❝ THE ALTERED YEAR ❞ ━ TUA.

𝟎𝟖: 𝑶𝒄𝒄𝒉𝒊𝒐 𝒏𝒐𝒏 𝒗𝒆𝒅𝒆, 𝒄𝒖𝒐𝒓𝒆 𝒏𝒐𝒏 𝒅𝒖𝒐𝒍𝒆.

Un detto dice: "Occhio non vede, cuore non duole". L'ho ripetuto spesso durante il lungo percorso della mia vita, ma questo era il momento più adatto alla citazione. Vivere nascondendo la verità porterà ad un'apocalisse personale, alla fine della mia stabilità mentale.

Mi ero svegliata nel cuore della notte, tutto attorno a me era buio nonostante una piccola luce artificiale cercasse di prevalere sull'oscurità della camera. "Ha scoperto tutto? Ha spifferato il mio segreto?" non facevo altro che pensare a questo.

Una parte di me voleva mettere i piedi fuori dal letto e cercare Allison in quella casa abbandonata, un'altra mi diceva di aspettare e non dare modo di sospettare.

Decisi infine di chiudere occhio e cercare di tornare a dormire, la testa mi faceva malissimo ed ora la mia mente vagava tra i ricordi del giorno precedente. Jake.. Diego.. oh, dio! Ho quasi fatto sesso col mio fratellastro.

La mia lotta contro il sonno venne interrotta da un rumore proveniente dal corridoio. Spalancai gli occhi guardando il soffitto, cercando di sentire altri rumori. Sentii un altro passo fuggitivo.

Mi misi seduta sul letto fissando la porta, la quale si aprì dopo pochi secondi con ferocia. «Cazzo.. Zoe!» urlò Luther bagnandosi tutto il corpo con l'acqua contenuta nel bicchiere che cercò invano di tenere saldo. «Mi hai spaventato!»

Feci un sollievo di sospiro per poi ridere appena «Scusami, anche tu hai spaventato me!» Luther entrò in camera sedendosi ai piedi del letto. «Non riesci a dormire?» mi chiese cercando di tenere un tono basso, scossi la testa per poi allungare la mano verso il panno poggiato sul comodino.

Lo afferrai per poi avvicinarmi a lui, asciugando delicatamente il suo viso e il suo petto bagnato. Potevo percepire che per un momento si sentisse in imbarazzo, cosi lo guardai sorridendogli e dicendogli sottovoce «Con questo freddo poteva venirti un accidente!»

Luther sorseggiò ciò che rimase di quell'acqua nel bicchiere mentre io riposi il panno sul comodino. «Posso farti una domanda?» chiesi, aspettando un cenno di consenso da parte sua. «Come mai metà del tuo corpo sembra quello di una scimmia.. molto muscolosa?»

Luther scoppiò a ridere «Dovevo aspettarmi questa domanda! Beh..» si girò verso la finestra guardando la luna. «Nostro padre mi mandò lì. Ho passato quattro anni vivendo sulla luna..» quindi anche lui era rimasto solo! Anzi, forse più solo di me.

«Sono stato l'unico a non aver abbandonato la squadra. In una missione stavo per perdere la vita.. Reginald mi ha dato una seconda opportunità ed ora eccomi qui, grosso e brutto!» si mise a ridere ma nonostante ciò riuscivo a sentire un certo dolore nella sua voce. Forse aveva sentito anche lui la mancanza dei fratelli, forse gli mancava avere un corpo normale.

Era la prima volta che vedevo Luther con addosso solo una canotta e un pantalone da pigiama, solitamente era sempre nascosto sotto vari vestiti e mi ero fatta un'idea totalmente diversa di lui. Pensavo che forse era solo patito di palestra e per questo era così muscoloso, ma vedere la sua "pelle" scoperta, completamente ricoperta da peli e scura come il carbone mi fece capire che quell'esperienza, nonostante lo avesse salvato, non era ciò che lo rendeva particolarmente felice.

«Pensavi mai agli altri?» chiesi, giocherellando con i miei pollici. Luther annuì guardando il suo bicchiere ormai vuoto «Ogni singolo giorno, ogni singolo secondo.. Come puoi vedere ora siamo riuniti, ma ci incontrammo il giorno della morte di Reginald.. » inarcai le sopracciglia. Morte di Reginald? No, non è possibile.. lui era ancora qui a Dallas.

«.. e nessuno voleva saperne niente di nessuno..» continuò suonando sempre più malinconico. «Come vorrei che le cose fossero rimaste così!» ammise. Non riuscii a interpretare bene quella frase, mi limitai a stare muta e lui fece altrettanto per un po'. Guardai dietro le sue spalle enormi e notai qualcuno origliare dalla fine del corridoio.