10: "TUTTI VISSERO FELICI E CONTENTI"

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Non ci volle molto per trovare le quinte. Un paio di persone si misero davanti a Yoongi, ma qualcuno della compagnia lo distraeva con una scusa banale, fino a che non cominciarono quasi a correre e si perdevano fra cunicoli tra i posti a sedere e tizi della sicurezza che se li vedevano sgusciare sotto al naso.

«Yoongi, di là!»

Namjoon indicò una porta, con su scritto "Quinte". Il moro gli fece un segno per ringraziarlo, poi si avviò a passo spedito verso l'uscio che lo divideva da Jimin. Dietro di lui tutti gli altri, in fila, che chiedevano scusa alle prime file che stavano disturbando.

Superata con facilità la porta, il difficile fu trovare un modo per raggiungere Jimin: davanti a loro c'erano tantissime persone, tra cui ballerini, truccatrici, stilisti, manichini mezzi vestiti, persino un cartonato a grandezza naturale di una persona che Yoongi non conosceva.

«Dannazione, quante persone ci sono qui dentro?»
Yoongi girò la testa da una parte all'altra, mentre tutti si stavano guardando intorno per un minimo segno di Jimin.

«Va bene, facciamo così, ragazzi. Jeongguk, Taehyung: voi andate a sinistra. Hoseok, vai a destra con Yoongi. Io e Seokjin andiamo dritto. D'accordo?»

Nessuno ebbe da ridire, quindi Yoongi e Hoseok si diressero a destra. Il moro rischiò di finire addosso ad una ragazza, ma fu tirato indietro da Hoseok, che non lo perdeva d'occhio un attimo: da quando aveva visto Jimin, Yoongi tremava come una foglia, era agitato e non riusciva a stare fermo.

«Okay, fermati, fermiamoci. Stai avendo un infarto, amico.»

Hoseok lo trascinò per le spalle, facendolo appoggiare ad un muro. Un tizio con un microfono attaccato alla faccia passò guardandoli male, ma loro lo ignorarono. Yoongi scivolò sulla parete, accasciandosi sul muro fresco. Aveva nella tasca la collanina che gli aveva dato Seokjin, la stringeva in modo ossessivo.

«Di cosa hai paura?»

Hoseok si abbassò sui talloni, alla sua altezza, e cercò un contatto coi suoi occhi. Sembrava preoccupato, pensò una parte del cervello di Yoongi (quella razionale).

«Me lo chiedi anche, Hoseok? Sono un paranoico egoista e mi chiedi di cosa io abbia paura?»

L'altro sostenne il suo sguardo duro. Non avrebbe mollato, non Hoseok, non lui. Ma d'altronde, chiunque si sarebbe reso conto che quella finta scortesia era solo una grandissima paura pestata in un mortaio con l'ansia e ingoiata in troppe pillole.

«Senti, coso. Io ho visto come Jimin ti guardava. Non sono stupido. Ho visto come ti guardava al mare e come ti ha sorriso qui. Quindi adesso io e te ci alziamo e andiamo a cercare l'altra principessa, voi vi sbaciucchiate e questa storia finisce con un "e vissero tutti per sempre felici e contenti". Okay?»

Yoongi non riuscì a capire come ci era riuscito, ma Hoseok lo aveva fatto scoppiare in una grossa risata. Si alzò, usando come leva la mano che gli stava porgendo l'altro, e tirò fuori dalla tasca la collanina di Seokjin. Se la mise al collo. Sorrise ad Hoseok, con un pizzico di sicurezza in più, e i due si rimisero alla ricerca di Jimin.

Dopo un altro paio di giri senza risultati, i sei dell'Avemaria senza Maria si ritrovarono. Non avevano ancora trovato Jimin, il che era strano, perché si erano fatti il giro di tutte quante le quinte.

«Okay, ci dev'essere un problema: o siamo tutti stupidi o questo è solo un sogno e io mi devo svegliare. E anche alla svelta.»

«Yoongi, stai dicendo che siamo nei tuoi sogni? Oh mio Dio, che dolce!»

«Jeongguk, ti andrebbe un bel pugno?»

Namjoon era sul punto di dire qualcosa, ma si fermò proprio quando la frase gli stava nascendo dalla gola. I suoi occhi erano puntati dietro la schiena di Yoongi, e ben presto tutti quanti se ne accorsero, seguendo il suo sguardo. Il moro non voleva girarsi. Non voleva girarsi affatto, perché l'aspettativa lo stava mangiando dall'interno, e non avrebbe sopportato una delusione così grande.

LA COLLANINA DI CONCHIGLIEWhere stories live. Discover now