DOMANI SARA' DIVERSO

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Nonostante la stagione, le sorgenti vicino alle montagne erano ancora freddissime. Quell'acqua gelida gli riportò alla mente lui. La sua mano, il suo intero corpo erano completamente ghiacciati. Ancor più vividamente ricordava il suo calore. Ciò che poteva scaldarlo più del sole in quella mattina estiva era un suo abbraccio. Anche se poteva solo immaginarlo, riusciva distintamente ad avvertire la sua presenza. Rigirò quella piccola sfera tra le sue mani.

"Trovata! Anche quella dalle cinque stelle è nostra"

"Bravo figliolo. Vegeta ne ha già recuperato quattro. Sbrighiamoci a trovare le altre due, cosa dici?"

Goku sorrise. Tra poco tutto sarebbe tornato in ordine.

Vagando tra le isole la sua mente continuava a perdersi nel tempo. Ricordi su ricordi. Ripensando ora agli ultimi mesi, si rendeva conto che nulla era importante. Voleva solo riaverlo con sé, non importava come. Amarlo era più che abbastanza. Saper di poter restituirgli la vita che gli aveva prestato: questo era il suo unico desiderio. Voleva solo che vivesse, per lui.

"Oh menomale! Avete fatto presto"

Chichi posò la tazza di caffè in fretta e furia e corse ad abbracciare la sua famiglia. Bulma si precipitò in soggiorno. Vegeta atterrò poco dopo.

"Grazie a tutti ragazzi. Finalmente possiamo chiudere questa brutta storia. Il mio povero bambino"

Non riuscì a trattenere le lacrime. Pensava di aver pianto a sufficienza, quando suo marito con aria scura era rientrato all'alba quattro giorni prima per chiedergli il radar. All'inizio non aveva voluto credere a quanto le era stato raccontato, ma la fatica del suo principe nel pronunciare quelle parole, l'aveva convinta ad affrontare la realtà. In seguito il dolore che aveva letto su tutti gli altri sguardi era bastato per darle il colpo di grazia. In tutto ciò, però, non avrebbe dimenticato di ricordare a suo figlio quanto fosse fiera di lui. Sacrifici di quel calibro erano degni della loro famiglia. Non capiva come avesse potuto anche solo pensare di non essere fatto a quel modo.

Vegeta radunò le sfere in un unico punto, poi lasciò che Kakaroth evocasse Shenron. Vedendo il cielo oscurarsi, Goten sentì una fitta al petto. La sua presenza era sempre più tangibile. Ricevette uno sguardo di incoraggiamento da suo fratello. Chichi teneva stretta a sé le due piccoline. Gli altri ascoltavano in silenzio l'evocazione del Drago.

"Drago Shenron, per favore. Puoi riportare in vita Trunks?"

"Niente di più facile"

Come un disco fisso, quella voce oscura ripeté la formula che pronunciava sempre ad ogni richiesta. Quella volta però Goten assimilò ogni sillaba. Una strana tensione si accumulò nel suo stomaco.

"No, non abbiamo altre richieste. Grazie"

Lo vedeva; i suoi capelli lilla, i suoi occhi azzurri, il suo sorriso. Loro due. Per la prima volta era cristallino. Il suo istinto si era deciso a intervenire.

"Allora, arrivederci"

Il resto del mondo precipitò in una dimensione parallela. Un muro di vetro lo stava isolando. Osservava in lontananza lo scorrere del tempo. Loro due. Adesso sapeva cosa fare.

Per quanto aveva dormito? Una specie di corrente invisibile lo risucchiò. Dov'è che lo stava portando esattamente? Non ne era sicuro, ma non aveva paura. In qualche modo era convinto che fosse la cosa giusta. Poi, come a pescare in un oceano, onde di ricordi invasero la sua mente. Poco a poco tutto tornava ad essere famigliare. Si ricordava di lei, sua madre. Ed ecco suo padre e la sua sorellina! Giusto... Tutto andava sempre più veloce. Si sentiva diventare sempre più pesante. Man mano che la leggerezza se ne andava, ciocche di capelli neri invadevano la sua visuale. Non era la prima volta, no? No, li aveva accarezzati in un miliardo di occasioni. Forse stava tornando proprio lì? Perché no? Era logico riprendere da dove aveva finito. Non erano forse l'ultima cosa che aveva visto? Voleva vederli di nuovo. Il nero diventava sempre più intenso e lui sempre più caldo. Gli sembrava quasi di poter ritrovare quella sensazione di seta tra le mani. Le sue mani? Finalmente le aveva riavute indietro. E quel profumo. Ora era davvero a casa. Un improvviso impulso elettrico animò i suoi polmoni. Scansò l'ossigeno per respirare quell'essenza. Era tornato in vita.

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