Era congiura. Era impossibile resistergli ed io non ne ero capace.
Avevo nuovamente ceduto ai suoi occhi, ai suoi atteggiamenti, ai suoi sguardi.
Per tutta la giornata non feci che pensare a quello che era successo, a ciò che avevo detto e ciò che lui non aveva risposto.
Morsi la lingua più volte per non esser stata zitta, mentre mia madre mi assegnò una punizione senza precedenti.
Sarei rimasta chiusa a casa per un'intera settimana, fortuna che non mi aveva sequestrato il telefono.«E adesso che farete?» Domandò Kris seduta sul mio letto, esattamente al mio fianco.
Scossi il capo spaesata, «Non ne ho idea...» Dettò ciò starnutii.
«Siete due stupidi e l'unico vocabolo che vi possa definire è scopanemici.» Ironizzò.
La fissai accigliata. «Non lo dire neanche per scherzo, non mi è mai capitato di trovarmi in un casino del genere e sto ancora ripensando a ciò che gli ho detto.» morsi il labbro inferiore frustrata.
Mi guardò di sbieco, «Che hai detto?» Chiese con voce flebile. «Dimmi che mentre scopavate lo hai chiamato con un altro nome, dimmi che lo hai mandato a fanculo subito dopo, dimmi che gli hai detto che sarebbe stata l'ultima volta che sarebbe successo, ma non dirmi che...» si bloccò.
Abbassai il capo ed annuii.
«Gli hai detto che lo ami!» Sbottò.
«Sì.»
Si mise in piedi e portò le mani fra i capelli. «Ti sei segnata la tua condanna a morte. Quello sarà spaventato.» Scoppiò subito dopo a ridere risedendosi.
«Insomma... non si capiva?» Domandai aggrottando la fronte. Pensavo che anche un cieco l'avesse notato.
«Emily avevamo capito tutti che Brady ti piacesse sul serio, ma stiamo parlando di un vocabolo orrido.» Accennò una smorfia antipatica e disgustata.
«Amore.» Risposi scandendo ogni lettera. «Non è una bestemmia.»
«No, ma è una minaccia.» Fece scattante sgranando gli occhi. «Non ho mai amato nessuno all'infuori dei miei fratelli.» Ammiccò sincera.
«Capita di prendersi una sbandata e provare qualcosa che vada oltre il voler bene.» Scrollai le spalle. Mi ero messa in un bel casino, ma mi sorprendeva quanto fossi brava nel nascondere quanto fossi preoccupata.
«Io sarò sincera, credo che mio fratello sia scappato da New York.» Sospirò. «Adesso gli mando un messaggio.» Uscì il cellulare dalla borsa e lo portò fra le mani. «Fratellone, dove sei?» Scandì ogni parola prima di scriverla.Dopo una decina di minuti rispose e Kris mi mostrò il cellulare.
Non sono a casa, che vuoi?
Kris riprese il telefono fra le mani e lo chiamò mettendolo in vivavoce.
Squillò un paio di volte, poi rispose.«Che c'è?» Sembrò infastidito e furibondo.
«Tutto okay?» Kris mi diede una breve occhiata.
«No... cioè sì... che vuoi?» Balbettò confuso.
«Volevo sapere dove fossi, Emily ha la febbre... io sono da lei.»
La fissai aggrottando la fronte e cercai di mimarle che cosa diavolo avesse in mente.
«La febbre?» Chiese lui.
«La febbre, eh. Mai sentito parlare?»
«Non fare l'ironica.»
«Io devo uscire a fare la spesa, le fai tu compagnia nel frattempo?» Mi diede uno sguardo ammiccante, mentre io imprecavo sottovoce alzando gli occhi al cielo.
«Spesa o Riccardo?» Alzò il tono di voce.
«Facciamo così, tu le fai compagnia, visto che è sola a casa e ha 39 di febbre ed io ti prometto che lascio perdere Riccardo.» Sogghignò.
«Uhm. Okay.»
«Muoviti.» Riattaccò.Le strappai il telefono dalle mani e la fissai sconvolta.
«Cosa diavolo...?»
«Ti calmi? Adesso lui viene qui e ne parlate. Ne parlate, non scopate, chiaro?» Mi avvertì con tono e sguardo minaccioso. Poi si mise in piedi, portò la borsa su di una spalla e il giubbotto in una mano. «Dovrebbe essere qui fra poco. Fidati.»Uscì dalla porta molto tranquilla ed io l'accompagnai di sotto.
Non appena aprimmo la porta, lo trovammo davanti. Era del tutto incappucciato, giubbotto e sciarpone avvolto al collo, fin sopra il naso ed erano visibili solo i suoi immensi occhioni blu.
Tenne le mani nelle tasche e con spalle alte entrò, come se nulla fosse.
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Ostacoli del cuore
ChickLitCiao ragazzi, questa storia NON è mia. È la storia che una ragazza ha pubblicato su EFP e ho deciso, per motivi di comodità, di trascriverla qui. Ripeto: non è una storia mia. [Dal capitolo 11..] «Stai ammettendo che qualcosa ti spinge a non distan...