Capitolo 9

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ATTENZIONE: in questo capitolo sono presenti scene di sesso esplicite. Buona lettura ;)


Una scena familiare si presentò a Feliciano mentre seguiva Ludwig, attraverso la pesante porta metallica della mensa, per il loro ultimo pasto della giornata. Centinaia di detenuti da ciascuno dei blocchi della prigione erano affollati nella sala rumorosa, metà dei quali già nascondevano il cibo mentre altri erano ancora in fila alla stazione di servizio. Alfred e Arthur avevano appena aperto la porta per i detenuti del blocco D, come sempre, Ludwig fu il primo a passarci e questo privilegio era stato concesso allo stesso Feliciano. Solo due giorni prima, però, qualcuno aveva provato a superare l'italiano, chiaramente non era a conoscenza della relazione che aveva col biondo, ed era stato messo a terra da un tedesco arrabbiato...quando le guardie erano voltate da un'altra parte ovviamente.

Il moro rimaneva sempre al fianco dell’amico, consapevole del fatto che questo fatto stava suscitando la rabbia di tutti, in quella prigione. L’unico che sembrava relativamente felice della cosa era la guardia carceraria americana; Feliciano aveva avuto la sensazione che non gli piacesse l’amicizia con Arthur, ma, dato che in quel momento era Ludwig a prendersi cura di lui, l’inglese si era fatto da parte, limitandosi a rivolgere all’italiano qualche sorriso amichevole o un saluto. La protezione e i consigli che solitamente riceveva da lui, adesso, gli erano offerti da Ludwig.

Il, come sempre, tavolo vuoto del biondo si trovava sul fondo della sala e stava aspettando solo loro due. Il tedesco aspettò che Feliciano prendesse il proprio vassoio prima di avviarsi. Era una routine che diventò presto una seconda vita per l'italiano: entravano nella mensa insieme, prendevano il cibo insieme, si sedevano insieme, mangiavano insieme e poi se ne andavano insieme; il tutto senza interruzioni o problemi. Quel giorno, tuttavia, fu diverso. Mentre lui e Ludwig si stavano avvicinando al loro tavolo, un detenuto seduto lì vicino si era alzato e aveva tentato di bloccare il loro cammino. Non mise un dito su nessuno dei due, si limitava a stare di fronte a Ludwig, guardandolo non intimidito.

Le voci intorno a loro si attenuarono in mormorii incerti mentre l'attenzione della gente era rivolto a quella scena insolita. Il tedesco sembrò momentaneamente irritato dallo strano comportamento di quell'uomo, poi i suoi occhi si strinsero, il suo viso si fece aspro, alzò mano colpendo il detenuto in pieno volto, facendolo cadere su un tavolo. I suoi occhi color ghiaccio si posarono sugli altri detenuti che tornarono frettolosamente alle loro conversazioni cercando di ignorare l'uomo, col naso gocciolante di sangue, che cercava di rimettersi in piedi.

«Scusa per prima.» grugnì in direzione dell'italiano mentre si sedeva.

Feliciano sorrise leggermente, sistemando il vassoio. «Va bene...»

Il tedesco scosse la testa lanciando una scura occhiata all'uomo che si era allontanato. «Non so perché l'Arschloch non si sia comportato normalmente.»

«Normalmente?» chiese il moro.

«Non so se l'hai visto oppure no, ma tutti mi stanno alla larga.» spiegò.

Feliciano tamburellò ansiosamente le dita sul tavolo. «...forse è colpa mia.»

«Che cosa?»

L'italiano scrollò le spalle. «Forse pensano...sai, perché rimango con te...»

«Che sono diventato morbido?» chiese Ludwig con uno sbuffo. «Beh, se quei deficienti vogliono rischiare la pelle in quel modo, facciano pure.» disse con un sorrisetto e Feliciano poté giurare di aver visto i bicipiti dell'altro ingrossarsi.

L'italiano osservò il biondo iniziare a mangiare; nell'ultimo mese aveva avuto molte opportunità di vederlo infuriarsi in azione, sia per proteggerlo che per proteggersi. «...sei sempre stato così?» chiese dopo qualche istante di silenzio.

Shades of Innocence || 𝒂 𝒈𝒆𝒓𝒊𝒕𝒂 𝒇𝒂𝒏𝒇𝒊𝒄Where stories live. Discover now