10

22.1K 370 150
                                    

Parte modificata

Colombia, Medellín

Scarlett

«Mi hanno vista nuda, mi hanno vista nuda

Oops! Questa immagine non segue le nostre linee guida sui contenuti. Per continuare la pubblicazione, provare a rimuoverlo o caricare un altro.

«Mi hanno vista nuda, mi hanno vista nuda...» Ripeto convulsamente stretta tra la possente presa dell'uomo rasato.
A passo barcollante percorro l'immenso giardino fissando tutti gli uomini che occupano l'intero spazio.

«Non ti ha vista nessuno. Al di là c'era uno specchio», confessa spazientito nella speranza di non sentirmi più ripetere la stessa frase.

Dubbiosa pianto i piedi sul prato ben curato rivolgendogli un'occhiata sconvolgente.

«Perché me lo stai dicendo?» Chiedo sbattendo le palpebre più volte.

«Non ti voglio sentire parlare, adesso fai come ti dico o saranno guai per entrambi chiaro?» Pronuncia freddamente incitandomi a camminare più velocemente.

Persa nel vuoto, rilasso i muscoli tesi avanzando fino ad arrivare alla grande porta d'ingresso.
Ad accogliermi c'è la stessa cameriera dal viso severo.
Non me la ricordavo così brutta e dal naso appuntito.
Probabilmente saranno i miei occhi colmi di lacrime a deformarmi l'immagine che mi si para davanti.

Prima di lasciarmi andare, l'uomo alle mie spalle cala la testa verso il mio collo provocandomi una fitta allo stomaco.

«Non dire una sola parola», mi sussurra all'orecchio talmente piano da non avere il tempo di metabolizzare la sua frase.

Si allontana da me lasciandomi da sola sulla soglia.

«Cosa aspetti? Entra.» Parla scocciata la donna.

Mi guardo intorno senza mai distogliere lo sguardo dal grande cancello aperto a distanza di qualche metro da me.

In realtà saranno almeno cento i metri a separarmi dall'uscita, e con tutti gli uomini lì davanti non andrò tanto lontano.

La cameriera posa la mano sul mio braccio nel tentativo di trascinarmi dentro il prima possibile.
Da quel tocco tanto orribile, strattono la presa correndo via verso la mia unica meta.

Quel maledetto cancello.

Nessuno prova ad arrestare la mia corsa, i capelli svolazzano ad ogni passo e il fiato inizia a diventare sempre più pesante.

La libertà mi sembra vicina, quasi palpabile da poterla toccare con le dita. Scoppio a piangere dalla gioia non appena sfioro con la coscia la struttura metallica, perché questo mi da una misera speranza.

ReflectionDove le storie prendono vita. Scoprilo ora