Capitolo 20

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Belladonna

«Aiuto! Qualcuno mi aiuti presto, la principessa è ferita!» Adrian cominciò a gridare per i corridoi del castello in cerca di qualcuno che potesse aiutarlo. Teneva stretto a sé il corpo esile e magro che pareva un sacco di piume: la ragazza era pallida e aveva le labbra viola.

Intravide in lontananza i fratelli Zancasti svoltare l'angolo, allarmati dalle sue grida e correre nella sua direzione. Tavish, il fratello dagli occhi marroni, aiutò subito il Radiano a sorreggere la principessa. «Che diamine è successo? Perché è con te?» Domandò senza riprendere fiato.

«Ho seguito un ragazzo armato e mi ha condotto da lei, è stata legata e spogliata... volevano violentarla»

Aedan spalancò i suoi occhi blu e disse: «Portatela nelle sue stanze, arrivo subito» e cominciò a correre in direzione della sala da ballo per avvertire il suo capitano. Solo una volta nella sua vita Aedan aveva corso così veloce, quindici anni prima.
I suoi passi rimbombavano tra i corridoi silenziosi e deserti, raggiungendo in una manciata di secondi la porta. Prima di entrare prese un bel respiro, doveva mostrarsi calmo nonostante il fuoco che gli bruciava il petto. Entrò nella salone e si diresse a passo svelto vero Almak, che comprese subito la gravità della sua espressione.

Aedan si accostò all'uomo e sussurrò: «La principessa Kendra è stata aggredita ed è ferita, la stanno portando nelle sue stanze»

Almak sentì il mondo crollargli addosso; non riusciva a far coincidere la parola ferita con Kendra... Kendra, aggressione, ferita. Fece segno ai soldati rimasti di guardia di tenere gli occhi bene aperti e insieme ad Aedan cominciarono a correre fuori dalla sala. Prima di uscire però Joan fermò Almak, aveva capito al volo che c'era un problema. «Dove state andato? È successo qualcosa?» Chiese stringendo il braccio del capitano.

L'uomo deglutì: «È accaduto qualcosa a vostra sorella» a Joan mancò il respiro per qualche secondo e dopo un solo istante si ritrovarono tutti e tre a correre per i corridoi, raggiungendo le stanze di Kendra.

La ragazza era stata sistemata sul letto e Joan comprese subito cosa le era accaduto non appena vide le sua veste strappata e bagnata di neve. Cominciò a toccare il viso della ragazza gridando il suo nome: nonostante fosse pallida e avesse le labbra cianotiche scottava da morire.

«Cosa è successo?» Gridò Joan. Kendra era in uno stato di incoscienza e faticava a respirare, come se le mancasse l'ossigeno. «Fate chiamare immediatamente i guaritori, presto!» Il re alzò lo sguardo e lo puntò su Adrian, che era a qualche passo dal letto. «Che ci fa lui qua?» Chiese con la rabbia e la paura che montavano dentro di lui.

«Era con la principessa» rispose Tavish, rendendosi conto solo dopo di com'era suonata quella frase. Joan aggirò il letto con una velocità impressionante e afferrò Adrian per il bavero della casacca. «Cosa le hai fatto brutto bastardo, figlio di puttana! Io giuro che ti ammazzo!» Il re era fuori di sé, il collo gonfio e le vene si intravedevano fortemente.

Adrian non riuscì a parlare e furono i fratelli Zancasti a liberarlo dalla morsa del monarca. «Mio Signore non è stato lui ad aggredire la principessa, sono stati dei domestici»

Joan continuava a tenere lo sguardo fisso su Adrian come se non avesse sentito quella frase, ma quando riuscì a metabolizzarla si riprese. «Dei... dei domestici... ma... come...»

Almak superò Joan e puntò un dito contro Adrian. «Dimmi tutto quello che è successo» Adrian spiegò dettagliatamente cosa fosse successo, dai suoi sospetti per il domestico alla colluttazione.

Kendra cominciò a gridare e agitarsi sotto le coperta. Adrian si mosse di lato e le afferrò il viso, le aprì le palpebre: le pupille erano innaturalmente dilatate e gli venne in mente un solo veleno in grado di agire così sugli occhi.

Le Cronache di Mizar - il diario di MerakWhere stories live. Discover now