Chapter 20: Questions

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Ci radunammo tutti fuori dall'autobus e lasciammo che ci contassero. Eravamo fortunatamente tutti illesi. Ben presto si alzò un brusio generale sulla battaglia: c'era chi si congratulava con altri per come avessero combattuto, chi era preoccupato per Midoriya, l'unico feritosi alle gambe a causa del suo stesso quirk, chi voleva tornare a casa e chi si era chiuso in se stesso per meditare sulla battaglia.

I miei pensieri erano tutti rivolti a mio padre. C'erano state fratture multiple a braccia e volto, i suoi occhi avrebbero potuto soffrire qualche conseguenza, ma per fortuna nessun trauma al cervello. Mi avevano tranquillizzata dicendomi che stava bene, che aveva perso un po' di sangue ma che si sarebbe ripreso, ma la mia preoccupazione non scomparve. 

Una mano fredda mi sfiorò la spalla. -Tutto ok?- Todoroki si fece avanti. A pensare a tutto il sangue che aveva perso mio padre mi venne la nausea, quindi ne dedussi che il mio aspetto non dovesse essere dei migliori.

Avevo lo stretto bisogno di un abbraccio e senza pensare a come avrebbe reagito mi tuffai fra le sue braccia. Mi feci piccola piccola sul suo petto e con mia grande sorpresa mi avvolse subito e senza troppi problemi, come se avesse capito che la mia era una necessità. 

-Grazie- Sussurrai. Ero sempre rimasta dell'idea che a Shoto non andasse molto a genio il contatto fisico. Forse mi ero sbagliata o forse ero un'eccezione. Fatto sta che apprezzai molto quel suo gesto.

-Quando ne hai bisogno io sono qui- Mi ero accorta anche del fatto che quando parlava con me la sua voce risultasse più dolce di quando si rivolgeva ad altri, ero un'ottima osservatrice.  

Fummo costretti a sciogliere l'abbraccio quando ci chiesero di entrare nell'autobus per tornare a casa. Shoto mi invitò a salire prima di lui, come un vero gentiluomo, e intesi questo suo gesto anche come un tentativo di strapparmi un sorriso, tentativo riuscito. Mi accomodai in uno dei posti di dietro, vicino al finestrino e lui si mise al mio fianco ma il mezzo non partì fino a quando Katsuki, richiamato da Eijiro, non salì.

Guardò il ragazzo al mio fianco in malo modo e quando avanzò verso di noi volli sprofondare.

-HEY BASTARDO A META', LEVATI O TI FACCIO SALTARE IN ARIA- Dio, che cosa avevo fatto per meritarmi un momento talmente imbarazzante?

-Katsuki...per favore...- Sussurrai sperando che mi desse retta e si sedette da un'altra parte. Avevo il diritto di sedermi al fianco di un mio amico, infondo non stavamo mica insieme, e poi assomigliava molto a mio padre dal punto di vista protettivo.

'Papà...'

Abbassai lo sguardo quando i miei pensieri si affollarono ancora di lui, ma non feci nemmeno caso al fatto che entrambi i ragazzi mi stessero guardando.

Non so come, mi ritrovai come un sacco di patate sulla spalla del biondo. Ero stupita. Come aveva fatto a prendermi nonostante fossi vicino i finestrini? 

Mi fece sedere in ultima fila e poi mi costrinse a guardarlo negli occhi. Non proferì parola e si limitò ad avvolgermi la spalla con un braccio sotto lo sguardo sconcertato di tutti. Puntò, poi, il suo, vittorioso e soddisfatto, su Todoroki.

Io invece mi guadagnai le occhiate curiose, intenerite e maliziose delle ragazze. Terribilmente in in imbarazzo ma esausta, poggiai la testa sul petto del biondo e mi lasciai cullare dal battito appena percettibilmente accelerato del suo cuore. Inutile dire che fui vinta dalla stanchezza e mi addormentai. 

*

Quando riaprii gli occhi costretta dalla dolcezza disarmante con cui Katsuki mi sussurrava all'orecchio era già praticamente sera. Il sole era sul punto di tramontare e noi ci dirigemmo tutti ognuno alle proprie case. Il biondo insistette molto col volermi accompagnare  in moto ma avevo solo voglia di camminare, immersa in un silenzio pieno di parole non dette. Avevo voglia di andare in ospedale e chiedere  a papà a cosa si riferisse il nemico quando ha detto:

-ma guarda un po' tu...Eraser, quindi hai deciso di proteggere anche lei... E dimmi queste tue azioni da cosa sono state dettate dal tuo essere un eroe o dal tuo essere genitore...? -

-Stai zitto- 

-E perché mai? Non dirmi che lei non lo sa... -

Cosa non sapevo? Cosa mio padre mi stava nascondendo? 

-Ti ho detto che non ti lascio girare da sola dopo quello che è successo. Se non vuoi venire a casa con me allora ti accompagnerò io a piedi fino all'ospedale- il ciclato si impuntò.

-Come sai che voglio andare in ospedale?-

Mi scrutò con uno sguardo colmo di preoccupazione e compassione -Lo hai sussurrato per tutto il viaggio...- 

Consapevole che non avrebbe mollato l'osso lasciai che mi accompagnasse. Camminai immersa nei miei pensieri e non lo stetti ad ascoltare nemmeno quando provava a conversare, ricevendo insulti gratuiti seguiti da silenzio. 

Ci mettemmo un quarto d'ora per arrivare ma il nostro fu un viaggio totalmente inutile dal momento che non mi fu permesso di vederlo. Katsuki mi propose di passare da lui la serata e non avendo nulla da perdere accettai.



CIAO CICCINI

Finalmente la scuola è finita e io sono libera di cazzeggiare tutto il pomeriggio. Voi come state? Siete sopravvissuti a questo periodo infernale? Io, contro ogni aspettativa, si.

Eccovi il nuovo capitolo, anche se è solo di passaggio. Vi è piaciuto?

Lasciate una stellina e un commentino per supportarmi.

ALLERTA SPOILER: la serata protagonista del prossimo capitolo sarà...interessante sotto ogni punto di vista. Ho già tremila idee diverse.

Io ora vi abbandono ed esco con degli amici. Riavere una vita sociale, on avrei mai pensato di dirlo, ma soddisfa.

Un kisso

Elesan


You are my hero {Bakugou Katsuki x reader}Where stories live. Discover now