1. Chi è quel tipo riccio!

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Era mattina, mi svegliai di malavoglia, spegnendo la sveglia a manate sul comodino.

Feci per rimettermi a dormire fregandomene della giornata di scuola che mi aspettava, quando sentii qualcos'altro.

Mia madre che... urlava? Perché mia madre urlava alle 6 di mattina?

Ma se non stava urlando a me, con chi ce l'aveva?

Spinto dalla curiosità mi trascinai davanti la porta della sua camera, cercando di origliare.

"Louis, per favore! So che da te è notte ma è seria la cosa! LOUIS!"

Era al telefono... con mio padre...

"Freddie ha bisogno di te! Stai dicendo che quella fottuta azienda è più importante di tuo figlio!? Gliel'hai promesso! Quante volte ti ho detto di non promettergli cose che non puoi fare!"

Questo voleva dire che non sarebbe venuto... non l'avrei rivisto nemmeno quel mese...

"LOUIS TOMLINSON, NON OSARE CHIUDERE LA CHIAMATA! Forse tu non ti rendi conto di quanto ci stia male Freddie, ma giusto, tu devi stare dietro alla tua scrivania e controllare l'azienda, chissene frega se mio figlio soffre, no?"

Si vedeva così tanto che stavo male..?

"Io lo vedo Lou, lo vedo nei suoi occhi, ha bisogno di te, ieri... Dio, ieri si è messo una tua felpa!"

Cazzo, non se l'era bevuta. Almeno non aveva fatto domande, forse le facevo pena... cos'altro si poteva provare per un preservativo rotto...

"Non dici più nulla, eh? Non ti aspettavi che Freddie passasse tutto quel tempo in camera tua? Ora cos'è più importante, il tuo lavoro a Los Angeles od il sangue del tuo sangue?"

Non ce la feci più ad ascoltare, pensavo di riuscire a mascherare tutto, ma mia madre sapeva... le lacrime spingevano per uscire, mi allontanai velocemente da lì, rifugiandomi in bagno, poggiando la schiena sulla porta.

Il mio riflesso mi fissava allo specchio, mi ero appena svegliato, i capelli spettinati, il pigiama pietoso, gli occhi lucidi e le guance arrossate.

Mi sciacquai il viso con dell'acqua fredda, e sentii mia madre chiamarmi.

"Mamma, sono in bagno! Ora arrivo a fare colazione!"

Non ricevetti risposta, così non appena mi fui ricomposto, scesi in cucina.

Mia madre mi aveva preparato la solita tazza di cereali, mentre lei beveva il suo caffè.

"Ti sei svegliato presto..." mi disse, senza guardarmi mentre mi sedevo a tavola.

"La mia sveglia continuava a suonare." risposi semplicemente.

Bevve altro caffè, per poi alzarsi.

"Vado a vestirmi... preparati che poi ti accompagno a scuola e vado a lavoro."

"Sì mamma, come ogni mattina."

Lei annuì frettolosamente, tornando al piano superiore.

Mi misi le mani tra i capelli biondi.

Sospirai, trovando le forze per finire la colazione ed andare a vestirmi.

Mentre preparavo lo zaino ci infilai dentro anche il diario di Louis, volevo sapere di più: chi era Harry? Perché non me ne aveva mai parlato? Cos'era successo?

Salii in macchina con mia madre, il tragitto verso la scuola fu in totale silenzio.

Non appena accostò per farmi scendere, le diedi un bacio sulla guancia come saluto, per poi lasciare che andasse a lavoro.

Il Mio Diario - LarryDonde viven las historias. Descúbrelo ahora