7. Luna piena

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Hyungwon's pov

“Oggi è il tuo giorno libero, perché sei comunque qui?” fu questo il modo in cui mi salutò Soohyo, non appena misi piede nella hole, avvolto in un cappotto color camoscio ed una camicia nera, che non potevo sfoggiare durante i giorni di lavoro, costretto dalla mia uniforme.

“Non sentivate la mia mancanza?” chiesi a lei ed al suo fidanzato – o ciò che era – naturalmente avvinghiato al suo fianco, come sempre.

“No” ghignò lui in risposta, ed io soffiai dalle narici, scuotendo lievemente la testa, come per palesare il mio disinteresse nei loro confronti.

Poggiai i gomiti sulla superficie del bancone e sorrisi di lato, alternando lo sguardo tra i miei due colleghi.

“Vorrei vedervi al lavoro...” soffiai, sfiorando con un dito un foglio posto accanto a me, coperto dalla tondeggiante e confusionaria scrittura di Soohyo, che me lo tolse di mano con arroganza “Potrei simulare una prenotazione, così sareste costretti ad essere gentili con me”

“Non lo sarei ugualmente, e non posso affittare una stanza a chi qui ci abita” ringhiò lei, con le sopracciglia corrucciate, facendomi sorridere per aver catturato così velocemente la sua totale attenzione.

“Non se io decidessi di chiamarmi... Park Minho-” finsi di riflettere e poi inarcai le labbra in un grosso sorriso compiaciuto “no? Non penso che il tuo capo sarebbe d'accordo se tu trattassi male un cliente...”

“Ogni tanto mi dimentico che tu fingi soltanto di essere intelligente, ma è soltanto una facciata” rispose lei di rimando, sedendosi sulla sua sedia girevole senza un minimo di grazia, con le braccia poggiate sui braccioli e le gambe accavallate “Non simuleremo niente”

“E se te lo dice così vuol dire che non scherza...” la prese in giro Jooheon, poggiando una mano tra i suoi capelli, che tirò dolcemente indietro per scoprirne il viso, ancora corrucciato.

“Da che parte stai tu?” ringhiò verso di lui, che schiuse le labbra facendomi sogghignare sotto i baffi.

“Mi lamenterò per la scortesia del personale...” continuai ad infastidirli, sfiorando i suoi oggetti e cambiandone lievemente la posizione, in maniera quasi impercettibile, ma sapevo che se ne sarebbe accorta, vista la sua inquietante fissazione verso gli oggetti ordinati e simmetrici.

“No, no, prego, ordini una camera” disse il corvino, facendo girare di scatto sia me che la sua ragazza, che sembrò incenerirlo con lo sguardo, mentre io mi scrosciai rumorosamente le dita, che iniziai poi a picchiettare sul legno, facendo tintinnare i sfarzosi anelli che avevo deciso di indossare quel giorno “La carta d'identità, signor Park” aggiunse poi, spiazzandomi, e facendo ridere la ragazza.

“Ti ha fottuto!” urlecchiò, avvicinando la sedia al bancone con un rapido scatto, prima di poggiare le braccia accanto alle mie e sfidarmi fastidiosamente con lo sguardo.

Quello non mi piaceva affatto, ma feci finta di niente, mentre con la mano cominciavo a tastare la tasca del mio pantalone, non tentando di nascondere il ghigno che nacque sulle mie labbra, quando percepii la lama fredda sotto le dita.

“No, io penso che abbia fottuto soltanto te” schioccai la lingua sul palato, prestando la mia attenzione alle sue mani ben aperte sul ripiano.

Perfetto.

“E pensi bene, mio angelico amico” aggiunse Jooheon, poggiando le mani sulle spalle della sua ragazza, coperte dalla solita giacca nera, che indossava ogni giorno sotto ordini del grande capo – ovvero Ririn.

Non risposi, piuttosto, preferii uscire agilmente il pugnale dalla tasca, e con precisione, infilzarlo esattamente tra le prime due dita della mano di Soohyo, facendo conficcare la punta nel legno, beandomi del viso di entrambi i demoni che cambiò colore, assumendo un'inquietante tonalità di bianco, che mi fece esplodere in una grassa risata.

 𝘏𝘖𝘛𝘌𝘓 𝘉𝘓𝘈𝘊𝘒 𝘔𝘖𝘛𝘏 // 𝔧𝔢𝔬𝔫 𝔧𝔲𝔫𝔤𝔨𝔬𝔬𝔨 ✔️Where stories live. Discover now