capitolo 3

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Ripensava a quello appena successo, sul corpo sentiva ancora le sue mani. Dentro di lei si era acceso un fuoco ardente che le faceva venire i brividi. La rossa si mise davanti allo specchio e si sfilò il vestito lasciandolo cadere a terra. Sussultò quando notò segni rossi sui fianchi e sulle cosce, guardando più attentamente anche le labbra e il collo erano arrossati.

Provò a dare una spiegazione. Quel contatto tra un angelo e un demone, tra paradiso e inferno, aveva provocato quei segni. Forse era una punizione? Sinceramente non le importava, le era piaciuto così tanto che l'avrebbe rifatto mille volte. Allo stesso tempo aveva paura, e se non fosse più riuscita a farne a meno? Non voleva essere così legata a un'altra anima, desiderava sentirsi libera di vivere la sua eternità come voleva.

Rebecca decise di uscire dal suo piccolo appartamento per fare spazio nella mente. Camminava senza badare a quello che aveva attorno, pensava e basta. Quando arrivò in un parco vicino a casa sua cominciò a badare attenzione all'ambiente: il verde acceso degli alberi e dell'erba che la circondavano le trasmettevano un senso di pace e felicità, solo in paradiso aveva visto un posto così celestiale. Sembrava incantato. Sorrise spontaneamente, il vento le mosse i capelli e lei chiuse gli occhi.

Improvvisamente sentì un sussurro, qualcuno aveva appena pronunciato il suo nome. Cominciò a girare su se stessa per capire se ci fosse qualcuno e quando vide una figura di un angelo dai capelli biondi dietro un albero sussultò. Scosse la testa come per vedere meglio ma inaspettatamente non c'era più nessuno. Alzò lo sguardo verso il cielo sospirando. -Papà, non mandarmi segnali, non tornerò a casa!- esclamò. Come risposta ottenne una leggera raffica di vento caldo.

Tristan si sentiva ancora leggero, come se quella ragazza gli avesse portato via tutti i peccati, come se fosse diventato un angelo anche lui. Sapeva che era impossibile, la sua anima era condannata all'eternità, però voleva riprovare quella sensazione che di lì a poco sarebbe sparita.

Voleva vedere il suo amico, Bradley, scappato dall'inferno con lui. Chiuse gli occhi e strinse i pugni, si teletrasportò in un vicoletto e dopo qualche passo si ritrovò in una strada affollata di Santa Barbara. Riconobbe da lontano l'aura demoniaca del riccio e andò da lui, era impalato sul marciapiede e guardava un punto indefinito in mezzo alla folla. -Brad!- esclamò. Quest'ultimo si girò, dal suo sguardo si capiva che aveva appena visto qualcosa di straordinariamente mozzafiato, gli occhi gli brillavano come se fosse rimasto ammaliato. -Amico, cosa fai qui? Non eri a Los Angles?- mentre parlava il moro scosse la testa per riprendersi dalla stato in cui si trovava. Tristan scrollò semplicemente le spalle. -Devo raccontarti una cosa.- Arrivarono in un parchetto, erano quasi completamente soli. L'unica cosa che sentivamo era io fruscio delle foglie e qualche bambino giocare in lontananza.

Tristan e Bradley erano due ragazzi normali all'apparenza, dentro di loro però, si celava una forza così oscura che avrebbe potuto spazzare via tutto quello che avevano davanti senza neanche provare un minimo di compassione o pietà. Dentro di loro non volevano essere veramente così ed era proprio per questo che avevano deciso di scappare insieme dall'inferno. Se n'erano andati all'insaputa di tutti, anche dei loro genitori. Probabilmente ora erano dei ricercati, se un giorno li avessero trovati avrebbero passato guai seri. Non potevano nemmeno immaginarsi le punizioni che avrebbero ricevuto.

Per i demoni, andare sulla terra o averne un qualsiasi contatto era severamente vietato, perché avrebbero portato con loro solo problemi, infelicità e distruzione.

Quando gli umani pensavano all'inferno si immaginavano solo un luogo infuocato. Nella realtà era molto peggio. Tutto era cupo e buio, vivevano negli eterni lamenti dei demoni e tutto quello che li circondava erano rocce, cascate di lava e strane creature infuocate che punivano chi si trovava lì. In confronto la terra era il paradiso per loro, tutti erano così felici e spensierati. Volevano essere semplicemente come loro ma sapevano che sarebbe durato poco perche li avrebbero trovati e portati via di lì. Sarebbero stati strappati via dal loro piccolo posto felice.

I due ragazzi si sedettero sul prato e si guardarono per qualche istante. Il riccio fece un cenno con la testa. -Cosa dovevi dirmi di così importante da teletrasportarti da Los Angeles a Santa Barbara?- lo guardò divertito. Tristan passò una mano nei suoi capelli poi si mise più comodo appoggiando entrambi le mani sul prato. -Ho incontrato un angelo.- Si guardarono fissi negli occhi. -Non l'hai fatto veramente?- Fece Bradley capendo subito, Tristan annuì. -Non ci eravamo promessi di tenere un profilo basso per non farci trovare?- Il biondo sospirò, cominciò a spiegare come si era sentito quando la toccava, così felice e leggero come non si era mai sentito. Aveva percepito il fuoco dentro di lui ingrandirsi sempre di più per la passione. Quando l'aveva guardata negli occhi aveva capito che non sarebbe più riuscito ad allontanarsi da lei, mentre l'angelo non si era fatto nessun problema a lasciarlo lì impalato a guardarla andare via. -Voglio rivederla.- Disse deciso alla fine, Bradley sospirò. -Devi stare attento.- Tristan annuì semplicemente e strappò un fiorellino dal prato, questo appassì in qualche secondo. Tutto quello che toccava finiva per morire.

-Anche io credo di aver visto un angelo.- Disse il riccio. -La sua aura non era molto potente ma quando l'ho guardata negli occhi mi è sembrato di vedere il paradiso.- Tristan lo guardò curioso e fece qualche domanda. Il riccio disse di averla incontrata sul marciapiede poco prima che Tristan di presentasse davanti a lui. Si erano scontrati e aveva sentito una scossa attraversargli il braccio. È rimasto incantato a guardarla per vari secondi mentre lei si allontanava. Dentro di lui voleva rivederla ma non voleva rischiare di fare lo stesso errore di Tristan.

-Distraiamoci e andiamo a bere qualcosa.- Disse semplicemente il biondo. Si alzarono e notarono che nel prato avevano lasciato sotto di loro dell'erba secca e appassita. Se ne andarono di nuovo verso il centro e si fermarono davanti a un locale. -Entriamo qui?- Fece il riccio sentendo qualcosa che lo attirava. Tristan acconsentì e insieme entrarono.

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