50. Una fiaba

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Nineul's pov

Sin da quando eravamo piccoli, prendemmo quella che divenne nel tempo un'abitudine, insieme a Jimin e Changkyun: io e Rae, una notte d'estate, restavamo a dormire a casa loro, anticipando halloween, mangiando dolciumi e schifezze e guardando film solitamente spaventosi, sotto insistenza mia e di Changkyun, mentre Jimin e mio fratello passavano la metà del tempo con cuscini in faccia e mani sulle orecchie, o, nel caso del secondo, con una bottiglia di un alcolico di vario tipo in mano, in modo da “affogare nella paura”, pessima scusa per dire che aveva semplicemente voglia di bere ma fingendosi responsabile, in modo da non far arrabbiare papà.

Anche quell'anno mantenemmo la tradizione, ma, a differenza di altri anni, Raekyung non era con noi, e ci rendemmo conto del fatto che ci mancasse come non mai. Era triste stare sul divano senza di lui, perché la nostra squadra era formata da noi quattro, non da noi tre, perciò non ci divertimmo come le altre volte, ma ci provammo.

“Vorrei guardare la città dei morti” proposi, facendo strozzare Jimin con il succo di melograno che stava bevendo, “corretto” con una punta di vodka aggiunta da lui stesso, sotto lo sguardo scocciato di suo fratello minore, che gli ricordava sempre che l'alcol non faceva bene al fegato, facendomi sorridere per quanto fosse premuroso, ma facendomi imbronciare, d'altra parte, perché altrettanto preoccupata per la sua salute.

“Io l'ho visto al cinema” sogghignò Changkyun, incrociando entrambe le mani dietro la nuca “Non è niente di che”

“Allora no!” esclamò Jimin, facendomi inarcare un sopracciglio divertita, perché colse al volo quell'occasione “Guardiamo Biancaneve e i sette nani, o la carica dei centouno: sono più adatti ad una bambina di sei anni” arricciò il naso, facendomi ridacchiare, e lo toccai con la punta dell'indice.

“O ai cagas- fifoni come te” incrociai le braccia al petto, scaturendo così una grossa risata da parte del mogano, ed uno sguardo sconvolto da parte di Jimin, che si posò una mano sul petto e spalancò la bocca.

“Mi stavi dando del cagasotto?” chiese fintamente indignato, ed io con altrettante ironia scossi freneticamente la testa “Questo è un affronto per me, piccola Jeon!”

“Il fatto che ti abbia chiamata con il cognome di tuo padre è grave” suo fratello mi toccò una spalla, ed io mi portai una mano davanti la bocca, perché provavo un certo senso di soddisfazione nel venir paragonata a lui.

“E' anche il suo cognome, Changkyun!” rispose offeso l'altro.

“Sì, ma tu lo hai associato a Jungkook e i suoi fratelli! Non mentire, riesco a riconoscere anche i significati nascosti dietro le tue parole, bello” Changkyun inarcò un sopracciglio un sopracciglio dopo aver detto quella frase con ovvietà, come se sapesse perfettamente quello che stava dicendo, e non ne avesse alcun dubbio.

“Beh, e allora?” inarcò le braccia al petto e spostò il viso, colpito dall'essere stato scoperto così facilmente, mentre suo fratello mi toccò un'altra volta la spalla per catturare la mia attenzione – dovetti ammettere – totalmente catturata dal broncio offeso del biondo, che mi fece venire un'insolita voglia di abbracciarlo che mi fece riscaldare violentemente gli zigomi.

“Ho un film da proporvi!” esclamò allegro, riferendosi ad entrambi, ed io diedi una rapida occhiata a Jimin, che si limitò a guardare nella nostra direzione con la coda dell'occhio, adesso, di nuovo con quella sottospecie di cocktail in mano “Blast of Silence. E' un capolavoro di Allen Baron, e parla, in parole povere, del modo in cui un serial killer tenta di convivere con se stesso e con chi lo circonda”

“Cosa fa?” sputò di getto l'altro, girando finalmente il viso verso di noi.

“Squarta i bambini e mangia i fratelli biondi che si fingono offesi senza motivo” ironizzò, ed io trattenni un sorriso per non far vedere a Jimin che continuassi a complottare contro di lui insieme a suo fratello. Quello era uno dei motivi per cui mancava Rae, che solitamente dava a Changkyun esattamente le risposte e le reazioni delle quali aveva bisogno, ed io facevo lo stesso con Jimin, come se volessi proteggerlo scherzosamente dalle parole pungenti e fin troppo reali di suo fratello.

 𝘏𝘖𝘛𝘌𝘓 𝘉𝘓𝘈𝘊𝘒 𝘔𝘖𝘛𝘏 // 𝔧𝔢𝔬𝔫 𝔧𝔲𝔫𝔤𝔨𝔬𝔬𝔨 ✔️Where stories live. Discover now