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~•Benji pov•~
Quel tiro, mi sorprese. Non mi aspettavo un tale effetto. Alyssa dopo aver visto tirare la sua compagna, aveva capito il suo punto debole. E immagino abbia capito che l'Amburgo non stava facendo sul serio. La squadra femminile giovanile dell'Amburgo, per quanto si impegni, non raggiungerà mai il livello della Nazionale Americana. Contro Alyssa, Isabelle, il numero dodici e il numero dieci, la nostra squadra non può fare nulla.
« Quindi è il numero sei la famosa Alyssa. »
Disse Kaltz.
« È per forza lei. Insomma hai visto che tiro ad effetto ha fatto? È stato incredibile. »
Controbattè Schester.
« Ora capite perché è stata capace di segnare a Price? »
Chiese Schneider.
« Direi di si. »
Disse Margus.
« Quest'anno ai Mondiali, saranno cavoli amari per tutti. Se questa è la forza degli Stati Uniti, quest'anno c'è il rischio di farci sfuggire la coppa. »
Disse Müller.
« Non è un rischio. Quest'anno, a vincere i Mondiali sarà l'USA. Senza ma e senza forse. »
Dissi io.
« E come puoi esserne tanto sicuro? »
Chiese Kaltz.
« Perché con due eccellenti attaccanti, un centrocampo equilibrato, una difesa impenetrabile e un portiere eccezionale, la loro squadra è perfettamente equilibrata. Inoltre Alyssa può spostarsi in qualsiasi posizione. Questa sua particolarità rende Alyssa il ponte che unisce difesa e attacco. Controlla la difesa e esegue gli attacchi, senza doversi preoccupare delle posizioni delle sue compagne.  »
Spiegai in breve.
« E tutto questo nelle mani di un'unica persona? Com'è possibile? »
Chiese Schester.
« Lei ne è capace. Non so come sia possibile. Ma in varie occasioni è stata in grado di condurre alla vittoria la propria squadra, qualunque essa fosse, con tecniche che comprendevano tutte le giocatrici. Le sue non sono tecniche che si basano sulla propria forza o sulla propria bravura; sono tecniche che si basano sul gioco di squadra. Ed è questo che la rende la miglior candidata per il posto di capitano. »
Dissi.
« Wow. In poche parole, l'America punta tutto sul gioco di squadra, giusto? »
Chiese Margus.
« Esatto. »
Disse Schneider. La partita stava per ricominciare e gli Stati Uniti erano in vantaggio di due goal. Mi chiedo cosa avrà in mente l'Amburgo.

~•??? pov•~
Ero seduto alla mia scrivania, a fissare una vecchia foto, incorniciata. Quella foto, raffigurava una tenera bambina dalla pelle dorata, dagli occhi cristallini come l'oceano e i capelli neri come la pece che sorrideva. Abbracciava i suoi fratelli e tra i piedi aveva un pallone da calcio. Accarezzai il volto della bambina come se potessi sentirla, averla tra le mie braccia. Avevo fatto un errore a scappare quel giorno. Avevo sbagliato ad abbandonare Kate in ospedale, durante il travaglio. Mi ero pentito subito dopo essere salito sull'aereo. Ed ero sicuro che quella stessa bambina, ormai una donna, stava giocando a calcio. Ed ero certo che quella stessa ragazza, stesse indossando la divisa della Nazionale Americana. Le mie certezze erano esatte. Quella dolce bambina, che per anni avevo sognato di stringere tra le mie braccia, ormai era diventata indipendente, aveva una vita piena di sfide da affrontare. Ed ero sicuro al cento per cento, ma che dico, al mille per mille che le avrebbe vinte tutte, senza mai mollare. Questa era una delle qualità che aveva preso da me. Il non arrendersi e trovare una soluzione a tutto era da sempre una delle mie migliori qualità. Anche qui in Brasile, la mia qualità è apprezzata dai miei giocatori. Ricordo ancora la faccia della donna che amavo quando, due anni dopo mi presentai a casa sua.
Mi disse di andare via. Io le risposi che volevo vedere i miei figli. Lei mi disse la cruda verità. Era troppo giovane per badare a loro, così li aveva dati ai suoi genitori che vivevano in Francia. Avevo fatto un errore, lo avevo capito. Le dissi che sarei tornato in Brasile e che speravo di ricevere delle foto per vederli crescere. Per vederli coltivare la passione per il calcio. Lei mi sorrise annuendo dolcemente. Mi promise di mandarmi delle foto dei nostri figli, man mano che crescevano. E spero che un giorno i miei figli mi riconoscano come padre, nonostante la mia lunga assenza. Alzai lo sguardo verso la finestra. Le tende azzurre pastello svolazzavano, mosse dal vento leggero dell'estate. Il Brasile era pronto per i Mondiali. E spero che anche il resto del Mondo lo sia. Perché quest'anno, la Coppa del Mondo sarà nostra.

