Capitolo 26

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Pov's Amber

Sento una porta chiudersi e lentamente apro gli occhi cercando di adattarmi alla luce.

Un Dejavu...

Mi guardo intorno realizzando di non essere più sul pavimento freddo del bagno, bensì nella stanza mia e di Blake.

Ma lui non c'è.

"È in palestra.
È rimasto qui per più di due ore ma vedendo che non ti svegliavi è quasi uscito di testa.
Probabilmente sarà a prendere a pugni il sacco da boxe"

Non mi ero accorta della presenza della Signora Evans.
Mi ritrovo a fissarla confusa mentre lei mi sorride rassicurante.

Due ore,cazzo.

Mi guardo le mani fasciate da delle bende bianche e i ricordi di quello che è successo mi tornano in mente.

Chiudo gli occhi e sospiro cercando di calmarmi.

"Suppongo che le bende me le abbia messe lei,grazie" sorrido verso Teresa che nel frattempo si è avvicinata e ha preso ad accarezzarmi la testa.

"Tranquilla tesoro è tutto okay" mi rassicura.

Ma l'unica cosa che voglio è vedere Blake, solo lui.

Mi alzo lentamente notando di avere gli stessi vestiti con cui sono uscita precedentemente.
Non ci faccio caso e mi dirigo verso la porta.

La testa mi gira leggermente ma nulla che non si possa sopportare.
Prima di uscire sorrido un ultima volta a Teresa poi prendo a camminare verso la palestra.

Più mi avvicino più i rumori di pugni mi arrivano ovattati alle orecchie.
Quando sono a un passo dalla porta un urlo blocca i miei passi.

Spalanco gli occhi e mi precipitò dentro.
Ma quello che vedo mi destabilizza.

Vetri rotti.
Blake a terra che si tiene la testa
e sangue che scorre per i palmi.

"Blake?" La mia voce esce in un sussurro strozzato che fatico a sentirmi io stessa.

Lui alza la testa di scatto e sbatte le palpebre un paio di volte prima di capire che sono realmente davanti a lui.

"Piccola" mormora con la voce incrinata correndo ad abbracciarmi.

"Dio non farlo più ti prego.
Parla con me, sfogati ma non chiuderti così un altra volta" mi prega guardandomi negli occhi.

"Scusa" sussurro con la testa sul suo petto.

Sospira ma non replica.

Alzo la testa e mi stacco leggermente notando che è ancora ferito.

Senza dire nulla prendo delicatamente la sua mano e lo porto in bagno.
Lo faccio sedere sul bordo della vasca mentre prendo il kit medico.

"Si ma lo fai apposta a piegarti a novanta?" Borbotta.

"Chi io? Nooo" rispondo con la faccia più innocente che riesco a fare.

"Certo e io ci credo" borbotta sottovoce.

Apro l'acqua e faccio finta di bagnarmi accidentalmente la canottiera.
Mormoro un 'ops' palesemente finto e la tolgo rimanendo con un reggiseno rosso in pizzo.

Giochiamo.

Afferro un batuffolo di cotone e dell'acqua ossigenata avvicinandomi a lui.

Il suo sguardo finisce sulla scollatura e io sorrido soddisfatta sedendomi sulle sue ginocchia e prendendo a medicarli le ferite.

"Sei una stronzetta furba" afferma prima di baciarmi con foga.

Io stessa non mi tiro in dietro ma allaccio le braccia dietro il suo collo.
Le sue mani percorrono ogni centimetro del mio corpo e le sue labbra scendono a baciarmi il collo.

Prende a spogliarmi lasciandomi nuda.
Fa la stessa cosa con i suoi vestiti prima di prendermi in braccio.

Allaccio le gambe alla sua vita mentre lui cammina verso la doccia.

Entra e accende l'acqua bagnando i nostri corpi.

Sento la sua erezione premere sulla mia intimità e gemo.
Tiro le punte dei suoi capelli mentre la sua mano scende fino a raggiungere il mio punto sensibile.

Infila un dito dentro di me,poi un altro mentre io inarco la schiena ad ogni spinta.

La sua lingua rincorre la mia, le mie mani vagano su di lui come le sue su di me.

Le sue dita prendono a muoversi più velocemente e io vengo mordendo la sua spalla destra.

"G-girati" ansima mettendomi a terra.

Faccio come mi dice e mi giro verso la parte.

Le sue mani si posizionano sui miei fianchi facendomi piegare il bacino e mettere a 90° con le mani sulla parete.

"Così impari a provocarmi" sussurra al mio orecchio.

Prima che possa rispondere mi penetra con violenza.

"S-stronzo" gemo.

"Non ho capito magri se lo ripeti più forte" mi prende per il culo.

Le sue spinte aumentano e con esse gli ansimi.

Le sue mani stringono i miei fianchi possessivamente, ma poco dopo le toglie per metterle sui miei seni.

Veniamo urlano uno il nome della altro.

"Il miglior sesso della mia vita ,cazzo." Sentenzia con il respiro accelerato.

Sorrido e lo abbraccio avvolgendo le braccia al suo bacino.

"Ti amo"

"Ti amo anch'io piccola"

𝐈 𝐋𝐨𝐯𝐞 𝐀 𝐌𝐨𝐛𝐬𝐭𝐞𝐫 ♡Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora