capitolo quattordici

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Eren's pov
Sono le 17:00 e me ne sto sdraiato sul letto da quando sono tornato a casa.

È passata ormai una settimana da quando ho baciato Levi per la prima volta.

Da quel giorno abbiamo iniziato a vederci sempre più spesso: oltre al lavoro, ci vediamo di pomeriggio e qualche volta la sera.

Passiamo la maggior parte del tempo a parlare,
lo facciamo per conoscerci meglio e per trovare dei punti comuni.

Ci siamo resi conto di essere poli opposti ma abbiamo capito che siamo in grado di compensare l'uno le mancanze dell'altro.

Se devo essere sincero,
tra i due sono io quello più incompleto.

Levi sa fare tantissime cose e nel tempo libero ha imparato a coltivare le sue passioni.
Oltre ad avere le doti per essere una perfetta casalinga e ad essere un attore di fama internazionale, è molto pratico negli sport.

A differenza sua, io non so né cucinare né tantomeno sono bravo negli sport, ma in compenso Levi crede che sia particolarmente portato nelle pulizie e questo lo rende felice.
L'ha constatato di persona, dato che un pomeriggio mi ha detto di "non poter uscire perché era occupato a pulire il garage" e ho deciso personalmente di aiutarlo.

Inizialmente pensavo che fosse facile, una cosa da poco, perché stiamo comunque parlando di pulire un garage e non una villa a sei piani.

Mi sono ricreduto dopo aver passato quattro ore per pulire solamente il lato destro del garage e ho deciso fermamente che non aiuterò mai più Levi nelle pulizie.

In questi giorni ovviamente non siamo stati tutto il tempo a parlare e a pulire.

Non sono mancati momenti d'intimità,
certo senza mai andare oltre il bacio, ma per adesso va bene così per entrambi.

Abbiamo deciso di prenderci del tempo per capire effettivamente i nostri sentimenti e non buttarci subito in qualcosa di troppo grande.

A me va bene aspettare Levi.
Lo aspetterò finché ne avrà bisogno, perché ogni giorno che passa sono sempre più convinto di quel che provo per lui.

Anche Levi è disposto ad aspettarmi, perché sa che non sono mai uscito con un ragazzo, contando pure che è più grande di me, e dice che ho bisogno di tempo per assimilare la cosa.

Il telefono inizia a squillare riportandomi alla realtà.

"Levi!" esclamo felicemente.

"Jaeger stasera ti passo a prendere io, devo portarti in un posto" mi dice senza darmi ulteriori informazioni.

"Devo avere paura?" chiedo ridacchiando.

"No, solo non vestirti troppo elegante".

"D'accordo! A dopo!" lo saluto per poi staccare la chiamata.

Probabilmente Levi vorrà portarmi nel suo posto speciale e all'idea non riesco a trattenere un sorriso.

Forse piano piano riuscirà a fidarsi davvero di me e a quel punto ci racconteremo tutto l'un l'altro, compreso il nostro passato.

In realtà non ho molto da raccontare: i miei genitori sono morti quando avevo 13 anni e da lì ho sempre vissuto con mia sorella Mikasa.

Ma sento che Levi nasconde qualcosa di più profondo che l'ha reso il ragazzo apparentemente freddo e distaccato di adesso.

Mi alzo dal letto e apro le ante dell'armadio.

"Qualcosa di non troppo elegante eh?" ripeto le parole di Levi cercando qualcosa di adatto.

Feelings Players || Ereri Where stories live. Discover now