2: BAFFI DA LATTE

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«Io prendo un cornetto alla crema e un cappuccino, grazie, Jeongguk.»

Yoongi aspettò che Jeongguk, il cameriere, scrivesse l'ordine di Jimin prima di dirgli il suo.

«Per me un caffè, grazie.»

Il cameriere sorrise, chiudendo il piccolo taccuino e allontanandosi fra i tavolini e le sedie a motivi intrecciati di vimini, dopo aver preso i due ordini. Yoongi guardava il minore incrociare le gambe sulla seduta e si chiedeva quanto ancora avrebbe resistito con la pelle nuda a contatto col materiale fastidioso, che gli provocava sempre segni rossi ovunque poggiasse un arto.

«Dio, odio i vimini.»

Jimin si passò una mano fra i capelli chiari, lasciando che l'aria marittima gli rinfrescasse i lineamenti morbidi. C'era un telone chiaro che proteggeva le poche persone al bar dal sole caldo, steso sulle loro teste. Yoongi si perse solo un secondo i movimenti di Jimin per guardare i motivi di quel tessuto.

«Sei così lamentoso. Se non fosse per la mia immensa gentilezza, non sarei già più qui.»

Il menta cercò di non sorridere, perché sentire con quanta intensità Jimin cercava di usare le sue battute contro di lui era più divertente e spassoso di qualsiasi altra cosa sul pianeta terra. Ed era adorabile, ad essere sinceri. Ma se su Giove ci fosse stato qualcuno più divertente, beh, Yoongi non avrebbe potuto saperlo.

«Jimin, se io dovessi lagnarmi come fai tu di tutte le volte in cui tu sei lamentoso, non avresti neanche tempo per rispondere.»

Il biondino sembrava voler replicare, ma Jeongguk tornò con le loro ordinazioni: poggiò il cornetto e il caffè davanti a Jimin, lasciando a Yoongi il cappuccino.

I due si scambiarono le bevande, come di consueto. Era un mese che passavano ogni mattina lì a fare colazione, un mese che prendevano le stesse cose, un mese che a servirli era Jeongguk e un mese che sbagliava le ordinazioni. Eppure, Yoongi non avrebbe cambiato per nulla al mondo il piccolo contatto che le loro mani avevano sui piattini.

Erano alla fine della loro colazione quando Jimin decise di porre fine al quieto silenzio interrotto solo dal lontano frusciare dalle onde e di qualche famiglia inaspettatamente sveglia così presto.

«Yoongi, oggi che giorno è?»

La tazzina del caffè del maggiore si fermò per un secondo a mezz'aria. Non si aspettava che Jimin potesse porre una domanda del genere in quel momento.

«Oggi? - Jimin annuì - Oggi è trentuno Agosto. Perché?»

Yoongi si convinse di non aver visto un guizzo di tristezza passare negli occhi di Jimin, prima che un sorriso gli balenasse sul viso e illuminasse tutto ciò che incontrava nel raggio di tre chilometri. Il menta ci provò, a non sorridere, davvero; ma un sorrisetto gli incurvò le labbra comunque.

«La festa sulla spiaggia!»

Jimin finì il cappuccino in un sorso, levandosi dalla sedia il più in fretta possibile. Dei baffetti bianchi di latte gli si erano stampati sopra le labbra carnose, facendo sogghignare Yoongi, che si era alzato con lui.

«Jimin, oggi stai davvero bene. Che ne dici se ti faccio un paio di foto?»

Il biondo sembrò confuso dalla richiesta, ma si lasciò fotografare, sorridendo leggermente alla fotocamera del telefono di Yoongi.

«Andiamo.»

Yoongi posò il conto sul tavolino, prendendo dolcemente il braccio di Jimin per guidarlo fuori di lì. Almeno questa era l'idea, finché il minore non scivolò, con un'abile mossa, col braccio nella presa del menta, stringendo lievemente le sue dita. E se Yoongi non avesse avuto in testa l'immagine di Jimin sorridente con i baffi di latte, avrebbe sentito il cuore fare una piccola capriola.

«Ah, Jimin?»

«Sì?»

«Hai i baffi di latte.»

«Yoongi! Cancella quelle foto!»

LA COLLANINA DI CONCHIGLIEWhere stories live. Discover now