel preciso istante vibrò il cellulare, lo acchiappai prima che potesse farlo lei e lessi il messaggio a bassa voce, mentre lei era intenta a passeggiare per la stanza.

Amico, ho fatto come volevi. Ho lasciato tua sorella per tutta la sera da sola, ma questa tattica proprio non la capisco! Che cavolo dovrei fare adesso?

Osservai per un attimo Kris che canticchiava serena sfogliando le pagine di un giornale poggiato sulla scrivania.
Poi tornai nuovamente con gli occhi sul display.

Lasciarla in pace.
Attento o sono guai.

Inviai, infilai il telefono nella tasca e respirai profondamente.
Se lei avesse solo minimamente scoperto che dietro tutto ciò c'ero io, mi avrebbe odiato per tutta la vita, ma non potevo permettere che mia sorella entrasse a contatto con gente che frequentavo io.
Il fumo e tutto ciò che mi circondava, persino la mia compagnia, non erano adatti per lei.
Lei doveva avere il meglio e non era lui.

Ostacoli del cuore Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora