Capitolo 9

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_Anna pov's_

Sono passati due mesi dal mio compleanno a sorpresa e da quel giorno ho iniziato a sentirmi sempre peggio; qualche giorno fa sono stata costretta a lasciare casa per poter essere ricoverata in ospedale, così ho affidato Aron alle cure di Tom e Mary.
Nonostante la mia condizione fisica, ho sempre trovato la forza di sorridere ed essere gentile con le infermiere ed i medici del reparto, conquistando la loro felicità.

Sono seduta sul letto ad accordare la mia chitarra, quando sento bussare alla mia porta e non appena vedo Lucy, una delle tante infermiere presenti qui, le sorrido dolcemente e le faccio segno di entrare.

"Hai un minuto?" Chiede Lucy.
"Certo, dimmi tutto?" Esclamo.
"Ci sarebbero alcuni bambini li fuori che vorrebbero sentirti suonare la chitarra, ti andrebbe?" Domanda titubante.
"Molto volentieri, falli entrare." Dico sorridendo.

Lucy esce dalla stanza per poi rientrare con sei bimbi e non appena mi vedono si nascondono dietro l'infermiera: sono timidi; sorrido alla loro reazione, così scendo dal letto per poi cucciarmi alla loro altezza ed esclamare:

"Vi faccio meno paura se sto così?"

Li vedo annuire leggermente divertiti, così inizio a camminare per la stanza imitando una rana, scatenando la risata dei presenti; dopo aver rotto il ghiaccio ed aver fatto il giro di presentazioni, li faccio accomodare sul mio letto e prendo la chitarra per suonare qualche nota e nel mentre scegliere cosa cantare optando per Scars to your Beautiful di Alessia Cara; la musica si propaga per la stanza ed i bambini battono le mani contenti ed elettrizzati: le parole sono cariche di significato e piene d'amore, perché nonostante le nostre cicatrici noi siamo bellissimi.

Dopo aver cantato i bambini esultano felici ed io rimango a guardali con un sorriso, fino a che Lucy non li riporta alle loro stanze; rimango sola in camera e dopo qualche minuto sento la paura farsi strada dentro di me: è normale, sono anni che cerco di non dar retta a questo sentimento, ma ora che non ho più distrazioni non posso fare a meno di lasciarmi andare.
Mi avvicino alla finestra con le lacrime agli occhi e guardo il paesaggio Newyorkese mentre mille ricordi riaffiorano nella mia testa: le serate con il gruppo, le passeggiate con Aron, le risate con gli Avengers, mi mancherà tutto questo.

"È permesso?" Chiede una voce familiare.

Mi volto e vedo Hemsworth accompagnato da Evans ed Hiddleston; mi asciugo velocemente le lacrime e gli sorrido per poi farli accomodare nella mia umile stanza e non appena entrano, Hemsworth si avvicina e mi stringe tra le sue braccia.

"Abbiamo saputo che eri qui dalla tua amica..." Esclama Evans.
"Lo immaginavo... Mi siete mancati ragazzi." Dico sorridendo.
"Come ti senti?" Chiede Hemsworth.
"Purtroppo sempre peggio..."
"Ma hanno trovato una cura?" Domanda Hiddleston.

Scuoto il capo in senso di negazione e sorrido debolmente, mentre i presenti mi guardano senza sapere cosa dire; l'atmosfera è tesa e piena di tristezza e questo mi sconsola, ma il tutto viene interrotto dall'arrivo di un bambino di poco fa: entra e si aggrappa alle mie gambe. I presenti lo guardano un po' perplessi, mentre io gli sorrido ed esclamo:

"Cosa è successo Joshua?" Chiedo.
"Non voglio giocare con gli altri bambini..." Esclama.
"Come mai?" Domando prendendolo in braccio.
"Loro sono diversi da me."

Joshua ha il cancro come me, ed ha già perso tutti i suoi capelli e si sente giudicato dagli altri bambini per questo motivo; ogni giorno scappa dalla sala ricreativa e si rifugia nella mia camera in cerca di coccole o di musica, così inizio a cantare la sua canzone preferita: Amazing Grace.
Lo vedo sorridere e poco dopo appoggiarsi al mio petto e stringere la sua manina, tenendo un lembo della mia camicia da notte; i tre attori rimangono a guardare la scena con un sorriso stampato sulle labbra e nel mentre mi accompagnano con il battito di mani, facendo sorridere Joshua.

Rimaniamo a cantare per una buona decina di minuti ed una volta finito, il piccolo bimbo si è letteralmente addormentato tra le mie braccia, scatenando un sorriso da parte di tutti noi; mentre cullo Joshua, Hemsworth si avvicina e fa per parlare, ma io lo interrompo esclamando:

"Non sono forte come credete... Ho anch'io i miei momenti di debolezza e si manifestano soprattutto quando Canto... Due mesi fa ho parlato con il mio medico e... Beh, mi ha detto che ho più poco da vivere." Dico.
"Quanto ti ha dato?" Chiede Hiddleston.
"Mi aveva dato due mesi, ma da quando sono in ospedale sono riusciti ad allungare la possibilità di sopravvivenza... Ma ogni giorno può essere l'ultimo..." Esclamo.
"Ed è per questo che non ci hai detto nulla?" Chiede Evans.
"Non volevo vedervi tristi; siete delle persone fantastiche e l'avervi conosciuto è stata un'esperienza unica e piena di gioia che non dimenticherò mai." Dico sorridendo.
"Su una cosa ti sei sbagliata: tu sei forte, hai saputo affrontare tutto questo con grinta..." Esclama Hemsworth.

Sorrido ai miei amici e rimaniamo a parlare per ore, fino a che non mi salutano promettendo di passare a trovarmi dopo le riprese; una volta rimasta sola nella mia stanza, mi siedo sul letto ed aspetto la solita visita medica serale e non appena vedo il dottor Wilson gli sorrido, mentre lui esclama:

"Ti devo delle scuse Anna, ho creduto di riuscire a guarire la tua malattia..."
"Dottore, lei ha fatto il suo dovere e non la ringrazierò mai abbastanza per tutto ciò che ha fatto; è un bravo medico ed è capace di arrivare al cuore delle persone, perciò non si scoraggi." Dico.
"Sei una vera forza Anna, di tanti casi che mi sono capitati nella mia carriera: tu sei davvero eccezionale." Esclama sorridendo.
"Mi fa piacere sentirglielo dire."

Dopo aver parlato e fatto la visita, lascia la mia stanza ed io mi stendo nel letto rimanendo a fissare il soffitto bianco; mille domande mi ronzano per la testa, ma con un movimento della mano cerco di scacciare per riuscire a dormire.

Scritto nel destinoDonde viven las historias. Descúbrelo ahora