1. Due settimane prima

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L'oscurità risveglia il sonno. 

Paul Valéry

Lucia guarda il SUV del marito allontanarsi sul vialetto di ghiaia bianca che porta al cancello in fondo alla collina.

Un brivido la scuote, in quel lungo maggio la primavera continua a mostrarsi cugina cattiva dell’autunno, piuttosto che calda madre dell’estate: è già mattino inoltrato, ma il vento che la investe è ancora pungente come quello delle sere di marzo.

Si stringe tra le braccia, la sensazione di freddo sembra sparire, si gira e sale i pochi gradini che conducono all’ingresso della villa; poco oltre la soglia il display del videocitofono mostra il cancello che si richiude dietro la targa del massiccio automezzo. Lo sguardo cade sull’attaccapanni a muro: appeso a uno dei ganci, il cappotto in cachemire del consorte fa mostra di sé. Una smorfia di disappunto adombra il volto di Lucia: i telegiornali danno notizia di una capitale francese davvero fredda.

– Pazienza. – pensa sorridendo – Dovesse mai servire ne comprerà uno, forse anche più alla moda: a Parigi avrà solo l’imbarazzo della scelta.

La donna attraversa a lunghi passi l’ingresso, raggiunge il luminoso salone, arredato con accessori un po’ kitsch, ma assortiti con gusto.

Ricorda la prima volta, poco meno di un anno fa, quando mise piede in quella casa che il marito, chirurgo di fama internazionale, le aveva fatto trovare già pronta.

– Non ti piace? – le disse notando l’espressione dubbiosa mostrata per alcuni accostamenti decisamente azzardati – L’arredamento è opera di un famoso designer d’interni, in un primo momento ha lasciato perplesso anche me, ma poi l’occhio si abitua e apprezza.

Infatti era stato così; ora non saprebbe immaginare il luogo dove vive sistemato in modo differente.

Attraversa il salone fino alla parete opposta, si avvicina al calendario, sorride, depenna il giorno corrente, ne conta altri sei e mette un cerchio: la data del ritorno. 

Lucia si stira la schiena, spinge i pugni chiusi verso l’alto, poi passa le mani aperte tra i capelli chiari. L’orologio appeso al muro dice che può ancora godersi qualche ora di sonno, prima che il fattorino del mini market del paese le consegni la spesa della settimana. Torna verso il corridoio, sale le scale che portano alla zona notte, entra nella sua camera, si butta sul letto e si rannicchia sotto le coperte ancora tiepide.

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