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<Cosa ci fai lì?> chiedo confusa.

<La muffa...sai non volevo farla a casa mia perciò ho optato per venire qui> mi sorride ironicamente. Alzo gli occhi al cielo e apro il cancello.

Adoro il suo sarcasmo, dovresti imparare Aurora.

Zitta tu.

<Comunque sul serio perché sei qui?> entriamo in casa.

<Perché ieri non abbiamo finito il discorso al telefono, perciò sono voluta venire qui per...> la interrompo, sedendomi sul divano.

<Cosa è successo?> le chiedo seria.

<Beh...ecco..> sposta gli occhi da una zona all'altra sentendosi visibilmente a disagio.

<Dai avanti sai che mi puoi raccontare tutto> le sorrido cercando di rassicurarla.

<Quando mi hai chiamato, ero in arg...> non fa in tempo a finire la frase per colpa del mio cellulare che squilla.

<Pronto?> chiedo allontanandomi.

< Ciao amore, guarda che fra una ventina di minuti siamo a casa>

<Va bene, a dopo mamma.> poggio il telefono sul tavolo e mi accomodo di nuovo nel divano, di fronte a Greta.

<Era mia mamma, scusa. Fra poco torneranno> le sorrido <Quindi? Stavi dicendo?>

<Che...praticamente...ero in argine per uno shooting con Alberto...> mi guarda negli occhi.

<Cosa?!> sono...esterrefatta? Ma non dal fatto che si sono andati a fare delle foto, ma perché non mi hanno invitata. Insomma sono la loro cugina:

Ehm pronto?? Zucca vuota sei stata tu a dire che avevi sonno.

Va bene okey, ma questo meglio ometterlo.

Incoerenza portami via insomma.

<Tutto ok?> mi risveglia dai miei pensieri.

<Si tranquilla solo che non pensavo che fossi là...> che poi effettivamente è vero. Di solito il venerdì pomeriggio va in un quartiere vicino alla mia scuola con le sue amiche per un progetto scolastico.

<Perciò mentre ti stavo rispondendo, sono inciampata ed il telefono è caduto nell'erba alta..>

<Okey...ora tutto apposto vero?>

<Si dai abbastanza> e mi mostra uno striscio della pellicola del suo Iphone. Anche qui avrei da ridire su questo tipo di cellulare, ma meglio di no altrimenti non finirei più. Affermo solo che lo adoro solo per la qualità delle foto e per....la scrittura cicciotta.

Non chiedete il perché, vi prego. Non so darvi nemmeno io una risposta per lei.

<Adesso parlami tu, Aurora> mi trovo i suoi occhi intenti a scrutarmi.

<Allora...in pratica....mipiacediego...> lo dico talmente in fretta che penso che sia rimasta alla prima sillaba.

<Ma va?!> mi guarda come se avessi detto la battuta del secolo.

<Cosa...>

<Buongiorno fiorellino di campo> mi prende in giro scherzosamente.

<Come...c-come hai fatto?...> sono confusa ma allo stesso tempo scioccata.

<Come ho fatto?> finisce la frase <Semplice: l'ho capito da come me ne hai parlato al tuo compleanno...gli occhi trasmettevano qualcosa di diverso...affetto...oserei dire.> mi guarda come se sapesse tutto.

Perfino lei ci è arrivata prima, questa me la segno.

<..e poi da Instagram.> incrocia le braccia.

<Dai secondo te non si è capito che sei cotta di lui? Con tutti quegli stati che metti...< alza gli occhi al cielo <.."Mi rendi felice nonostante questo caos"...."Sei il mio sorriso del paradiso.." o "Vorrei poterti avere, stringere tra le braccia"..> cerca di imitarmi con una voce mielosa.

<Allora innanzitutto non parlo cosi. Seconda cosa: può darsi....>

<Può darsi? Mi stai prendendo per il culo Aurora?> e scoppia in una fragorosa risata mentre io la guardo male.

Non ammetterò mai che potrebbe aver ragione.

Ha ragione, Aurora è diverso.

<Dai...non te la prendere ma è vero, insomma io l'ho capito già da un mese ed apprezzo molto che tu me ne abbia parlato> e mi abbraccia.

<Grazie, non so cosa farei senza di te> la stringo.

<Lo so che saresti persa...è la tua prima vera cotta, ti aiuterò tranquilla> e mi da' dei colpetti sulla schiena.

Veramente non ha ragione. Mi spiego.

Lui non è la mia prima vera cotta, anzi, è la seconda...Alle elementari mi piaceva un bambino. E' tutt'ora bellissimo: capelli riccioluti, occhi chiari e uno sguardo seducente, è diventato conosciuto nel mio paese. La nostra amicizia iniziò all'asilo, visto che eravamo nella classe dello stesso colore, in questo caso dei "blu". Qualche anno dopo ci trovammo di nuovo come compagni di classe ed io ero quasi sempre la sua compagna di banco. Non mai saputo se gli piacevo o no, ma io di sicuro ricambiavo il sentimento già dal primo anno. L'episodio che più mi ricorderò è stato in terza elementare. Lui aveva organizzato la sua festa di compleanno nella sua villa e mi aveva invitata, la cosa bella? Ero l'unica ragazza della nostra classe che era stata invitata. L'unica tra dieci bambine che ha partecipato. Aveva invitato solo me, ma anche i nostri compagni di classe maschi. E mi ricorderò sempre tutte le femmine che mi dicevano "Aurora dai chiedigli se ci può invitare" o commenti del genere. Quel giorno il mio affetto per lui aumentò, però tutto ha una fine. Infatti da quando sono iniziate le medie, il nostro rapporto si sgretolò, fino a quando non si chiuse completamente.

Non faccio in tempo a rispondere che la porta di casa si spalanca, rivelando in primo piano il mio cane felice come una Pasqua.

<Oh ciao Greta, non sapevo venissi qui> rispondere mia madre entrando, seguita dal resto della famiglia. <Bisogna lavarla>indica il nostro cane.

<Sono solo di passaggio> sorride Greta.

<Beh che ne dici di fermarti a cena?> chiede mi madre togliendosi le scarpe, mentre mia sorella rincorre il mio cane.

<No passo, sta arrivando mio papà a prendermi, ma grazie per l'invito>

Esattamente dopo qualche secondo, il campanello suona, rivelando nel monitor della videocamera esterna il volto familiare di mio zio.

<Eccolo qui, ci vediamo ciao.> li saluto e mi chiudo la porta alle spalle.

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Ve lo sareste mai immaginato che fosse lei? 😮

-G🖤

Take care of me, I won't happen a second time❄💘(#Wattys2019)Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora