18.

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|𝒆𝒅𝙞𝙩𝒆𝒅|


Mi sono decisa a correggere la storia. Sono fiera di me.

Prima di postare questo nuovo capitolo la correggo e ovviamente correggo anche questo.

Non smetterò mai di ringraziarvi per il fatto che continuiate a leggere la storia, mi sento di saper fare qualcosa.

Volete sapere una cosa divertente?
Tutti:no
Jas: okay perfetto, ora vi racconto.
Stavo facendo i compiti delle vacanze, si, ho ancora i compiti delle vacanze da fare e si, sono piccola rido, VABBE comunque. Mi appare la domanda "ti sei mai innamorato? Com'è stato?" Io che scrivo di quando mi sono innamorata dei 1d a sette anni e che è una storia piena di pianti perché poi non sanno neanche la matematica. Ho raccontato che questi coglioni pensano che 18 mesi siano 5 anni, ceh ma avete studiato? *ride istericamente*

Non mi dilungo di più.

ENJOYOY IL CPTLLLL *abbraccio*

CAPITOLO 18

Avevo pensato alla possibilità di dire tutto quello che sapevo a Louis su suo padre, ma allo stesso tempo avevo paura che mi chiedesse come facevo a saperlo e si allontanasse quando avrebbe scoperto che ero uno spacciatore.

Ero immerso nei miei pensieri quando sentì dei singhiozzi provenienti dalla camera in cui erano andati Louis e il padre.

Mi spaventai, non sapevo se bussare ed entrare lo stesso, entrare e aspettare che mi dicano avanti oppure entrare e basta.

Entra Harry.

Feci come disse la mia testa.

Mi avvicinai piano alla porta, cercando di non far rumore, ma sbattei il piede nel piede di un tavolino che non avevo neanche visto.

Coglione

Cercai di non imprecare a causa del dolore allucinante al mignolo e andai avanti per la mia strada verso la mia avventurosa avventura.

Arrivai alla porta e cercai di aprire la maniglia non facendo rumore, ma visto che la fortuna stava sempre dalla parte degli Styles, la maniglia cigolava.

La aprì piano, peggiorando la situazione, ma fortunatamente nessuno dei due mi sentì.

La scena che mi si parò davanti faceva paura, tenerezza, venire ansia e anche gelosia.

Sentì i singhiozzi di Louis alternati all'uomo che stava abbracciando in modo possessivo, come se stesse per svenire e avesse bisogno dell'appoggio di qualcuno. E sapere che quel qualcuno non ero io faceva male.

Troppo preso dai miei pensieri iper protettivi riguardo il ragazzo per cui avevo una cotta, ormai, non mi resi conto che proprio lui era nel bel mezzo di un attacco di panico.

Mi buttai vicino a lui, facendo sobbalzare il padre ancora con le lacrime altri occhi, lo guardai male e poi tornai a guardare Louis.

Aveva gli occhi che lacrimavano tantissimo, erano più rossi di un pomodoro, non riusciva a respirare bene neanche.

"Vada a prendere dell'acqua" dissi al padre, che andò correndo verso la cucina a prendere un bicchiere d'acqua per il figlio.

Intanto io avevo portato Louis, tenendogli con una mano la sua e con l'altra la spalla, poggiandolo sul divanetto della stanza in cui eravamo prima, facendolo sedere in modo che la sua schiena combaciasse con lo schienale del divano su cui era seduto prima.

Arrivò il padre e presi subito il bicchiere, glielo porsi e lui lo tirò giù tutto in un sorso.

Dopo una decina di minuti si riprese, anche se con fatica.

Larry Stylinson || Just Text YouDove le storie prendono vita. Scoprilo ora