Capitolo 49

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Krystal's pov

Sussulto quando la maniglia della mia stanza si abbassa, ma fingo di dormire per evitare che qualcuno voglia indurmi a fare una di quelle noiose attività di cui non ho affatto voglia.
Quei passi si fanno sempre più vicini, ed è strano. Solitamente le persone che vengono a chiamarmi in stanza bussano e si limitano a chiamarmi per nome, poi vanno via.
Agisco d'istinto afferrando una spazzola sul comodino al fianco del mio letto.
La lancio contro chiunque sia appena entrato in questa stanza, e sto per lanciare un urlo quando questa persona si abbassa scansando alla grande il mio vano tentativo di colpirlo.
"Ed io che pensavo di esserti mancato".
"Oddio", non so in che modo io sia riuscita a scendere da questo letto senza inciampare, ma prima che possa rendersene conto, gli salto addosso stringendolo a me fino a fargli mancare il respiro.
"Krys", le sue labbra premono sulle mie con urgenza, e nonostante tutto, penso che questo sia uno dei momenti più belli ed emozionanti della mia vita.
Forse l'ennesimo con lui ma più intenso di qualsiasi altro.
"Damon", ansimo mentre le sue mani sfacciate finiscono sul mio fondoschiena. Ci tocchiamo, ci baciamo senza mai staccarci, poi mi ritrovo con le spalle contro il materasso e il suo corpo sul mio.
"Quindi ti sono mancato", mi guarda negli occhi come so lui sa fare. Quel mix di tenerezza, erotismo e amore che mi è mancato più di quanto le parole possano esprimere.
"Come l'aria", gli dico prima di attirarlo ancora una volta contro le mie labbra. "Ti amo da morire", ho il fiatone, ma il suo sguardo così carico di emozione è la mia fonte di ossigeno.
"Non immagini quanto ti ami io, piccola Krystal", gli tremano le mani mentre continua ad accarezzarmi dolcemente ma con decisione.
Come se attraverso questi gesti volesse rivendicare qualcosa che in realtà è sempre stato sua.
"E...", ansima mentre si porta le mie gambe ai lati del suo corpo, "....non ho nessuna intenzione di rispettare le regole di questo dannato posto".
Ben presto capisco a cosa si riferisce, quando le sue mani fanno scivolare i miei pantaloni lungo le gambe.
"Nemmeno io", gli sorrido dal basso, osservandolo mentre la sua maglia, così come il resto dei miei vestiti, finiscono in un angolo di questa stanza che da oggi in poi potrei amare un po' di più.
Siamo nudi in tutti i sensi, è passato così tanto tempo dell'ultima volta che mi sono sentita così felice, da aver quasi paura.
Poi però un ricordo torna alla mia mente e non solo alla mia.
La sue dita sfiorano le cicatrici che quella maledetta notte hanno marchiato il mio corpo, ed anche il suo.
Ricordo di aver pianto il giorno in cui, dopo aver tolto le fasciature, mi sono guardata allo specchio.
Damon mi guarda negli occhi ma non dice nulla, si abbassa baciandole lentamente come se mi stesse chiedendo scusa ma non deve.
Non è colpa sua. Amarci non è una colpa. Desiderare di stare per sempre insieme non è un peccato.
"Baciami", mi implora, ed io lo faccio perché questa è l'unica cosa di cui ho bisogno per lasciarmi alle spalle una delle parentesi più difficili della mia vita.
So che non è finita qui, so che lui in questo momento sta rischiando tanto ad essere qui, ma non immagina quanto gli sia grata per questo.
Le mie mani afferrano i suoi capelli e li stringono forte, amo il suono che proviene dalla sua gola per questo mio gesto.
"Ti prego", non l'ho mai fatto e me ne vergogno parecchio ma ho bisogno di lui ora, in questo preciso insiste.
"Tutto quello che vuoi piccola", mi morde l'orecchio prima di entrare in me facendomi scappare un urlo che provo a reprimere con la mia mano.
"Dio mio, Dam", chiudo gli occhi provando a controllare le sanzioni che il suo corpo contro il mio mi provocano, ma la verità è che voglio viverle appieno.
"Cazzo", impreca mentre continua a spingersi in me stringendo forte le mie gambe fra le sue mani.
Rovescio la testa all'indietro e quel momento tanto atteso arriva troppo presto per entrambi, ma non sarebbe potuto essere altrimenti dal momento che era quasi un mese che non ci toccavamo in questo modo.
"Krys", la sua fronte impilata di sudore mi eccita ancor di più, ma devo ritrovare il fiato prima di farglielo notare.
"Sei bello", gli sposto i capelli per poter guardare meglio i suoi occhi, mentre lui resta dentro di me per ancora qualche secondo.
"Tu lo sei", la serietà con con lo dice mi fa innamorare ogni volta di lui. Mi fa sentire importante con poche parole ma con centinaia di dimostrazioni.
Restiamo abbracciati per non so quanto tempo, ma per me non è mai abbastanza.

DESTINY (Sweet Vl.2)Where stories live. Discover now