-Festa del cazzo

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"Cazzo, cazzo, cazzo" urlai correndo per la cucina "Cazzo, vaffanculo" sbottai ancora, dopo essermi perfino ustionata un dito.
Dannato Ava.
Perché mettere sul fuoco dieci litri di acqua per un misero pacco di pasta?!
Sbuffai pensando al fornello ormai macchiato, da rilavare minuziosamente.
"Potrei urlare" mormorai parlando da sola mentre cercavo di calmare il bruciore all'indice con la saliva.
"Lo hai già fatto in realtà" rise Luca, trovandomi a ciucciare il mio dito.
Lo fulminai con lo sguardo prima di accasciarmi stanca sulla sedia.
"Perché non ti appoggi un po' sul divano? È una semplice pasta panna e pesto, posso cavarmela" mi baciò le tempie, poi mi spedì in salotto.
"Che è successo?" domandò l'ormai riccioluto Ava, artefice del disastro.
Si, aveva davvero lasciato crescere i capelli.
"Avrai riempito come al solito la pentola con troppa acqua" rise Lollo, poi mi accarezzò dolcemente la testa.
Il riccio non rispose, stampandosi un sorriso di scuse sulla faccia.
"Stai bene? Credo che dovresti dormire un po'" constatò il moro accanto a me.
"Infatti credo che andrò in letargo dopo aver mangiato" sbadigliai.
I mesi erano volati ormai, io avevo fatto il mio esame di fine corso, Luca aveva fatto uscire il suo album e tutti vivevamo felicemente insieme sotto lo stesso tetto, almeno per ora.
A proposito, quando avevo sentito la famosa canzone dedicatami da lui, "uno squillo", ero scoppiata a piangere come una bambina.
Continuava a ripetermi quanto mi amasse e io continuavo a piangere sempre di più.
A ripensarci, deve essere stata davvero una scena comica più che romantica.
Dicevamo, tutto procedeva abbastanza bene.
Io lavoravo come una pazza, prendevo aerei come fossero bicchieri d'acqua con Mark e passavo gli altri giorni della settimana con Luigi e tutto il team, tra ufficio e lavori vari.
Luca andava forte, ormai era una star a tutti gli effetti e io non potevo che essere fiera di lui.
Quanto alla mia stanchezza, ero tornata alle 5 del mattino da Londra ed ero filata dritta in ufficio senza nemmeno posare le valigie.
Luigi era impazzito per degli scatti che avevamo realizzato il mese prima e, a quanto pare, non poteva proprio aspettare che io recuperassi almeno un'ora di sonno per vederli.
Mi risvegliai dal mio stato di trance quando Luca urlò dalla cucina, chiamandoci a tavola.
Mangiai velocemente mentre i ragazzi parlottavano della festa di quella sera, a cui a detta loro non potevo mancare.
Perciò rinunciai all'idea di entrare in coma fino al giorno dopo, riuscivano a mandare tutti i miei piani in fumo.
"Io vado a dormire" sbadigliai mentre lasciavo il mio piatto vuoto in lavandino.
"Sistemo io" mi sorrise Ava.
Lasciai un bacio al trio meraviglioso e mi dileguai nella mia camera, gingillando stancamente per il corridoio.
"Fanculo" biascicai infastidita quando rischiai di cadere a causa delle scarpe di Luca sparse per la stanza.
Mi gettai a capofitto sul letto, prendendone completo possesso, e crollai in un nano secondo fra le braccia di Morfeo.

Questo coso era ripugnante, non sarei riuscita a ingurgitarne nemmeno un altro sorso.
Ricordavo bene tutte le sbronze finite male a causa di questo maledetto.
Mi rifiutai letteralmente di finire il cicchetto di sambuca che il famoso Sfera mi aveva offerto, Ava ridacchiò quando mi vide gettarlo in una delle piante esotiche del privè in cui ci trovavamo in quel momento.
Gli mimai divertita di fare silenzio, prima di sentirmi un braccio sulle spalle.
"Ciao amorina" borbottò Lollo completamente ubriaco, probabilmente avrebbe vomitato l'anima quella sera.
"Ciao cosino" risi vendendolo sorridere al nulla.
"Credo di essere ubriaco" rise ancora, facendo a Gionata uno dei gesti strani che facevano sempre tra uomini.
Luca era entrato nella cerchia dei trapper più famosi ormai, diventando loro amico, e ormai serate come queste erano all'ordine del giorno.
Ringraziai il cielo nella mia testa di essere libera il giorno dopo o la mia stanchezza avrebbe avuto la meglio l'indomani, seduta al fianco di Luigi, probabilmente mentre sceglievo il migliore fra centinaia e centinaia di scatti.
Quanto a Luca, era intento a scherzare proprio con il ragazzo dai capelli rosso fuoco davanti a noi.
Mi chiedevo se ricordasse ancora della mia presenza a quella serata, come ultimamente mi domandavo spesso a quelle feste.
Sembrava dedito ogni volta a non voler deludere nessuno dei suoi nuovi amici.
Fortuna che potevo bearmi ancora della compagnia di quei due smidollati dei suoi migliori amici in queste situazioni, probabilmente se me ne fossi andata in quel preciso istante loro sarebbero stati gli unici ad accorgersene... o almeno era quello che speravo.
Ava mi sorprese quando si presentò davanti a me con uno dei miei cocktail preferiti, facendomi nascere sul viso un sorriso spontaneo.
Lo acciuffai impaziente di berne un sorso, accecata dalla sete e dal bisogno di togliermi il sapore disgustoso di sambuca dalla bocca.
"Grazie" urlai per farmi sentire, ricevendo un'occhiolino in risposta.

LUCA'S POV
Risi all'ennesima battuta di Gionata mentre mi gustavo un altro tiro alla mia canna.
Chiusi gli occhi sentendomi frastornato dal suo effetto stupefacenti, quando li riaprii tutto intorno a me sembrò andare a rallentatore.
Sfera mi diede una pacca sulla spalla, divertito; Ava parlava con un Lollo ubriaco che sembrava improvvisamente un bradipo accasciato sulla mia fidanzata mentre rideva di qualche stronzata, lei invece rimaneva perfetta.
Anche con le gote arrossate dal caldo del locale, fasciata dal suo top corto nero e dalla sua gonna aderente e corta... cazzo quanto era fottutamente corta.
Mi risvegliai dal mio stato zen, interrompendo tutti i miei pensieri, quando mi accorsi della voglia che avevo ora di prenderla contro la ringhiera del privè.
Poi il mio umore cambiò all'improvviso quando realizzai di quanto fossi stato intento a divertirmi con Gionata invece di fare caso a tutti gli occhi indiscreti che la fissavano.
Avvampai dalla gelosia mentre mi dirigevo a passo deciso verso di lei, afferrandola per un fianco.
"Non credi di essere troppo appetibile stasera mami?!" biascicai nel suo orecchio, rendendomi conto da solo di trascinare le parole.
Probabilmente tutto lo sballo e l'alcol che avevo in circolo stavano avendo più effetto di quello che pensavo.
"No, dato che non mi hai degnato di uno sguardo tutta la serata" mi sfidò.
Era per caso incazzata?!
Provai a lasciarle un bacio, ottenendo un rifiuto.
Si, lo era.
"Che stai dicendo?" mi agitai, probabilmente barcollando.
"Quello che hai sentito." sputò fuori piccata "anzi, lascia stare..." cercò di allontanarsi da me.
"Vieni qui" la afferrai saldamente per un fianco, portandola faccia a faccia con me.
La strinsi forte al mio corpo, timoroso che potesse scivolarmi di nuovo via.
"Sei arrabbiata con me?" incatenai i suoi occhi ai miei.
"Dai, ne parliamo domani" cercò di troncare il discorso.
Io provai di nuovo a baciarla, desideroso di sentire il suo sapore sulle mie labbra, ottenendo un altro tentativo di fuga.
"Perché?!" sbottai.
E non sapevo se la domanda volta alla sua incazzatura o al suo rifiuto.
"Sei fatto e hai bevuto, meglio domani" borbottò infastidita.
"E allora? Non posso baciare la mia ragazza se non sono lucido?" alzai un po' il tono di voce, attirando l'attenzione di Ava.
"Potresti se solo non avessi fatto il coglione tutta la sera, come ogni sera del cazzo a feste del cazzo" sbottò stupendomi lei, riuscendo finalmente a divincolarsi dalla mia presa.
Sbuffai, ormai nervoso, mentre ordinavo ai miei amici di tornare a casa.
Ava annuì silenziosamente prima di salutare Gionata e gli altri, poi prese sottobraccio Lollo.
Camminai avanti da solo mentre lui e Francesca trascinavano il mio amico ubriaco verso l'auto.
Il silenzio in auto fu asfissiante, tanto da far accendere la radio ad Ava, accanto a me.
Dietro si sentivano solo i respiri pesanti si Lollo e le sue risatine sconnesse, nessun minimo cenno di vita della mora.

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BABIEEESSSS!!
Alloooooora? Che ne pensateee?!
Fatemelo sapere nei commenti e lasciatemi tante tante stellineeee⭐️⭐️⭐️
Love u❤️

RATATA!Where stories live. Discover now