Senso di colpa

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Mi sveglio tra le braccia di Alex, sento il suo calore, il suo amore.
Mi sembra tutto perfetto ora.
Quello che abbiamo fatto stanotte è stato bellissimo, abbiamo fatto l'amore, siamo tornati ad amarci, ad essere l'uno dell'altra.
Infondo ho sempre saputo di appartenere a lui, sono sempre stata sua.
Lui sta ancora dormendo, oggi è sabato perciò nessuno dei due lavora.
Dorme tranquillo, sereno.
Io mi appoggio al suo petto ma lui si sveglia.
《Da quando hai il sonno così leggero?》domando.
《Non ce l'ho infatti, solo che ci sei tu e ho avvertito la tua presenza》.
Mi bacia.
《Allora? Comodo il mio umile letto? Non credo sia adatto ad una ragazza regale come lei》scherza.
《Invece si, è comodissimo. Ma direi che il letto non è la cosa importante in questa stanza》alludo a lui ovviamente.
《Hai ragione, la cosa importante sei tu》risponde.
Sembra diverso.
Sembra rilassato, il suo viso non ha preoccupazioni.
《Da quando ti ho rivisto ho sentito di amarti ancora e di non riuscire a rinunciare a te, non ce la farò mai Alex. Per tutto questo tempo mi sono autoconvinta che potessi essere felice con Dan più di quanto lo ero stata con te e non nego che lui mi abbia reso felice, ma tu hai saputo amarmi come nessun'altro e hai saputo capirmi perciò sono venuta qui e poi è successo.
Mi sono resa conto ad un certo punto di amarti e di stare con Dan perché mi sentivo in dovere e mi dispiaceva per lui》parlo a cuore aperto e mi riferisco a questa notte.
Lui mi prende il viso tra le mani e mi bacia con calore.
È tutto quello che voglio.
Le sue mani su di me.
《Non importa cosa è successo in tutti questi anni se adesso ci siamo ritrovati》dice poi mi sorride sghembo《vuoi fare colazione?》.
Ridacchio e annuisco.
Ho fame.
Ho una sensazione che parte dallo stomaco, come se avessi un vuoto che però è colmato da qualcosa, da Alex.
Sento come quando si hanno le cosiddette "farfalle nello stomaco" di quando ci si innamora per la prima volta.
Sento come se mi fossi innamorata di lui da capo.
《Croissant, succo e cereali o toast con burro d'arachidi?》.
《Toast, grazie》gli passo accanto e lo bacio.
《Credevo scegliessi i cereali》.
《Perché?》.
《Ti sono sempre piaciuti a colazione》.
Inizia a spalmare il burro d'arachidi.
《Si, quelli di Megan al cioccolato, i tuoi sono al riso soffiato》ridacchio.
《Cos'hanno i miei che non vanno?!》.
Me ne lancia alcuni e anche io di rimando.
《Vedila così, te ne lascio di più》.
Gli rubo il toast dalle mani.
Lui alza gli occhi al cielo.
Ci comportiamo come se nulla fosse, come se non ci fossimo mai lasciati.
《Mi piace averti qui, seduta sul tavolo della cucina, a mangiare un toast con le gambe accavallate, appena sveglia.
Non so come abbia fatto senza di te.
New York eri tu, non sono mai riuscito a dimenticarti perché mi sentivo in colpa per averti lasciata andare》parla come se finalmente avesse ritrovato uno scopo nella vita.
《La colpa non era di nessuno.
L'importante è che siamo qui, ora.
Comunque il tuo burro d'arachidi è amaro》.
Ridiamo.
《Da quando non ti sta bene come cucino?!》.
《Non hai cucinato, hai spalmato un cibo già preparato》correggo puntigliosa.
Lui sbuffa, anche se so che è divertito.
《Se vuoi lo mangio io》fa per prenderlo ma io lo nascondo, poi inaspettatamente gli sporco il viso.
Lui mi fa il solletico sapendo che è un punto debole.
《È scorretto》grido ridendo.
Per non farmi muovere mi blocca le braccia.
《Okay ora liberati》mi sfida.
Ci provo ma fa in modo che io non ci riesca.
《Non è giusto tu sei più forte》mi lamento.
《Ti conviene sbrigarti perché tra poco ti spoglio》.
È una prospettiva attraente.
《Allora mi arrendo》.
《Bene》dice in tono malizioso.
Mi libera dalla presa e mi bacia il collo, io gli lascio libero accesso spostando i capelli.
Sono ancora seduta sul tavolo della cucina.
Sposta tutto per farci spazio.
Mi prende per i fianchi e mi avvicina a lui, mi toglie gli slip talmente veloce che quasi non me ne accorgo.
Io lo stringo a me e come sempre gli contorno i fianchi con le mie gambe.
Lui mi accarezza il seno stringendolo.
Mi piace.
Gli abbasso i boxer e sento già la sua eccitazione.
《Non riesco a resisterti》.
Nemmeno io, credo che impazzirò di lui.
Glielo prendo in mano e faccio su e giù, lui geme e sospira. Mi eccito anche io. Mi piace quando riesco a farlo impazzire.
Alex mi rende perversa.
Mi fa fermare per riprendere il controllo, mi spinge più in dietro e mi apre le gambe.
La sua testa li in mezzo è tutto quello che ora voglio. Gli tiro i capelli e lui mi stringe tra le cosce.
Sento caldo, troppo caldo.
Mi stendo sul tavolo per bearmi ancora di più del tocco della sua lingua.
È bravo, passionale, erotico.
Aumenta la velocità, mi trattengo dal gridare.
《Alzati》dice una volta finito.
Faccio come dice.
Mi alza le braccia e mi toglie la sua maglietta di dosso, la getta da qualche parte nella stanza.
Inizia a leccarmi il seno, la pancia, l'ombelico e quando faccio per accarezzarlo mi ferma.
《Questa volta faccio io baby》sospira eccitato.
Io sorrido altrettanto perversa.
Lo lascio fare.
《Girati》ordina ancora.
Eseguo.
Mi spinge contro il tavolo, mi ritrovo stesa per metà, aspetto una sua mossa.
Da dietro con le dita arriva a giocare con i miei punti deboli davanti.
《Apri le gambe》.
Cerco di aprirle di più.
《Ti piace?》domanda per stuzzicarmi.
Io annuisco con difficoltà, non riesco a parlare, solo a godermi questo momento.
Gemo forte.
Ci sa davvero fare.
Toglie le dita poi mi prende le braccia e me le tiene ferme.
Mi fa sua da dietro.
Spinge forte.
Il tavolo si muove e cigola.
Non so chi dei due sia più eccitato.
Continua a spingere fino a quando non veniamo.
Rimane abbracciato dietro di me per qualche secondo.
Siamo stremati.
Sento il suo cuore battere sulla mia schiena.
《Alex...mi ucciderai》.
Lui sorride.
Si alza poi finisce di mangiare il toast.
《Allora che vuoi fare oltre al sesso tutto il giorno? Non che non mi faccia piacere; ho qualche film a luci rosse da qualche parte, se vuoi...》, il mio cellulare squilla.
È Dan.
Cazzo, Dan.
Improvvisamente mi sento in colpa.
Solo adesso mi rendo conto che l'ho tradito.
Sono ancora nuda, di fronte ad uno che non è lui. Mi sono concessa ad un altro.
Me lo perdonerebbe?
Non deve saperlo.
《Chi è?》.
Io rispondo.
《Hey Dan》.
Cerco di sembrare disinvolta, istintivamente mi rimetto la maglietta e le mutandine.
《Amore, tutto bene? Verresti in ospedale? Vorrei vederti e parlarti》parla a fatica.
《C-certo, vengo subito》.
Ho le orecchie come quando stai sott'acqua. 
Quando attacco la chiamata scoppio a piangere.
Alex in uno scatto di rabbia getta tutto quello che c'è sul tavolo per terra.
《Non dirmi che tornerai da lui.
Sam sei venuta da me, sei venuta a letto con me. Io e te ci amiamo》.
《Non posso lasciarlo, almeno non adesso. Ha bisogno di me》.
《Come un cane del padrone.
Smettila di fingere di amarlo》.
Ha ragione ma mi sento in dovere di andare da lui; lo stavo per perdere in un incidente, non posso lasciarlo dicendogli che l'ho tradito.
Infondo tengo molto anche a lui.
《Ti sei pentita di essere venuta da me?》.
《No, certo che no. Mai.
Però ora devo andare da lui》.
《Glielo dirai vero? Gli dirai di noi?》.
Si aspetta che lo faccia.
《Si, lo farò ma non puoi chiedermi di farlo ora》.
Mi accompagna in ospedale.
Quando arriviamo trovo Dan che fa un giro nel corridoio.
《Già in piedi?》.
《Avevo bisogno di sgranchirmi le gambe》risponde.
Quando vede Alex che sta per andare via la sua espressione cambia, diventa seria.
《Ti ha accompagnata lui?》.
Non posso negarlo.
《Pensavo non ci fosse niente tra voi》.
Se solo sapesse.
《Alexander》lo richiama serio.
Spero non facciano stupidate.
Alex ci raggiunge con un'espressione di sfida.
Prevedo guai.
《Grazie per tutto quello che fai per Sam ma ci sono già io a prendermi cura di lei》.
《Cura di lei? Stavi per farla ammazzare》.
Come previsto.
《Non ti permetto di parlarmi così, tu non c'eri, ti conviene stare al tuo posto se non vuoi essere licenziato》.
《Va bene, licenziami pure ma non accetto che tu la metta in pericolo》.
Gli animi si stanno scaldando.
Sono sempre più vicini e spero non arrivino alle mani.
《Che sfrontato, prima impara a rispettare chi hai di fronte e a non desiderare la mia donna》.
Dan sta esagerando.
Alex sta per dargli un pugno ma io lo fermo.
《Vattene a casa Alex》.
Lui si calma e se ne va.
Lo chiamerò.
《Cazzo perché lo hai fatto venire? Quante volte te lo devo dire di stare lontano da lui, mi fido di te ma non sono cieco, ho capito che ti ama ancora》.
Deglutisco.
Non darebbe la colpa solo a lui se sapesse di stanotte e stamattina, per di più se sapesse che l'ho cercato io.
《Di che volevi parlarmi?》.
Lui si siede.
《Mi dispiace》.
Passa metà del tempo a scusarsi per ieri, per l'incidente e per le cose che ha detto e ammette che per colpa sua avrei veramente potuto risentirne gravemente.
《Avrei potuto perderti, non so come farmi perdonare》.
Gli prendo le mani tra le mie.
《Guarendo e andando a casa a guardare un bel film e a mangiare una pizza》.
Lui sorride e mi bacia.
Ho l'immagine di Alex davanti agli occhi.
Mi spiega che il medico ha detto che lo dimetterà tra qualche giorno.
Lo vedo qui, seduto, malconcio e malinconico ma anche io avrei qualcosa da farmi perdonare.
Come potrei dirglielo?
《Sam》sento qualcuno che mi chiama.
Mi ritrovo Lydia aggrappata a me come un koala.
Come ha fatto a sapere dell'incidente?
《Siete finiti in tv》.
Oh no!
Spero non l'abbia saputo mio padre.
Ci allontaniamo per parlare così Dan può andare a riposarsi.
《Com'è successo?》.
Non avendo nulla da fare gli spiego la storia e ne rimane sbalordita.
《Spero non ricapiti, Dan è sempre stato uno con la testa sulle spalle》.
《Già, non so cosa stia passando》.
Io sospiro.
Ho tante cose per la testa.
