Capitolo 3

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April's Pov

Rimango imbambolata a guardare la strada quando la vibrazione del telefono mi fa risvegliare.

"Angel, dimmi." Rispondo abbastanza infastidita. Siamo fidanzati da 2 anni ma ultimamente le cose fra noi non vanno nei migliori dei modi.

"Dove sei? Lauren mi ha raccontato della tua discussione con la tua prof di matematica." Ma quella ragazza la bocca chiusa mai?

"Sono davanti all'entrata, voi dove siete che vi raggiungo?" Domando incamminandomi.

/Mi spieghi dove vai se non sai nemmeno dove sono./

Giusto.

"Hai capito April?" Mi richiama Angel.

"No."

"Siamo davanti la mensa." M'informa lui abbastanza seccato, lo strozzo.

"Arrivo." Stacco e accelero il passo.

Urto un paio di persone che fortunatamente non mi hanno riempita d'insulti, arrivo davanti la mensa e trovo Angel che sorride guardando il telefono e Lauren che lo guarda male. Prendo un bel respiro e richiamo la loro attenzione. Angel posa subito il telefono e si avvicina a me baciandomi castamente le labbra.

Lauren ci guarda schifata e si avvicina a me mentre Angel si allontana.

"Lo sai che stava sul profilo di un'altra?" Mi domanda sapendo anche già la risposta. "Non c'è più amore tra voi due ma non capisco perchè non vi molliate?" Sbuffa. Entro in mensa senza risponderle, nella mia testa c'è ancora quella ragazza che ballicchiava. Chissà chi è e che corsi frequenta.

"Mi stai ascoltando? A che stai pensando?" Lauren mi da dei colpetti sulla spalla richiamando la mia attenzione.

"Al fatto che stasera devo lavorare." Mento, beh solo in parte.

"Ma poi ci raggiungi a casa di Andrew? Non puoi lasciarmi da sola." M'implora mentre ci mettiamo in fila per ritirare il pranzo.

"Non ho detto questo, ho semplicemente detto che lavoro." Sbuffo, non per lei ma per il fatto che io debba andare a casa di un amico di Angel che si fa sempre, lui e tutta la sua compagnia.

"Allora ti passo a prendere a lavoro, ti porto a casa tua a cambiarti e poi andiamo a casa di quello." Finisce e mi schiocca un bacio sulla guancia, prendiamo quello che dobbiamo prendere e raggiungiamo Angel.

Lui, appena sto per sedermi, mi blocca e mi fa sedere sulle sue gambe.

"Scusa se sono stato scontroso. Ti amo." E mi bacia, un vero bacio. Si stacca e me ne scocca un altro a stampo sulle labbra. Sorrido  leggermente mentre lui poggia la sua mano sulla mia coscia e mi accarezza delicatamente sorridendomi, io ricambio il sorriso e inizio a mangiare.

Incontro lo sguardo disgustato della mia migliore amica ma faccio finta di nulla e continuo a mangiare.

"Stasera lavori?" Mi domanda il mio ragazzo spostandomi una ciocca dietro l'orecchio per avere la strada libera per il mio collo.

"Si, fino alle 20, come sempre. Poi Lauren passa a prendermi e veniamo a casa di Andrew." Rispondo tra un boccone e l'altro. Lui inizia a baciarmi il collo mugugnando qualcosa. "Non ho capito." Lo informo.

"Posso passarti a prendere io e magari fare una sosta a casa mia." Alza la testa incrociano il mio sguardo. I suoi occhi sono pieni di malizia, si morde il labbro e attende una mia risposta.

"NON CI PENSATE. IO NON ASPETTO I VOSTRI SPORCHI COMODI." Interviene Lauren salvandomi. "Io non aspetterò 3 ore a casa di un tizio, tuo amico." Indica Angel. "Che non conosco ma che sicuramente non è uno apposto. Già faccio un sacrificio a venire e voi volete pure chiavare? S C O R D A T E V E L O." Finisce di parlare e se ne va. Saluto velocemente Angel che è parecchio nervoso e seguo Lauren.

"Mi vuoi aspettare?" La blocco per un braccio, lei si gira tutta scazzata e mi guarda male.

"Non ti azzardare, se mi fai una cosa del genere che ti meno." Sbuffa, rido e lei mi guarda ancora più male.

"Ma figurati e poi sono troppo stanca." E le faccio l'occhiolino. Mi prende sotto braccio e ci dirigiamo verso la nostra prossima lezione.

La sera nella pizzeria di April.

"Apriiiiil."Urla mia madre dalla cucina, la raggiungo e la vedo con due pizze in mano mentre il pizzaiolo continua a farne altre. "Devi consegnare queste due, qui c'è l'indirizzo." Mi da le pizze con il biglietto dell'indirizzo e se ne va facendomi un occhiolino.

Prendo il casco e le chiavi dal mio armadietto ed esco fuori. Metto in moto il motorino inserendo l'indirizzo nel GPS per poi sfrecciare sulle strade di San Francisco. Una volta arrivata a destinazione mi rendo conto che è la 'casa dei traslochi' dell'altra volta. Scendo dal motorino e entro nel vialetto.

Una volta davanti alla porta busso il campanello e all'inizio nessuno risponde. Dopo un paio di minuti si presenta davanti la porta la ragazza biondina.

"OH CIAO, LE PIZZE." Urla per non so quale strano motivo, poi volta leggermente la testa e capisco. Ha le auricolari nelle orecchie. "KENDALL LE PIZZE." Urla con il viso verso l'alto, forse c'è qualcuno sopra.

/no ma davvero pensavo stesse parlando con se stessa/ commenta la mia coscienza.

"Ecco a te i soldi." Mi da i soldi con una mano e con l'altra prende le pizze. "CIAO." Mi sorride e chiude la porta. Rimango a fissare un po' la porta e poi torno sul motorino. Torno alla pizzeria dove mi sta aspettando Lauren. Appena arrivo parcheggio il motorino e salgo in macchina con lei.

A casa di Andrew

Io e la mia migliore amica siamo davanti questa mini villa da dove escono urla e musica a tutto volume.

"Sono le 22 a mezzanotte ce ne andiamo." Mi avverte lei.

"Per me possiamo andarcene anche prima." Prendiamo un bel respiro e entriamo. Non siamo mai state tipe da festoni, siamo più tipe da Netflix, coperta e pizza. Lo stare tutti ammassati, tutti senza controllo non ci fa stare molto a nostro agio.

Indosso un top nero con sopra una camicia a quadri grandi blu e rossa e un pantalone della tuta grigio mentre Lauren indossa una maglietta a giromanica con delle macchie marroni e un dragone al centro, e un jeans nero.

Dopo un bel po' di tempo riusciamo a trovare Angel e il resto dei ragazzi e Lauren inizia già a sbuffare perché ha visto già delle canne e parecchie bottiglie di birra.

"APRIL." Urla il mio ragazzo vedendomi, si alza e mi viene a baciare. Rimango un po' inorridita dal bacio perché sa di fumo e birra e non mi piace quando fa così perché litighiamo sempre.

"Hey." Ricambio il saluto. Lui mi prende per il polso e mi porta sui divanetti facendomi sedere su di lui.

"Oh ecco la signorina." Mi saluta Michael, io ricambio facendo un sorriso tirato, lui poi volge la sua attenzione a Lauren. Ha sempre avuto una cotta per lei ma Lauren gli ha sempre dato il due di picche per la vita che fa.

Angel inizia a baciarmi il collo e la cosa inizia a infastidirmi.

"Angel basta, non c'ho voglia." Ma lui continua, lo spintono e mi alzo. Lauren mi guarda e prova a seguirmi ma Michael la blocca e si mettono a discutere. Esco fuori e inizio di nuovo a respirare.

"Che ti prende?" Scuote la testa Angel che mi ha seguita fuori.

"Ti avevo detto fermati, non mi piace quando fai così, quando bevi e fumi, invece puntualmente lo fai." Inizio a fare avanti e dietro.

"Ti lamenti sempre non riesci mai a divertirti, sei a una cazzo di festa divertiti, da quando tuo padre è morto fai solo la pesante." Dice scazzato ma appena si rende conto di quello che ha detto tenta di avvicinarsi.

"Angel ma vaffanculo." Lo lascio lì e torno dentro a recuperare Lauren che sta continuando a litigare. Andiamo in macchina e appena metto in moto scoppio a piangere mentre le spiego quello che è successo.
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L'amore oltre la malattiaWhere stories live. Discover now