4° capitolo

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Clint Barton era il nome dell'uomo che le aveva offerto un passaggio. Era vero e non aveva bisogno di leggergli nel pensiero per capirlo, ma per raccogliere le informazioni che voleva sarebbe stato più veloce rivivere i suoi ricordi. Era allo stremo delle sue forze aveva davvero bisogno di mangiare ma continuò lo stesso. I suoi occhi diventarono di nuovo rossi. Si infiltrò in profondità e iniziò a rivivere la sua vita, come se in quel momento stesse assistendo ad un cortometraggio: il suo passato da spia per il governo, una ragazza di nome Natasha a cui è molto legato, un team speciale chiamato
Avengers, ci sono così tanti nomi, così tante persone... ah ecco mio padre! Lavora con lui! Quindi lui può aiutarmi a trovarlo! Poi i ricordi cambiano, una giornata di fuoco a New York, mostri tecnologici e alieni... questo universo è più incasinato del mio. Loky è entrato nella sua testa, sento il dolore che gli ha provocato. Perché l'ha fatto... Poi la sua sconfitta. Ma i guai non finiscono e vedo una macchina creata da Bruce e mio padre, Ultron la chiamano, e due gemelli con i poteri, la sua missione è pari a quella della Fenice nel mio mondo. Dimentica di essere nella mente di Clint, provò a leggere il pensiero di Ultron, e invece gli inflisse dolore. Clint si piegò in due e cadde in ginocchio, allora Aura interruppe il collegamento immediatamente. Si precipitò verso di lui per soccorrerlo, ma Clint la respinse
"Clint ti prego, non sono chi tu credi che io sia, dammi un momento per spiegarmi."

"che cosa hai dett-?... Anzi no, non dirmelo, se la vedrà Tony Stark, non mi ci metto più in mezzo ai suoi panni" disse ansimando e tenendosi la testa. Rendendosi conto di quello che aveva fatto si allontanò di qualche passo, gli occhi diventarono rossi di nuovo ma questa volta non erano i suoi poteri la causa. 
"hai ragione, mi dispiace. Non avrei dovuto, io- non, non era mia intenzione" si guardò le mani che tremavano per il terrore che aveva appena inflitto "mi dispiace, lascia che ti allievi un po' il dolore" gli propose avvicinandosi. Ma lui la fermò di nuovo.
"va' via" disse soltanto Clint. Aura iniziò a indietreggiare piano, ma quando si voltò per scappare sentì un grido provenire dalla macchina. Era la moglie che aveva assistito a tutto. Quanto dolore inutile sto causando. Aura aprì gli sportelli della macchina e la moglie si precipitò verso il marito "COSA HAI FATTO?" gridò con le lacrime agli occhi.
"non lo so, non so cosa mi sia venuto, ho perso il controllo"
la donna preso tutto il coraggio che aveva e si rivolse ad Aura con tono autoritario, nonostante la sua voce tremasse un po'
"ora riprendi il controllo e risolvi... QUESTO."
"non credo di avere queste capacità"
"come ti chiami"
le chiese cercando di tenere la calma
"Aura"
"perfetto Aura, ora ascoltami. Guardami, guardami negli occhi! Con i poteri che hai avresti potuto ucciderlo molto prima. Ma non l'hai fatto. Avresti potuto ucciderlo quando ti ha lanciato quella matita alla gola, ma non l'hai fatto. Ti credo quando dici che non volevi fargli del male. Ti credo. Ma non ti credo se mi dici che non puoi salvarlo."
In realtà non ci credeva neanche lei alle parole che aveva appena detto, ma la donna aveva ancora speranza. Aura guardò Clint inerte a terra. Quell'uomo non aveva fatto nulla di male eppure Aura si rese conto che era quasi arrivata ad ucciderlo. Clint le ispirava fiducia. E non capiva perché volesse a tutti i costi ottenerla da quell'uomo.
"Forse un modo c'è, ma non sono sicura che funzioni"
"Aura per favore. Ho due bambini in macchina che non meritano di perdere il padre così giovani."
Rivolse lo sguardo verso la macchina, il bambino aveva aperto lo sportello e guardava impaurito la scena da lontano.

So come ci si sente a perdere qualcuno di importante, non sono ancora passate 24 ore da quando è morta mia madre.

Mise una mano sulla fronte di Clint e chiuse gli occhi. Non sapeva da dove iniziare. L'aveva visto fare da sua madre molto spesso ma non era un potere che le aveva insegnato. Se solo mia madre fosse qui...

"ti ho educata come una donna che trova sempre il modo di risolvere le situazioni"

Aura allora strinse gli occhi e si concentrò su ciò che voleva che Barton facesse: che si risvegliasse. Clint aprì gli occhi di colpo, spaventato. La moglie lo abbracciò forte, piangendo.
Clint si guardò attorno per capire cosa fosse successo. Poi ripresi i sensi si alzò in piedi
"grazie, credo..."
"era la cosa giusta da fare, no?" lui sorrise.
"impari in fretta ragazzina."
I due si avviarono verso la macchina senza invitarla. Prima che partissero Aura chiuse istintivamente gli occhi così da non poter più rivivere il ricordo dell'abbandono delle uniche persone che avrebbero realmente potuta aiutarla.

Un X-Man negli Avengers || Avengers Age of UltronDove le storie prendono vita. Scoprilo ora