Capitolo 10

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_Anna pov's_

Nonostante la mia malattia sia peggiorata ed abbia impedito di potermi spostare dal letto e lasciare la stanza d'ospedale, ho continuato a sorridere.
Tom e Mary si sono sposati e sono venuti a trovarmi in ospedale: la mia amica era bellissima vestita con il suo abito bianco e Tom era davvero elegante e felice, spero con tutta me stessa possano avere una vita piena d'amore.

Guardo fuori dalla finestra come ogni giorno, ma la differenza è che oggi sono più stanca e meno attiva del solito: mi sto spegnendo piano piano e nonostante la paura, continuo a dare il meglio di me per evitare che la negatività prenda il sopravvento.
Mentre osservo il paesaggio Newyorkese, sento dei passi nella mia stanza e non appena vedo Robert gli sorrido amorevolmente: da quando mi hanno costretta a restare in ospedale, Il famoso attore che interpreta Iron Man, mi è sempre venuto a trovare accompagnato da suo figlio Exton.

"Ciao Anna..."
"Ciao Robert... Come stai oggi? Exton non c'è?" Chiedo.
"No, oggi doveva andare con Susan a fare delle commissioni... Comunque noi stiamo bene... Te, invece?" Chiede.

Scuoto leggermente la resta e lo vedo chiudere gli occhi per qualche secondo, così lo invito a sedersi di fianco a me per poi esclamare:

"Robert, va bene; ho fatto tutto ciò che dovevo per poter essere felice... La mia avventura, la mia malattia, la mia gioia, la mia tristezza, è tutto nelle pagine del nostro libro: è scritto nel Destino."
"Come fai a pensare che sia stato tutto un disegno?" Chiede.
"Lo faccio e basta... Robert, non voglio che tu sia triste perché io me ne sto andando." Dico sorridendogli.

Mi racchiude tra le sue braccia per qualche minuto e poco dopo aver sciolto l'abbraccio, rimaniamo a parlare di Exton e delle sue avventure in bicicletta.
Dopo circa due ore, Robert lascia la struttura e nella stanza ritorna il silenzio, fino a che non inizio a canticchiare la canzone Too Good at Goodbye di Sam Smith.
La sua melodia mi stravolge il cuore e l'anima, le sue parole mi colpiscono in pieno petto e le lacrime scendono lentamente e dolorose lungo il mio viso: non potrò più stare con i miei amici, non potrò più cantare o suonare, ma nonostante ciò non mi pento di nulla.

In questi giorni ho fatto molte chemioterapie, ma non sono servite a molto; il dottor Wilson si è scusato più e più volte, ma io ho continuato a sorridergli e ad accettare il destino che mi è stato scritto.
Mentre tamburello le dita sulla sponda del letto, sento la voce di Tom Hiddleston accompagnata da quella di Sebastian Stan e di Benedict Cumberbatch, così mi metto a sedere sul letto ed aspetto la loro entrata che non tarda ad arrivare:

"Anna!" Esclama Sebastian.
"Ciao a tutti." Dico sorridendo.
"Siamo passati a trovarti, come ti senti oggi?" Chiede Benedict.
"Come sempre... Voi invece? Le riprese del film come vanno?" Chiedo.
"Le abbiamo quasi finite." Esclama Hiddleston.

Rimaniamo a parlare dei loro progressi e dell'uscita del film e nel mentre ridiamo e scherziamo dimenticandoci della situazione in cui mi trovo, facendomi sorridere; dopo una buona mezz'ora di chiacchierata: Hiddleston e Stan lasciano la stanza, mentre Cumberbatch rimane al mio fianco notando la mia leggera stanchezza:

"Sei stanca?" Chiede lui.
"Abbastanza." Rispondo con un sorriso.
"Vuoi che ti chiami un medico?" Chiede.
"No, tranquillo; tra poco dormirò, per cui posso riposare più tardi."

Rimaniamo in silenzio per qualche minuto, scambiandosi sguardi gentili e premurosi fino a che non volgo i miei occhi verso i vetri della finestra, per poi esclamare:

"Mi piacerebbe rivedere il mare un'ultima volta..."
"Come mai?" Chiede lui incuriosito.
"Quando ero bambina, i miei genitori mi hanno sempre portato in vacanza lì e tra le onde del mare mi sono sentita a casa ed in pace con me stessa." Dico.
"In effetti, tu sei un po' come il mare sai?" Esclama Benedict.
"Davvero?" Chiedo sorridendo.
"Sei stata qualcosa di diverso ed hai portato chiarezza e luce nella vita di tutti noi; ci hai incantati con la tua musica e con la tua voce... all'apparenza sembri essere una di quelle persone calme e pacate, ma quando uno inizia a conoscerti capisce che sei una persona profonda e piena di sorprese e risorse."

Gli sorrido per poi sentire gli occhi farsi leggermente più pesanti: me ne sto andando, il mio battito si sta indebolendo e nonostante ciò: non ho paura; vedo Benedict lasciare la stanza e dopo una decina di minuti tornare con delle infermiere.
Faccio per chiedere cosa stia succedendo, quando sento il mio letto muoversi verso l'uscita della camera e poco dopo raggiungere l'ascensore, così esclamo:

"Dove... Stiamo andando?..."
"Ad esaudire il tuo desiderio." Esclama Benedict.

Una volta usciti dalla struttura, copro la luce del sole con una mano per evitare di rimanere accecata, mentre il rumore delle onde del mare di fa più intenso; forse è solo una mia sensazione, ma l'aria salmastra inizia ad entrarmi nelle narici e, piano piano, il mio corpo inizia a rilassarsi.

_Benedict Cumberbatch pov's_

Siamo arrivati vicino al mare e vedere Anna completamente assopita e debole mi spezza il cuore, per questo l'ho ascoltata quando parlava del suo desiderio più grande: voglio che riposi in pace e che sia felice, ha portato tanto amore in questi mesi e non ho potuto fare a meno di sentirmi legato a lei nel profondo sin dal primo momento in cui l'ho vista.
Una volta raggiunta la spiaggia, mi posiziono vicino a lei e dopo averle preso la mano esclamo:

"Siamo arrivati Anna."
"È bellissimo... Non so come ringraziarti, mi hai fatto un regalo enorme..." Dice lei con voce debole e rotta.
"È stato il minimo che potessi fare, sei una persona speciale Anna: in questi mesi ho capito molte cose di te e ti ho voluto conoscere come amica; sei una bellissima persona." Esclamo io.
"Tu e il gruppo mi avete fatta sentire a casa e protetta; siete delle persone fantastiche e solari... Vi prego, non perdete mai questo vostro pregio..." Dice lei.

Annuisco sorridendole per poi tornare a guardare il panorama: il rosso del tramonto si mescola con le nuvole ed il mare, mentre il vento accarezza la nostra pelle con una lieve brezza carica di odore salmastro.
La mano di Anna diventa mano a mano più debole e poco dopo si lascia cadere a peso morto sul lato del letto; le infermiere ed io siamo corsi il più velocemente possibile in ospedale, ma quando siamo arrivati era troppo tardi: Anna non ce l'ha fatta, ha perso la sua battaglia e lo ha fatto con il sorriso.

Ognuno di noi ha la possibilità di scegliere il proprio cammino, ma ad ogni passo fatto il destino prende forma e scrive sul libro che è la nostra vita.

Scritto nel destinoTempat cerita menjadi hidup. Temukan sekarang