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Parte modificata

Londra, Canary Warf

I giorni passavano e la speranza di Linda diminuiva.

Novembre era ormai arrivato, le infinite ore portarono via il mese di ottobre nel peggiore dei modi. L'aria diventava sempre più gelida, le foglie cadute sui marciapiedi venivano spazzate via dai forti temporali che da giorni, Londra ne era pienamente invasa. Linda posò le ginocchia sul pavimento strofinandolo energicamente. Nell'ultimo periodo non faceva altro che starsene chiusa in camera di Scarlett a pulirla ripetutamente. Era diventata quasi un ossessione irrecuperabile, come se da un momento all'altro la figlia apparisse dal nulla. Una lacrima le attraversò il viso privo di trucco, le occhiaie evidenti la facevano sembrare un cadavere e i suoi innumerevoli attacchi di panico non erano affatto d'aiuto. Il profumo del detergente alla lavanda appena versato dentro il secchio le pizzicò le narici. Era la fragranza che amava Scarlett ed allora, ne comprò intere bottiglie. Era sicura che tornata a casa, avrebbe gradito nel vedere la sua camera pulita e ordinata. Voleva in qualche modo, ridarle il suo piccolo nido nel migliore dei modi. Cristiano entrò a passi lenti, si fermò alle sue spalle sospirando tristemente. «Tesoro rialzati, ti prego» la tirò su delicatamente guardandola in silenzio. Non c'erano parole per descrivere il vuoto che riusciva a vedere dentro quegli occhi scavati dal pianto. «Non tornerà mai più vero?» rispose adagiando il viso sul suo petto. Di rimando, un altro sospiro piu accentuato la intristì maggiormente. «Stavo pulendo la sua camera, voglio che trovi tutto in ordine» continuò speranzosa. «E' tutto perfetto cara, scendiamo di sotto, stanno bussando alla porta». Si voltò in direzione delle scale imprecando mentalmente.
Ogni qual volta che qualcuno si trovava al di là dalle loro mura, l'illusione di trovarci la figlia lo faceva respirare un attimo.
I due si precipitarono giù saltando anche i gradini, corsero alla porta tremendamente agitati e con ansia spalancarono quest'ultima senza nemmeno assicurarsi di chi fosse.
Esageratamente delusi, fissarono la donna che brontolava agitando qualcosa tra le mani.
Il grande cappello di paglia le copriva gli occhi truccati di azzurro mentre il rossetto color salmone le contornava le labbra sottili.
Il vestito dalle fantasie floreali metteva in risalto le forme abbondanti del girovita pressato da un evidente fascia che traspariva da sotto il tessuto.
Linda sbatté le palpebre senza capire il motivo della sua visita.
Era la vicina più fastidiosa che si potesse avere accanto.
«Signora Taylor, è già di ritorno?» chiese mantenendo un tono pacato.
«Questa qui...» sventolò con rabbia una maglietta nera alzando la voce «era nel mio giardino!» Affermò scocciata.

«Io, non capisco», le fece notare scombussolata.

«Non è la prima volta che Scarlett lancia le cose dalla sua finestra e finiscono direttamente in casa mia. Vi è chiaro adesso?» alzò un sopracciglio aspettando risposta da parte loro.
Cristiano si irrigidì quando la mente lo riportò ai giorni passati, aveva visto arrivare la figlia con quella maglietta addosso e lui invece di aiutarla le tirò perfino uno schiaffo.
Nessuno proferì più parola, Cristiano si limitò a strappargliela dalle mani e sbatterle la porta in faccia, tirando con sé la moglie in procinto di un altro pianto.
Si buttarono a peso morto sul divano, frastornati da tutto ciò che accadeva ogni singolo giorno.
I loro occhi si incontrarono, ricolmi di pentimento e amarezza.
Aspettavano ancora le innumerevoli risposte da parte della polizia che giorni prima aveva invaso la loro casa, portando via tutto ciò che apparteneva a Scarlett.
Credevano di trovare qualcosa, anche una minima parola nascosta dentro il suo computer poteva essere d'aiuto.
Ma loro, capirono che niente avrebbe aiutato la figlia.
Erano arrivati ad una conclusione.
Si aggrapparono alla fede, soltanto un miracolo l'avrebbe fatta apparire un'altra volta.

Colombia, Medellìn

Scarlett

Le cose sembrano andare di male in peggio, e ritornare in questa prigione dall'aspetto meraviglioso mi fa perdere i sensi, tanto da non riuscire più a gestire i miei sentimenti.

ReflectionWhere stories live. Discover now