~•Alyssa pov•~
Avevamo vinto la partita. Ci eravamo divertite tantissimo, e la squadra avversaria ci fece i complimenti. Eravamo tutte negli spogliatoio.
« È stata una delle mie partite preferite. »
Disse Chloe.
« Per essere una delle prime partite che giochiamo da vera squadra del Mondiale, dobbiamo ammettere che non c'è la siamo cavata male. »
Disse Susan sistemando gli scarpini nel borsone.
« Dobbiamo ammettere che abbiamo avuto alcune difficoltà. Ma tutto sommato c'è la siamo cavata bene. »
Dissi.
« Soprattutto in difesa. All' inizio non sapevamo cosa fare. Quel goal che abbiamo subito è stata solo una fortuna per la squadra avversaria. »
Disse Isabelle.
« A chi lo dici. »
Disse Allison. Una volta finito di sistemarci, uscimmo dagli spogliatoi, dirigendoci verso l'uscita dello stadio.
« Dimmi un po', quando avevi intenzione di dirmi che eri diventata capitano della Nazionale? »
Chiese una voce che conoscevo fin tropo bene.
« Scusami tanto Schneider. »
Dissi abbracciandolo.
« Lori sono alcuni dei miei compagni in Nazionale. »
Disse indicandoli.
« Deuter Müller, il portiere, Franz Schester, uno dei centrocampisti insieme a Hermann Kaltz e Manfred Margus, un attaccante. »
Continuò.
« Tu sei la famosa Alyssa che ha segnato a Price. Complimenti! »
Disse Schester.
« Grazie. »
Dissi.
« Devo ammettere che sei molto più carina di quanto mi hanno descritto questi due. »
Disse Kaltz indicando Benji e Schneider. Arrossii leggermente. Con un cenno della mano salutai Benji. Ricambiò il saluto.
« Che tiri incredibili che hai fatto! »
Disse Margus.
« Grazie mille per i complimenti. »
Dissi sorridendo.
« Alyssa. »
Mi chiamò Benji.
« Dobbiamo parlare. In privato. »
Disse, sottolineando le parole in privato.
« Va bene. »
Dissi seguendolo.
« Ho circa cinque minuti. »
Dissi guardando l'orario sul telefono.
« Scusami Alyssa. Mi sono comportato da stronzo. Mi dispiace averti fatto soffrire. »
Disse, guardandomi negli occhi. Era serio?

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¡HOLA!
Sono tornata con un capitolo strano. Abbiamo un pov di uno sconosciuto che racconta in breve la sua vita. Ma chi saranno i bambini di cui parla? Nel frattempo la partita termina e Schneider presenta ad Alyssa alcuni dei suoi compagni di squadra. Benji vuole parlare con Alyssa in privato. Ma cosa succederà nel prossimo capitolo?

P.S
Che ne dite di seguire la mia amica 8WakaBaCrost8! Non l'hai ancora fatto? Allora sbrigati! O ti perderai gli aggiornamenti della sua bellissima Fanfiction!! Corri a leggerla!! E ti raccomando di lasciare una stellina d ogni suo capitolo caro lettore!

ALL'ULTIMO RIGORE  (Seconda Parte)Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora