Capitolo 8 - Ancora lui?

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Per la prima volta dopo anni, mi ritrovo un venerdì sera senza impegni. Nessun turno, nessun paziente, nessuna scusa per evitare il caos di Roma. È strano, quasi inquietante, non avere un piano preciso. Eppure, eccomi qui, davanti al mio armadio, mentre cerco di trovare dei vestiti adeguati per la serata che mi aspetta.

Andrò al Bar, così si chiama il posto.

Bar. Mi fa sempre sorridere quel nome, così banale e allo stesso tempo perfetto. Nessuna pretesa, nessuna aspettativa. Solo Bar.

Non esco spesso, e si vede.

Ho sempre preferito la calma della mia piccola bolla al frastuono delle strade romane, ma a volte c'è bisogno di spezzare le abitudini. Di uscire dalla propria zona di comfort, dicono. Non so se sarà così liberatorio come promettono, ma almeno non sarò sola.

Alla fine scelgo un paio di jeans scuri e una camicetta color crema. Non troppo elegante, ma nemmeno trascurata. Perla direbbe che dovrei osare di più, magari mettere un vestito, ma stasera voglio sentirmi a mio agio. Aggiungo una giacca di pelle nera, che mi dà un'aria un po' più decisa di quanto mi senta davvero, e un paio di stivaletti bassi. I tacchi sono fuori discussione: sono più brava a bilanciare vassoi che me stessa sopra un paio di stiletto.

Quando esco di casa, l'aria è fresca e piacevole. Roma ha un'energia diversa di sera, vibrante e caotica, quasi ipnotica. Camminare tra le luci dei lampioni e il rumore delle risate che escono dai locali mi fa sentire un po' fuori posto, ma anche curiosamente viva. Forse non è così male lasciare la mia bolla, ogni tanto.

Arrivo al Bar e già vedo Perla che mi aspetta, con il solito sorriso che sembra dire "Finalmente ce l'hai fatta." Non appena varco la soglia, il rumore del locale mi travolge: musica, risate, voci alte che si sovrappongono. Mi sento un po' smarrita, ma cerco di mantenere la calma.

"Si, non sapevo cosa mettere," rispondo onestamente, avvicinandomi al bancone.

Perla mi guarda con uno di quei suoi sguardi che non lasciano spazio a discussioni, ma prima che possa aggiungere altro, parla lei.

"Non saremo sole stasera. Ci sarà anche Leonardo, un ragazzo che ho conosciuto poco tempo fa. Un bravissimo cantautore, che ha smesso a causa di un intervento alle corde vocali." Mi guarda con un'espressione che vuole essere rassicurante, ma io non posso fare a meno di pensare a come deve essere stato difficile per lui abbandonare la sua passione. "Ma mi ha detto che ci sarà qualcun altro, senza dirmi il nome," aggiunge, alzando le spalle come a dire: "Non so dirti di più." Decido di non indagare oltre.

Poi, mentre ci dirigiamo verso il tavolo, la porta si apre e due figure entrano nel locale. Uno è un ragazzo dai capelli scuri. Perla cammina a passo svelto verso lui, presumo sia Leonardo e l'altro leggermente dietro che si fa spazio tra chi si piazza davanti all'entrata.

L'altro è Chase.

"Non è possibile," dico, senza riuscire a trattenere il mio stupore.

"Sapevo fosse lui, ma non te l'ho detto... Altrimenti non saresti venuta." M'informa, Perla, ma alla fine ha ragione. Un po' confusa, ma anche divertita dalla situazione, mi siedo accanto a lei, cercando di mascherare il mio imbarazzo.

SOSPESA NEL TEMPOHikayelerin yaşadığı yer. Şimdi keşfedin