2. La patente

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Non c'è che una sola cosa al mondo che possa dormire veramente bene: è un cadavere. 

Xavier Forneret

– Sono il commissario Sammarchi.

Le due donne sulla porta guardano incuriosite l’uomo che mostra loro il tesserino della polizia.

Ad attirare la loro attenzione non è tanto l’aspetto, il poliziotto mostra un’età indefinibile e i tratti del viso sono tutto sommato gradevoli, quanto l’abbigliamento che spinge a domandarsi se quell’uomo possegga uno specchio: sotto la giacca viola indossa una camicia rossa e un paio di calzoni verdi, il tutto rifinito da una cravatta giallo ocra.

– Possiamo entrare ? – incalza il commissario indicando con il capo altri due uomini alle sue spalle.

La donna che ha aperto impiega qualche secondo a far scomparire l’espressione divertita stampata in volto.

– Prego, entrate pure. – dice imbarazzata.

– Siete della polizia, avete detto. È successo qualcosa? – chiede l’altra donna.

– Sì, siamo della polizia, loro sono l’ispettore Capasso e l’agente De Vitis.

Sammarchi guarda a turno le due donne.

– Chi di voi è la signora Nori.

– Io. – rispondono all’unisono.

Il poliziotto squadra entrambe.

– Ci scusi, commissario. – dice quella dai capelli più chiari – Io sono la moglie e lei è mia cognata.

– Capisco.

Sammarchi da sotto la giacca estrae una patente, di quelle in tessuto, e la mostra alla signora Nori.

– Riconosce l’uomo nella foto?

La donna fissa il documento per un istante.

– Sì, è mio marito. – una nota d’inquietudine incrina la voce.

– Mi spiace, sono costretto a informarla che il corpo senza vita è stato ritrovato ai margini di una discarica, a pochi chilometri da qui.

Non svegliarmiWhere stories live. Discover now