Thank You

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Louis

Ero ancora piacevolmente confuso, ma consapevole di tutto ciò che aveva preso vita in quella stanza. Sapevo che probabilmente non avrei dovuto fidarmi, probabilmente mi avrebbe ferito ancora, ma dannazione potevo anche concedergli il beneficio del dubbio. Magari con un po’ di tempo e il mio aiuto sarebbe davvero cambiato, avrei anche provato a non mettere in gioco tutto me stesso ma sapevo già che sarebbe stato tutto difficile, tutto troppo complicato per me che i sentimenti non avrebbero fatto altro che esplodermi dentro come bombe. Avrei tanto voluto essere dentro la testa di Harry, frugare fra i suoi pensieri e capire a quale gioco stesse giocando, ma non potevo, non avrei mai potuto, perciò l’unica cosa giusta era stare al gioco, al suo stesso gioco. In quel momento gli avrei mostrato qualcosa di me, forse solo per fargli capire un po’ della mia storia. Una storia che anche io conoscevo a metà. Respirai a fondo sentendo il profumo di Harry espandersi dentro all’abitacolo, lo stesso profumo che mi aveva inebriato durante il nostro amplesso. Bruciavo ancora di desiderio se ci pensavo. Era stato tutto così veloce, così intenso da stordirmi completamente. In quell’esatto momento gli lanciai un’occhiata piena di passione, piena di ricordi che potevano appartenere solo a noi. Nessuno, nel bene o nel male, avrebbe potuto toglierceli. O in questo caso, Harry non avrebbe mai potuto farlo.

-Dove… stiamo andando?- mi domandò osservandosi attorno. Mi morsi le labbra, non avevo idea di che tipo di reazione avrebbe avuto nello scoprire qualcosa della mia vita, ma ci avrei provato, in fondo era stato lui a dirmi di voler provare a conoscermi, no?

-Voglio farti conoscere qualcosa di me.- la mia risposta parve non soddisfarlo per niente, ma sospirò rimanendo in silenzio. E il peso di quelle parole non dette nell’aria mi angosciava e mi preoccupava terribilmente. Mi sarei messo urlare, perché ne avevo un grosso bisogno, ma lo feci dentro me. Tutto quello che adesso mi circondava mi rendeva diverso, quei pensieri, quelle persone, i vecchi ricordi. Tutto sarebbe stato capace di devastarmi. Ma non l’avevo mai permesso, a nessuno. Nonostante tutto, la mia vita, il mio passato, i miei vecchi rancori continuavano a scivolarmi addosso, soffrire per qualcosa che non avrei mai saputo sarebbe stato del tutto inutile.

-Perché siamo qui?- la sua voce leggermente preoccupata mi mise in allerta, senza pensarci piantai una frenata brusca facendoci oscillare pericolosamente in avanti, per poi afferrargli una mano e stringerla alla mia.

-Non hai paura, vero?- gli chiesi. Scoppiò a ridere scuotendo la testa come se avessi detto la cosa più ridicola e divertente del mondo. Poi finalmente si voltò e piantò i suoi occhi nei miei, più verdi che mai.

-Ovvio che no, ma possiamo entrare?- chiese. –E perché proprio un cimitero?- aprì la bocca come per aggiungere qualcosa, o scusarsi probabilmente, ma rimase in silenzio ad ascoltare me.

-Perché qui è sepolto un pezzo della mia storia.- annuì sospirando dispiaciuto, potei benissimo leggere nei suoi occhi la tristezza e l’amarezza che prese posto subito dopo dentro me. Senza aggiungere altro scesi dalla macchina, incamminandomi verso l’alto cancello, l’osservai poi camminai alla sua sinistra. Sentii dei passi dietro di me, subito dopo una mano che venne ad intrecciarsi alla mia, con dolcezza. Mi voltai ad osservarlo per poterlo ringraziare, il suo conforto era davvero una delle cose più piacevoli in quel momento. Non ci ero più stato di notte, in quel momento sperai con tutto me stesso che quel piccolo varco non fosse stato chiuso. Ero abituato, da bambino, a fuggire di casa per poter piangere sulla tomba di mia madre, per potergli raccontare della mia giornata. Quando mi ritrovai di fronte quella rete bucata mi accorsi di quanto fosse piccola in realtà, ero un bambino e potevo passarci, ma adesso ero adulto, non ero del tutto sicuro di poterci riuscire.

-Sai, da bambino scappavo da casa di mia zia per correre qui, e… entravo da lì.- mi guardò facendomi un sorriso, cosa che mi confortò parecchio prima di mettersi sulle ginocchia e osservare quel piccolo buco nella rete.

Recovery LessonsDove le storie prendono vita. Scoprilo ora