capitolo uno

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Eren's pov
Mi alzo di soprassalto per colpa della sveglia, che probabilmente sta già suonando da un paio di minuti.

"Non mi abituerò mai a questo suono irritante" dico sbuffando e alzandomi svogliatamente dal letto.

Mi stropiccio gli occhi e cerco alla cieca le pantofole, tastando il tappeto con i piedi ma fallendo miseramente.

"Dove siete finite piccoline?" chiedo con tono dolce, abbassandomi per guardare sotto al letto.

"Eccole!" affermo gioiosamente, prendendo le due pantofole rosine e portandole al petto per abbracciarle.

Improvvisamente sento aprirsi la porta, e trovo mia sorella in piedi davanti ad essa, piegando la testa di lato e guardandomi confusamente.
"Eren, perché stai abbracciando le pantofole?" mi chiede con un ghigno divertito.
"Lasciami stare Mikasa, ero così preoccupato, credevo di averle perse per sempre, vero piccoline?" dico poi, rivolgendomi alle mie adorate pantofole.
"Appena hai finito di amoreggiare con le scarpe vieni in cucina, ho preparato la torta alle mele" afferma chiudendo la porta.

Alla parola "Torta alle mele" mi si illuminano gli occhi, mi infilo velocemente le pantofole e corro in cucina.

Finisco in fretta tre fette di torta, che equivalgono più o meno alla metà di questa, e torno in camera per cambiarmi.

Prendo un jeans strappato e una felpa amaranto, poi vado in bagno per pettinarmi i capelli, che non vogliono saperne niente di stare in ordine.
Dopo dieci minuti rinuncio a sistemare il ciuffo, e prendo lo spazzolino per lavarmi i denti.

Improvvisamente il telefono inizia a squillare.
Lo giro per vedere chi è il pazzo che mi chiama a quest'ora, in più in un giorno feriale, e leggo la scritta "Capo".
"Porfca puftana" dico impanicato, con ancora il dentifricio in bocca.
Sputo velocemente e rispondo, cercando di sembrare più calmo possibile.

"Pronto?"
"Pronto Eren, ti ho mandato svariate e-mail ma a quanto pare ti sei dimenticato di avere un lavoro" afferma ironicamente.

Controllo velocemente le e-mail e vedo che ce ne sono circa una decina non lette, inviate dal capo.
"Sono fottuto" penso tra me e me.

"Eren potresti leggermele ad alta voce?" chiede lui, con tono di rimprovero.
"Certo allora" dico aprendo lo prima e-mail.

"Buongiorno Eren,
ti scrivo per informarti che sei stato accettato nel cast di un nuovo film chiamato "I titani di New York", domani ti comunicherò la data della prima riunione."

Apro la seconda e-mail.

"Buonasera Eren,
speravo in una tua risposta ma non mi è arrivato niente, forse non ti sei accorto della notifica, comunque la riunione è domani mattina alle 9:00, vedi di farti trovare pronto per le 8:30 davanti al mio ufficio, ti porterò io in macchina."

"L-la riunione è oggi?" chiedo impaurito, rendendomi conto della situazione.
"Esattamente, e che ore sono Eren?" mi domanda innervosito.
Controllo l'ora.
"Le 8:45! Sono in ritardo ma posso sempre farcela! Aspetti dieci minuti e sarò da lei" quasi urlo, correndo all'ingresso e mettendomi distrattamente il cappotto.
"Vedi di muoverti" dice lui, staccando la chiamata.

"Mikasa io vado!" dico sbattendo la porta e iniziando a correre verso l'ufficio del capo.

"Sono le 8:46, ho circa quindici minuti per arrivare in ufficio. Mettendo che a piedi, a passo abbastanza veloce, ce ne metto una ventina, correndo potrei farcela. L'ideale sarebbe arrivare un minuto prima delle 9 ma credo che non sarà possibile. Un minuto per prendere l'ascensore ed un altro per trovare l'ufficio del capo, per le 9:03 dovrei essere da lui."

Alle 9:03 in punto arrivo davanti alla porta dell'ufficio del capo, e appoggio le mani sulle ginocchia, respirando affannosamente.
Porto una mano verso la porta per bussare e questa si apre un attimo prima che possa toccarla.

"Chiedo scusa, Armin" dico osservando la faccia del capo, che sembra più divertito che arrabbiato, vedendomi sudato e ansimante a causa della corsa.
Il capo mi prende il mento con due dita e mi avvicina alla sua faccia.
"L'importante é che sia la prima e l'ultima volta" afferma, per poi sorpassarmi.

Per questa volta l'ho scampata.

Ci dirigiamo verso l'auto del biondo, che mi apre la portiera per farmi salire.
Il viaggio dura pochi minuti, ed il silenzio che avvolge l'auto è costellato dai miei respiri ancora irregolari.

Quando arriviamo di fronte all'edificio della riunione, appoggio una mano sulla maniglia della portiera, ma vengo fermato dalla mano del capo.
"Eren" dice lui, togliendosi gli occhiali da sole.
"Lo vedi quello laggiù?" chiede indicando un ragazzo poco più lontano, che a prima vista mi sembra sconosciuto.

È girato di profilo, indossa un giubbino di pelle, una maglietta nera e dei jeans blu scuro. Devo ammettere che non sembra niente male.
Improvvisamente questo si gira verso di me ed incrocia il mio sguardo.
Vedendo interamente il suo viso, mi rendo subito conto di chi ho davanti.

"CHE CI FA LEVI QUI?" chiedo voltandomi verso Armin, che sembra nascondere un sorrisetto malizioso.
"Fa parte del cast anche lui" afferma divertito.

Il mio più grande rivale nel cast del mio stesso film? Spero sia uno scherzo.

*Spazio Autrice*
E questo era il primo capitolo.
Anche se ovviamente era più un introduzione alla storia che altro, spero sia stato di vostro gradimento.
Cercherò di aggiornare una volta al giorno o una volta ogni due giorni, dipende da quanto tempo avrò a disposizione.

Grazie per aver letto!

Feelings Players || Ereri Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora