La Cura

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Gwen teneva in mano il vassoio con la colazione di Lady Morgana, sorellastra del principe, e si stava dirigendo a passo spedito verso l'ingresso del palazzo reale. Era una giornata decisamente fredda, ancora più del solito. Quella notte non era riuscita a dormire molto, essendosi dovuta alzare più volte per confortare la sua padrona, la quale soffriva spesso di incubi notturni. Gaius diceva che era una cosa normalissima e che non si trattava di altro che di brutti sogni, eppure Morgana si svegliava oltremodo sconvolta ogni qualvolta le capitava, continuando a ripetere che più che sogni, quelli, le sembravano vere e proprie premonizioni. In effetti, più d'una volta era successo che ciò che la sua padrona sognava si avverasse, o che comunque ci andasse molto vicino, e Gwen cominciava a chiedersi se Lady Morgana non avesse sviluppato una qualche forma di veggenza. Anche se così fosse stato, avrebbe fatto ben poca differenza. Se Uther avesse potuto associarla anche solo alla più lontana parente della magia, dalla quale era morbosamente ossessionato, neanche essere la sua preziosa pupilla le avrebbe risparmiato la sua ira. Da una parte Ginevra poteva quasi capirlo, la stregoneria gli aveva portato via sua moglie, ma era del parere che ciò che di brutto ti accade nella vita non debba essere usato come giustificazione dietro cui nascondersi per fare del male a tua volta. Fu distolta da queste sue riflessioni da qualcuno che, con una delicatezza degna di un branco di elefanti imbizzarriti, le precipitò addosso, mandando all'aria la colazione della sua padrona. Ovviamente - avrebbe dovuto aspettarselo - il delicatissimo sconosciuto era il servitore di Artù, nonché uno dei pochi amici che aveva al castello, Merlino.

"Dio, Gwen, mi dispiace così tanto! Aspetta, ti aiuto" disse, raccogliendo freneticamente quanto ancora vi era rimasto di commestibile. Ginevra lo guardò, non sapendo se ridere o piangere. Da quando aveva conosciuto quell'impacciato ragazzo erano più le volte che lo aveva visto per terra che sulle sue gambe, al punto da chiedersi se gli avessero mai insegnato a camminare come si deve.

"Non preoccuparti, Merlino, tanto penso che Morgana non avrebbe comunque mangiato nulla. È ancora troppo sconvolta per gli incubi di ieri sera"

"Ah bene! Cioè no, volevo dire, mi dispiace per Morgana, ma almeno non si arrabbierà con te se non le porti la colazione e tu non mi ucciderai per aver inciampato contro di te!" disse con la sua solita parlantina. Quando ci si metteva, Merlino era veramente come un fiume in piena, difficile da arginare. Ma oggi c'era anche dell'altro, Gwen poteva sentirlo. Era come se fosse ancora più agitato del solito, e ce ne voleva. Quasi come se potesse leggerla nel pensiero, Merlino la afferrò per un braccio prima che potesse andarsene.

"Devo parlarti urgentemente"

"Che succede? Così mi fai preoccupare"

"Beh... diciamo che, in una scala da uno a dieci, il mio livello di preoccupazione è undici, quindi..."

"Dei del cielo, Merlino, vai al punto!"

"Va bene, va bene. Ecco... Artù è stato vittima di un incantesimo architettato da Alined per farlo innamorare di Lady Vivian, perché sapeva che se Olaf li avesse colti in flagrante avrebbe dichiarato guerra al regno."

"Oh Cielo, ma è terribile! Dobbiamo avvertire Uther!"

"No, non capisci Gwen, il suo piano è fallito! Ed è fallito perché senza volerlo, l'altra notte, ho tolto l'ingrediente indispensabile dal letto di Artù..."

"Beh allora non c'è nulla di cui preoccuparsi, no?"

"Fammi finire! L'incantesimo non l'ha fatto invaghire di Vivian, ma di un'altra persona..."

"Ovvero?" 

La serva non aveva neanche finito di pronunciare la frase che collegò i pezzi di quell'intricato puzzle da sola.

Sogni d'oroWhere stories live. Discover now