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Durante tutto il volo di ritorno pensai alle parole di Ava, al fatto di buttarmi ed essere chiara su quello che provavo.
Scesi dall'aereo con un nuovo spirito, ero carica e pronta per affrontare Dakota. La prima cosa che feci fu chiamare un taxi e poi mandare un messaggio a Dakota chiedendole dove fosse, mi rispose dopo diversi minuti dicendomi che era a casa. Cosi dissi all'autista dove accompagnarmi.

"C'è la puoi fare" mi dissi suonando il campanello, lei aprì e salí le scale quasi correndo. E come la volta scorsa mi aspetta sulla porta e vederla mi fece tornare a respirare.
Più mi avvicinavo, più tutto il coraggio che avevo andava piano piano a farsi fottere, sopratutto notando il suo sguardo, era strano. E solo quando mi fece entrare capí il motivo.

"Ciao Alex" mi salutó Oliver con un sorriso.
Buttati il cazzo, ecco cosa.

"Ciao Oliver" salutai mantenendo un tono di voce neutro.

"Vieni ti do le cose di Priya" disse Dakota. Aveva un tono freddo e distaccato e questo mandó totalmente in frantumi il mio coraggio e qualunque altra cosa mi fosse presa durante il viaggio.
La seguí fino a quando vedi la mia palla di pelo venirmi incontro scodinzolando che mi fece sorridere.

"Spero che non vi abbia dato problemi" dissi.

"Nient'affatto, è dolcissima" rispose Oliver, mi sforzai di sorridere e afferrai la borsa che Dakota mi stava porgendo.

"Bé grazie ragazzi, davvero... ora scappo, ho il taxi che mi aspetta" mentí per avere una scusa per uscire da lí velocemente.

Dakota non mi guardó mai in faccia e forse fu meglio così, li salutai e uscí da quell'appartamento che di colpo mi era sembrato piccolo e soffocante.

"Che dici? Passeggiatina?" dissi rivolta a Priya una volta uscita in strada. Non so quanto tempo ci misi a tornare a casa, ma presumo un bel pó dato che si era fatta già sera.

Appena rientrai lasciai tutto a terra e prendendo Priya in braccio me ne andai a letto, lei forse notando che qualcosa non andava mi iniziò a leccare facendomi ridere.

"Meno male che ci sei tu" e mi addormentai così, con Priya che coccolava me.

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I giorni passarono come se io fossi solo un telespettatore della mia stessa vita, sapevo che reagire così era da sfigati e che non aveva senso, ma in quel momento mi sentivo apatica.
Le mie giornate passavano tra un servizio e l'altro e quando tornavo mi rinchiudevo nel mio laboratorio a stampare foto su foto.

"Alex adesso basta, mi stai deprimento con questo tuo comportamento" disse Jude entrando come una furia nel mio studio seguita da David. Colin come al solito saltó dalla sedia mentre io rimasi immobile con lo sguardo fisso sul pc.

"E non guardarmi allora" borbottai in modo infantile. La vidi fulminarmi con lo sguardo, e non prometteva niente di buono, e per fortuna David intervení in quel momento.

"Alex capisco come ti senti, ma non puoi continuare così... ti voglio bene, ma ti stai comportando da bambina ed è ora che tu esci di qui" fissai David per diversi minuti e poi mi alzai di scatto.

"Hai ragione, quello che mi ci vuole è uno dei miei viaggi" dissi afferrando la giacca "Colin stare via qualche giorno, pensaci tu" e detto questo mi incamminai verso l'uscita.

"Dove potrei andare? A nord? A est? Ma chissenefrega della destinazione" continui a parlare da sola. Poi mi fermai di colpo e David e Jude mi vennero addosso guardandomi come se fossi uscita pazza.

"Potete tenermi Priya?"

"Alex io non intendevo questo prima"

"Ah no? Perché a me sembra un ottima idea" dissi riprendendo a camminare. Ad un certo punto Jude mi afferró per un braccio per farmi fermare.

"Ora andiamo a casa e ne parliamo, queste botte di matto non le sopporto" e così dicendo mi trascinó nella sua auto dritte verso casa mia.

Mi ritrovai seduta sul divano a guardare i miei due amici in piedi di fronte a me.
Mi guardavano come se mi stessero studiando, neanche fossi una cavia da laboratorio.

"Bene Alex, abbiamo sentito Ava e ci ha raccontato quello che è successo" inizió David.

"E sinceramente avremmo preferito che c'è lo raccontassi tu" ci tené a dire Jude.
Il giorno dopo che ero tornata avevo chiamato Ava raccontandole come ero andata da Dakota e di come avevo visto Oliver, il resto ve lo lascio immaginare.

"Non c'è niente da raccontare... lei ha la sua storia e io non c'entro niente... devo solo starle lontana e mi passerà"

"Cerca un'altro momento per parlare con lei... non dovresti fermarti al primo ostacolo" fece David sedendosi accanto a me.

"E poi potrei parlare con Erika e tastare il terreno" aggiunse Jude sedendosi sull'altro lato.

"Ragazzi, davvero, vi ringrazio, ma ormai ho deciso... ho solo bisogno di staccare qualche giorno e quando tornerò sará come prima" i due mi guardarono sicuramente non sapendo più cosa dire se non annuire.

"Va bene, ma non fare stupidaggini e sopratutto chiama" disse infine Jude.

"Per Priya non preoccuparti, la guardiamo noi"

"Grazie ragazzi" e mi ritrovai ad abbracciarli. Rimasero con me per un pó e poi andarono via e io preparai tutto l'occorrente per un viaggio.

Tu, Il Mio Viaggio Inaspettato Tempat cerita menjadi hidup. Temukan sekarang