Capitolo 16

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Giorno 2 in casa Brown

Maggy
<Quindi stai facendo il tirocinio lì alla base?>, mi domanda Jenny mentre mi versa un po' di caffè nella tazza.
Oggi la giornata sembra essere iniziata bene; erano appena le otto quando mi sono svegliata e non sono riuscita più ad addormentarmi. Mi sono alzata e sono venuta in cucina dove ho trovato Jenny che preparava la colazione. È una donna solare e diretta, molto simile a Noah caratterialmente.
Per quanto riguarda la giornata di ieri, dopo aver parlato con Thomas non l'ho visto più per quasi tutta la giornata. Noah mi ha portato un po' in giro per la città e mi ha fatto vedere i posti dove andava da bambino e anche le scuole che ha frequentato. È stato un giro turistico davvero molto interessante. Siamo andati a mangiare un gelato davvero favoloso, da lasciare l'acquolina in bocca per ore. Quando siamo tornati a casa, abbiamo trovato il padre intento a leggere un giornale. Non è un tipo freddo e scostante, ma è meno socievole della moglie. Mi sembra di rivedere i rispettivi figli in loro.
<Si, non volevo farlo in ospedale come tutti. Volevo qualcosa di diverso>, rispondo prendendo dal piatto poggiato sulla tavola un pezzo di ciambella che lei ha preparato ieri sera. È davvero bravissima nel fare i dolci. Owen mi ha raccontato che li prepara minimo due volte a settimana e che lui per non ingrassare deve praticare sport.
<Scelta ottima, oltre ad essere un buon tirocinio è anche un'esperienza di vita>, mi spiega lei ed è veramente così. Penso che un'esperienza di quel tipo ti possa insegnare e lasciare davvero tanto.
<Come mai hai scelto infermieristica?>, domanda poi guardando entrare dalla porta il marito.
<Buongiorno ragazze>, dice dando un bacio sulle labbra alla moglie che lo guarda come la cosa più bella del mondo. L'ho notato anche ieri. Lo guarda con gli occhi dell'amore.
<Giorno>, sussurro continuando a bere il mio caffè.
<Di cosa stavate parlando?>, ci domanda poi sedendosi accanto a Jenny.
<Del suo percorso di infermiera>, risponde lei passando una mano nei capelli del marito. Si, sono proprio innamorati.
<Ho scelto questo ramo della medicina perché è quello che mi ispirava di più, mi piace aiutare gli altri>, spiego alzando leggermente le spalle.
<Mi sembra di sentir parlare Jenny, anche lei diceva così sai?>, mi chiede lui alzandosi per prendere da uno scaffale i cereali.
<Davvero?>, domando curiosa.
<Si, quando ci siamo conosciuti mi aiutava sempre quando..quando succedeva qualcosa>, risponde lui come se ricordare quelle cose gli facesse bene ma anche tanto male.
<Veniva da me e mi aiutava, anche se litigavamo e non andavamo d'accordo>, continua lui sorridendo.
<In realtà eri tu che bussavi alla porta di casa mia>, specifica lei.
<Dettagli cara mia>, replica lui sorridendo.
<Certo certo, ricordi sempre quello che conviene a te>, afferma lei.
Mi trovo davanti alla vera spiegazione della parola amore.
<Sai se Thommy è rientrato stanotte?>, domanda Owen alla moglie.
Cosa?
Non era in casa?
<Si, è tornato verso mezzanotte>, risponde la donna alzandosi per mettere nel lavello la tazza sporca.
<Buongiorno famiglia e Maggy>, afferma Noah entrando in cucina.
<Giorno>, diciamo in coro noi tre.
Viene a sedersi vicino a me e mi dà un bacio sulla guancia.
<Come hai dormito?>, mi domanda sussurrando.
<Bene, tu?>, domando a mia volta.
<Ho aspettato che mio fratello tornasse a casa e poi ho dormito poco>, risponde lui versando in un bicchiere del succo di frutta.
<Come mai è tornato così tardi senza dire nulla?>, chiede Owen.
<È andato da..>, risponde e poi guarda me che ho lo sguardo stranito.
Forse non vuole che io sappia.
<Oh..ehm..vado a fare una doccia>, affermo alzandomi dalla sedia.
<No, rimani pure tesoro>, afferma Jenny.
Mi risiedo.
<È andato da Matt e..e poi ha fatto un giro>, spiega Noah poggiando la testa su una mano.
<Ha fatto bene ad andare, dobbiamo lasciargli il suo tempo, il suo spazio>, dice deciso il padre dando una pacca sulla spalla al figlio ed esce dalla cucina.
<È tutto ok?>, domando voltandomi verso Noah.
<Come potrei dire di sì, se mi si legge in faccia che non è così?>, chiede lui quasi ironico.
<Me ne vuoi parlare?>, chiedo poi mentre vedo i suoi occhi alzarsi e puntare lo sguardo verso qualcosa alle mie spalle.
<Lo lascio nelle tue mani ok?>, mi sussurra prima di alzarsi portando con sé anche la madre che mi fa l'occhiolino.
Guardo verso la porta e vedo Thomas sulla soglia.
Cosa dovrei fare esattamente? Qualcuno me lo spieghi.
<Buongiorno>, dice lui camminando verso il tavolo.
<Giorno>, rispondo picchiettando un dito sulla tazza.
Va verso la credenza e prende una tazza dove versa del latte e poi un po' di caffè.
<Come sta?>, azzardo a chiedere.
Lui si blocca e guardo le spalle irrigidirsi. La canotta nera si stende sotto ai suoi muscoli.
<Lei come sta?>, chiede poi senza rispondere alla mia di domanda.
<Eh..bene>, rispondo.
Si volta e va a sedersi al posto dove ieri mi ero seduta io e per il quale ha fatto una scenata.
<Allora sto bene anche io>, afferma monocorde prendendo da una scatola qualche biscotto e poggiandoli sulla tavola.
<Non funziona così>, replico sorridendo appena.
<E come funziona, me lo spieghi lei>, dice poi alzando gli occhi verso i miei. Delle leggere occhiaie li contornano, segno che ha dormito pochissimo.
<Allora funziona così: quando le viene chiesto come sta, lei deve rispondere sinceramente>, affermo gesticolando leggermente con le mani.
<Me ne ricorderò la prossima volta allora>, dice quasi come se volesse prendermi in giro.
<Senta, posso chiederle una cosa?>, chiedo poi sapendo già che mi sto scavando la fossa da sola.
Annuisce mentre mette in bocca l'ennesimo biscotto.
<Dov'è stato ieri sera?>.
Lo vedo irrigidirsi e lasciare il biscotto che aveva in mano cadere sul tavolo. Ok, l'ho sparata grossa stavolta.
<Non mi deve rispondere pe..>, cerco di dire per cercare di migliorare la situazione.
<Si faccia gli affari suoi, e non si intrometta nella mia vita>, risponde. Batte una mano sul tavolo, segno di rabbia, e va via. La nostra prima conversazione civile è andata a farsi benedire.
Sbuffo e poggio la testa sulle mani.
<Allora, com'è andata?>, domanda sussurrando Noah entrando in cucina.
<Un disastro>, rispondo sorridendo colpevole.
<Posso sapere il motivo del perché non andate d'accordo almeno?>, chiede lui sedendosi.
<Se lo sapessi cercherei di fare in modo che non succeda non credi?>, dico alzandomi e stiracchiandomi leggermente.
E se gli chiedessi una tregua? Si, cioè un "ricominciamo da capo"..?

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