Capitolo 29

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Vayra

Passarono varie settimane e le dita di Idrees cominciarono a guarire, facendo diventare i due moncherini rosati. Tentò di tornare a lavorare il prima possibile, proseguendo nella selezione dei maghi, ma ormai anche quello era diventato difficile.

Tutti i Cacciatori del Corvo lo disprezzavano, trattandolo come se fosse lui il traditore. Non gli rivolgevano più la parola, escludendolo da ogni attività e caccia. Anche quando entrava nel bordello dell'accampamento, la matrona gli diceva non vi erano ragazze disponibili per lui: tutto questo da quando Leib lo aveva punito.

I giorni cominciarono a trascorrere silenziosi e lenti, e anche lui prese a isolarsi per evitare che gli uomini sparlassero alle sue spalle o indicassero la sua mano monca, segno del suo peccato.

Leib, anche se non utilizzando la pena di morte era riuscito a punirlo, non solo ferendolo, ma isolandolo dalla piccola società dell'accampamento. Mai Idrees era stato considerato un membro rilevante in quel luogo, ma da quel fatidico giorno tutti sapevano chi fosse e, soprattutto, per cosa fosse stato punito.

Da quando era arrivato in quel campo non aveva mai trascorso un giorno da solo, affiancato da sempre dal fidato Adrian. Le loro strade si erano incrociate sette anni prima, quando Adrian era stato inviato in quel reggimento e aveva attirato la sua attenzione. Avevano fatto subito amicizia e Idrees aveva notato in lui qualcosa di diverso, qualcosa che lui e gli altri Cacciatori del Corvo non avevano.

A differenza di Adrian, che era entrato nell'ordine dei Cacciatori del Corvo contro la sua volontà, lui si era arruolato volontariamente, sull'onda dell'odio della sua famiglia nei confronti dei maghi.

I suoi genitori avevano sempre disprezzato i maghi, considerandoli degli assassini senza pietà, e le maghe etichettandole come ingannatrici capaci solo di distruggerti attraverso la lussuria. Quando Idrees aveva compiuto dieci anni, età dove inizia l'addestramento per i Cacciatori del Corvo, fu proprio suo padre ad accompagnarlo per farlo entrare nell'ordine.

La sua famiglia lo aveva sempre appoggiato, commuovendosi durante il giuramento al re ed esultando quando fu inviato in un altro accampamento dove avrebbe potuto svolgere compiti di maggiore importanza.

Ma, deludendo le aspettative di grandezza del padre, Idrees non aveva mai aspirato a occupare cariche di potere. Si era sempre limitato a ubbidire e chinare la testa, proseguendo con il suo lavoro senza mai disobbedire o ribellarsi. Sapeva che un posto tra i Cacciatori del Corvo gli garantiva un salario settimanale, perciò non desiderava altro, e quel poco che possedeva gli bastava.

Ma Adrian non era così, ed era evidente. Aveva pungolato il compagno per molto tempo, attendendo con pazienza che fosse lui ad aprirsi e a rivelargli il suo passato: il ruolo del padre nella società magica, la sorella maga e il suo forzato arruolamento nell'ordine.

Non comprendeva a pieno il rapporto che Adrian aveva con i maghi, nonostante Idrees fosse cresciuto in una famiglia radiana, dedita all'odio nei confronti dei maghi, lui non li odiava così tanto: li considerava una razza inferiore, da utilizzare nei lavoro e nel soddisfacimento dei desideri. L'unico contatto che aveva con loro era quando sceglieva chi uccidere e chi lasciare vivere, e nei bordelli dove ormai lui era cliente fisso.

Ma adesso che era rimasto solo e odiato da tutti, in parte comprendeva ciò che quelle persone dovevano subire ogni giorno. Ma dentro di sé sapeva che ciò che stava provando non era pena per quelle persone... ma rabbia. Se non fosse stato per loro Adrian non avrebbe tradito l'ordine, e se non fosse stato per Adrian lui non si sarebbe cacciato in quella situazione, non sarebbe arrivato a perdere le dita della mano.

Dentro di sé sentiva crescere tutta la rabbia per ciò che la sua stupidità gli aveva fatto fare... Adrian lo aveva tradito, aveva tradito tutti loro e lui gli aveva salvato la vita.

Le Cronache di Mizar - il diario di MerakWhere stories live. Discover now