-Nike boy

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Mi ero concessa un giro per il corso di Salerno quel pomeriggio, avevo necessariamente bisogno di un nuovo paio di scarpe.
Continuavo a guardare distrattamente le vetrine con la testa fra le nuvole fin quando non entrai in un rinomato negozio di abbigliamento sportivo.
Era decisamente giunto il momento di sostituire le calzature ai miei piedi che, ormai, sembravano uscite da un campo da combattimento.
Per una come me la scelta di questo tipo di scarpe era davvero ardua: mi perdevo sempre a guardare tanti modelli, immaginandone nella mia testa la versatilità con i miei outfit, e,alla fine, mi ritrovavo sempre confusa e disorientata per i troppi modelli provati.
Volteggiando per il negozio rischiai di buttare per aria pile di scatole un bel po' di volte, ero ben nota per il mio essere distratta e spesso goffa nei negozi... ogni volta rischiavo di distruggere qualcosa.
Stavo osservando la parete attrezzata addobbata dai nuovi modelli e proprio quando avevo adocchiato un bel paio di scarpe, mentre stavo per afferrarle, una voce mi fece bloccare sul posto.
"Quelle sono carine, ottima scelta piccola peste"
Raggelandomi sul posto al sol sentire quella voce, mi voltai lentamente verso il mio prossimo interlocutore.
"Comincio a pensare che tu mi stia seguendo" lo fissai corrucciata.
Lui scoppiò a ridere, poi ignorandomi prese il paio di scarpe fra le sue mani e chiamò un commesso.
"Ja provale" sorrise genuinamente, per la prima volta non mi aveva parlato lanciandomi qualche specie di sguardo ammiccante.
Solo allora notai quanto fosse bello il suo sorriso.
Ma
che
diavolo
stavo
dicendo?!
Gli dedicai un mezzo sorriso poi, afferrando le scarpe del numero giusto dalle mani del ragazzo in uniforme difronte a me, mi sedetti su una panca nei dintorni provandole.
Quelle scarpe erano favolose e mi calzavano a pennello.
"So belle, mi piacciono!" esordì Luca indicandole.
"Già anche a me!" confermai alzando il capo verso di lui dopo aver osservato i miei piedi attentamente.
Confermai il mio acquisto e mi diressi alla cassa per pagare seguita dal moro.
"Provo un paio di Nike, mi aspetti?" cercò di invitarmi a restare con lui il ragazzo.
Sospirai mentalmente, cosa avrei dovuto fare?
Insomma in un'altra situazione sarei scappata a gambe levate, ma in quel momento qualcosa in Luca fomentava la mia voglia di restare con lui.
Forse era il fatto che mi sembrava diverso dal solito, era sorridente: nessuno sguardo beffardo nè provocatorio, insomma era stato semplicemente gentile con me per la prima volta.
Annuii semplicemente incamminandomi con la mia busta in mano verso il reparto maschile, seguita a ruota da lui.
Saltellava dietro di me come un bambino felice.
"Voglio queste!" urlò ad un tratto acciuffando un paio di scarpe Nike.
Velocemente le misurò chiedendo la mia approvazione, che arrivò in tutta risposta, e senza esitazione si diresse alla cassa.
Appena fummo fuori afferrò il mio braccio trascinandomi con se.
Dopo qualche minuto eravamo seduti a un tavolo di "Mr. Whippy", una delle yogurterie migliori del centro della città.
Alle spalle di Luca guardavo la piazza perdendomi nei miei pensieri, ancora un paio di settimane e al centro di essa ci sarebbe stato il grande albero di Natale delle Luci D'Artista.
Ogni anno, durante il periodo natalizio, Salerno si riempiva di turisti emozionati nel vedere i giochi di luce della città.
Il moro difronte a me attirò la mia attenzione chiedendomi cosa volessi ordinare.
Accozzai più porcherie dolci possibili nel mio yogurt mentre lui ridacchiava incredulo. Alla fine, mettendomi alla prova, scelse il mio stesso ordine.
"Voglio proprio vedere se è buona come dici sta porcheria" rise di me.
"È una scommessa per caso?" lo sfidai alzando un sopracciglio in modo scherzoso.
Dal canto suo rise di gusto per poi fermarsi all'improvviso cominciando a fissarmi.
OH OH
NON MI PIACE PER NIENTE
"Facciamo così, se non mi piace sarai costretta a darmi il tuo numero. Se invece mi piace, beh me lo prendo da solo" disse in modo veloce confondendomi.
"Ci sto!" urlai all'inizio "ehi aspetta, cosa?! Non vale!" sbuffai irritata come una bambina capricciosa appena mi resi conto del suo trabocchetto.
Lui rise di gusto continuando a ripetermi che ormai avevo accettato.

Dopo venti minuti la mia coppetta giaceva sul tavolino ormai vuota.
Luca con un'ultima cucchiaiata finì il suo yogurt bofonchiando con la bocca ancora piena un 'faceva schifo'.
"Già,lo vedo...per questo lo hai finito tutto?" incrociai le braccia poggiandomi sullo schienale della sedia.
Schioccò la lingua contro il palato e poi parlò.
"Beh era un peccato lasciarlo!"
"Sei un bugiardo, ammettilo che era buono!"
"Vabbuò, sai cosa? Preferisco la sfida, tanto avrò comunque il tuo numero... er a fin r'o munn!" rise leccando il cucchiaino un'ultima volta.
Scoppiai a ridere scuotendo il capo, poi mi fermai ad osservarlo mentre rideva con me.
Bisognava ammetterlo: era davvero carino, soprattuto quando non faceva lo sbruffone.

Salutai Luca con un cenno della mano mentre salivo sul treno, lui dal canto suo mi sorrideva mimando un 'ti chiamo' con fare stupido.
Sapevo che sarebbe riuscito ad avere il mio numero in un modo o nell'altro, non avevo dubbi... non volevo nemmeno più illudermi del contrario.

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BELLEZZEEEEEEE!!!
Finalmente scrivo due righe in prima persona😅😂
Volevo ringraziare chi ha letto la mia storia e spero vivamente continuiate a farlo.
Ci tengo tanto e desidererei tanto avere qualche commento da parte vostra, qualche parere o qualsiasi altra cosa!
Al prossimo capitolo, un bacio grande!😘❤️

RATATA!Donde viven las historias. Descúbrelo ahora