"Lasciatemi sola."
Le parole mi escono di bocca senza pensarci. Sono così ferme, così decise, che mi sorprendo.
Non ho intenzione di dire altro, non voglio spiegazioni, non voglio sentire più nulla. Mi alzo, senza guardare nessuno, prendo la mia valigia e me ne vado.
Lascio Perla, lascio la sua casa, lascio la confusione che mi stava inghiottendo. Non posso restare lì, non posso stare ancora un secondo in quella casa, circondata dalle loro bugie, dal silenzio che cerca di mascherare la verità.
Non posso più fare finta di nulla. Non posso più guardare in faccia qualcuno che mi ha mentito. Non voglio restare intrappolata in quella situazione che mi sta distruggendo. Non è più casa per me. Non è più sicuro.
Me ne torno a casa mia e preparo la valigia.
Una volta pronta con il necessario alla mano, chiudo la porta dietro di me senza voltarmi, e vado via. Non mi importa più di come si sentono loro. Non mi importa di chi mi guarda o cosa pensano. Voglio solo allontanarmi, allontanarmi da tutto ciò che mi sta consumando.
Non ho nemmeno bisogno di pensare dove andare, so solo che Milano mi aspetta. Non ho scelta, devo farlo, devo scappare. Non voglio affrontarli. Voglio un po' di tempo per me. Dai miei genitori è l'unico posto in cui sono in pace.
Salgo su un treno.
Mentre il treno parte, mi lascio avvolgere dalla velocità, dal rumore incessante dei binari. La città che vedo scivolare via dalle vetrate mi sembra distante, come se fossi già lontana dalla vita che mi ha deluso. Il treno mi porta via, più veloce di quanto pensassi.
A Milano, quando scendo dal treno, mi sento quasi sollevata, come se l'aria stessa mi facesse respirare un po' meglio. Non c'è più quella pesantezza che avevo dentro, quella sensazione che tutto mi crollasse addosso e il sollievo dura pochi secondi. In fondo, non sono davvero fuggita, non è questo che mi fa stare meglio. Ho bisogno di fermarmi, di riflettere.
Arrivo a casa dei miei. Non c'è bisogno di dire niente. Mia madre mi guarda, mi abbraccia senza dire nulla, come se sapesse già che non voglio parlare. Papà mi fa un sorriso triste e mi accoglie nel silenzio che solo lui sa offrirmi. Non ci sono domande, non ci sono "perché", solo la calma di casa.
Mi siedo sul divano e chiudo gli occhi. Cerco di non pensare. Ma non posso, la mente continua a tornare a Chase, a Perla, a quella notte.
La promessa che aveva fatto a Andrea, la sua scelta di non mantenerla. Ogni parola che mi ha detto sembra risuonare come un eco, e non riesco a fermare la domanda che continua a girarmi in testa: perché non mi ha cercata?
Mi sento tradita, non solo da lui, ma da tutti loro.
Perché nessuno mi ha detto la verità? Perché mi hanno nascosto quello che sapevano? L'immagine di Andrea, il suo sorriso che non vedrò mai più, mi ritorna alla mente, e ogni volta mi fa più male.
Perché tutto questo doveva succedere? Non riesco a trovare una risposta. Non riesco nemmeno a capire come fare ad andare avanti.
Il silenzio della casa mi avvolge, ma non mi basta. È troppo difficile stare in pace con me stessa. Voglio solo chiudere gli occhi e svegliarmi in un altro posto, dove tutto sia diverso. Ma non posso.
Mi alzo, vado alla finestra e guardo fuori. Milano è frenetica come sempre, la gente che corre per le strade, la luce dei semafori che cambia in continuazione. Ma io, qui, mi sento ancora persa, come se non riuscissi a trovare un posto in tutto questo.
Non so cosa farò domani, non so se sarò mai in grado di perdonare Chase, non so nemmeno se riuscirò a guardare Perla e Leonardo senza sentire quel nodo in gola.
Per ora, voglio solo essere sola. E forse, in qualche modo, troverò una risposta anche a queste domande, ma non oggi. Non adesso.

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SOSPESA NEL TEMPO
ChickLitNON È FANTASY! ⚠️ Ho lasciato i commenti inerenti alla vecchia versione perchè mi piace ricordare da dove sono partita. ✯✯✯✯✯✯ Una giovane donna, segnata da un dolore profondo e...