Lydia capisce che nascondo qualcosa, lei è sempre stata brava a capirmi, molto più che io con lei.
Le parlo di Alex e di tutto quello che abbiamo fatto.
Lei si copre la bocca con le mani.
La sua reazione mi fa capire che è ingiusto e sbagliato e mi fa sentire ancora più cattiva.
《Sam...ma Dan? Glielo devi dire.
A questo punto lascialo》.
Non immagino una vita senza Dan ma nemmeno una senza Alex.
Ripenso a quest'ingiustizia, lui si è sempre comportato bene con me, non mi ha mai fatto mancare nulla.
《Glielo dirò, ma credo che in questo momento abbia tante cose a cui pensare》.
Lei mi abbraccia.
《Sei mia amica perciò ti supporterò anche se questa volta hai fatto una cazzata》.
Almeno è sincera.
Il senso di colpa comincia a divorarmi.
Non sono mai stata una persona irrazionale, avrei dovuto controllarmi.
Lui era in ospedale e io a fare sesso con Alex, a pensare solo al mio corpo contro il suo e non è giusto.
Semmai fossi stata tradita io credo che avrei cancellato Dan dalla mia vita.
Il cellulare mi riporta sulla terra, è mio padre.
È preoccupato per me, sta quasi per avere un attacco di panico e prima ancora di poter aprire bocca mi avverte che sarà qui entro qualche minuto.
Posso immaginare come si deve essere sentito all'idea di perdermi.
Dan mi chiama, vuole parlarmi.
Lydia ci lascia soli.
《Voglio dirti una cosa》.
Mi siedo accanto a lui.
Lo ascolto.
Mi prene le mani, le sue sono calde.《Quando ero più giovane non sono sempre stato il Dan che conosci》.
Non capisco cosa stia dicendo ma lo ascolto comunque.
《Spero di non spaventarti ma devo raccontarti questa parte di me che ho sempre nascosto perché me ne vergogno. Quando avevo circa diciassette anni il peso di essere nato in una famiglia perfezionista mi divorò; nessuno ascoltava cosa volevo io veramente, tutti mi dicevano cosa fare e io mi sentivo solo.
Non avevo molte persone accanto perché per loro ero quello con la puzza sotto il naso e da fuori si poteva dire che non avevano torto.
Nessuno mi capiva, così iniziai a bere.
L'alcool divenne il mio miglior amico》.
Non conoscevo questa parte di lui e sento che fatica a raccontarlo.
《Per molto tempo frequentai pub nei sobborghi e gente poco affidabile da cui contraevo debiti per comprarmi da bere.
Quando i miei genitori lo scoprirono pagarono quei debiti e per evitare di infangare il nome di famiglia misero la cosa a tacere.
Nemmeno in quel momento ebbero la volontà di ascoltarmi.
Non mi chiesero perché lo avevo fatto, dissero solo che tutto era sistemato e che se non avessi smesso sarei stato la delusione della famiglia.
Smisi perché non volevo altri problemi, perché volevo essere migliore di così, smisi per me, non per loro. Mi faceva piacere averli delusi perché capissero che siamo umani e possiamo sbagliare.
Ecco perché sono andato via di casa》.
Io lo abbraccio.
Non è facile raccontare certe cose.
Lui si è creato un futuro con le sue mani, si è guadagnato tutto da solo, facendo anche lavori umili per pagarsi gli studi.
《Avresti dovuto dirmelo.
Non devi più bere, non voglio che arrivi a stare male come prima.
Non sprecare tutto quello che hai fatto per arrivare dove sei ora》.
Lui mi bacia.
《Ti amo》.
Mi promette di non bere più.
《Non voglio deluderti ancora》.
Lui mi promette di non deludermi ma io, anche se non lo sa ancora, l'ho deluso.....

𝓟𝓮𝓻 𝓼𝓮𝓶𝓹𝓻𝓮 𝓷𝓸𝓲Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora