- Tu cosa?!

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L'indomani mi svegliai con un grande mal di testa, probabilmente dovuto al nervosismo, verso le undici del mattino.
Ero davvero arrabbiata, non riuscivo a capacitarmi del fatto che Luca avesse esagerato così tanto solo per come ero vestita.
Per quello che era il mio modo di essere, un atteggiamento del genere era insopportabile.
Odiavo chi cercava di sottomettermi e farmi cambiare, io non provavo mai a cambiare le persone... le amavo per quello che erano. Motivo per il quale anche io volevo essere amata per il mio modo di essere, il mio stile, le mie abitudini e quant'altro, senza qualcuno che volesse farmi essere un'altra.
Come avevo già intuito, la gelosia di Luca era davvero un'arma a doppio taglio.
Amavo il suo essere geloso e possessivo, ma tutto nei limiti.
Comunque sia quella mattina fortunatamente non dovevo seguire, così mi alzai con calma dal letto per prepararmi un caffè.
Mi accomodai sulla sedia placidamente sorseggiando il mio caffè e accendendo una sigaretta.
"Buongiorno" mia madre sbucò fuori dalla terrazza.
Dallo spavento quasi rischiai di rovesciare la tazzina.
"Che ci fai tu qui?!" biascicai senza fiato.
"Ho chiamato a lavoro dicendo che non andavo,avevo mal di testa" spiegò.
"E come stai ora?" le chiesi.
"Bene, ho preso un oki" mi sorrise.
Distrattamente mi alzai per prendere il mio cellulare in camera e poi tornai in cucina, accendendo il telefono.
"Come mai spento? È successo qualcosa?" domandò mia madre.
Non ne sbagliava mai una, capiva sempre tutto di me.
Mia madre era la mia migliore amica.
Ero stata la sua roccia quando stava male per il divorzio con mio padre e lei era la mia in momenti come questo.
Mio padre, che pezzo da novanta.
Era andato via di casa all'improvviso per un'altra, quando avevo solo quattordici anni.
"Ho litigato con una persona" mi aprii con lei.
"Amici o qualcuno in particolare?" mise su un sorrisetto furbo.
"Ok qualcuno in particolare" sbuffai.
Lei mi sorrise aspettando che spiegassi.
"Si chiama Luca..." borbottai.
"Lo sapevo che ti eri fidanzata, eri troppo serena ultimamente" ridacchiò.
"Già" mormorai.
"Quindi perché avete litigato?"
Io sbuffai cominciando a spiegarle tutto.
"Forse ha solo paura di perderti, certo è un modo sbagliato di reagire... però forse non è abituato ad avere una relazione" spiegò.
Chi diamine era questa donna, una psicologa?!
Quando buttai un occhio sul mio cellulare notai diversi messaggi e numerose chiamate da parte del moro, tutte di quella mattina.
Anche Ava mi aveva scritto per sapere come stavo.

Da: Luca🐻
Lo so, sono un coglione.
Mi dispiace.
Possiamo parlarne?
Ho provato a chiamarti, riaccendi quel fottuto cellulare.
Andiamo piccola, parlami.
Mami.
Dio non so che fare, sono un idiota.

E molti altri ancora simili.
Ignorai Luca rispondendo ad Ava.

A: Ava
Diciamo che sto.

Subito dopo il mio cellulare cominciò a squillare insistentemente, Luca mi stava chiamando.
Non avevo la minima voglia di ascoltarlo, onestamente.
Comunque sia passai il resto della mattinata in compagnia di mia madre, la aiutai a preparare il pranzo e poi ci buttammo sul divano dopo aver lavato i piatti.
Chiacchierare con mia madre mi aveva aiutata, avevo sbollito la mia rabbia anche se continuavo a ignorare il moro.
1 nuovo messaggio

Da: Luca🐻
Ero passato per prenderti dopo il corso e non c'eri.
Dove sei? Rispondimi.
Ho bisogno di vederti

'Oh Dio ora urlo' pensai arruffandomi nella coperta.
"Vado a vestirmi, alle cinque scendo con Antonietta" parlò mia madre.
Antonietta era la sua migliore amica, ormai come una zia per me.
"Va bene" borbottai.
Poi mi addormentai senza accorgermene.

Sobbalzai dal divano quando sentii suonare insistentemente al campanello di casa.
'Chi dei due rimbecilliti di casa mia ha dimenticato le chiavi, mamma o mio fratello?!' mi chiesi alzandomi svogliatamente.
Quando aprii la porta non trovai nessuno dei due.
Luca era in piedi davanti a me, con due occhi fuori dalle orbite.
Aveva decisamente una pessima cera.
"Posso entrare?" domandò titubante.
Io non risposi, semplicemente mi scostai dall'entrata lasciandolo passare.
A quanto pare ignorare quel ragazzo non aveva senso, avrebbe sempre trovato un modo per incastrarmi.
"Mi dispiace, ero ubriaco e arrabbiato. Sono un coglione! Ero solo geloso che qualcuno potesse guardarti..." sparò a raffica.
"Non puoi esagerare perché mi vesto come cazzo pare a me, se è questo il tuo modo di fare ti dico già che a me non piace" incrociai le braccia al petto.
"Ti prego non finiamola qui, dammi un'altra possibilità! Ti giuro che mi controllerò, non voglio perderti. Cambierò, non mi comporterò più da idiota, te lo prometto! Solo, solo non lasciarmi. Io ti..." si bloccò frustrato, come se avesse paura di continuare.
"Tu cosa?" borbottai.
"Io ti amo" biascicò.
Nell'udire quelle parole boccheggiai.
Luca mi amava, lo aveva appena ammesso.
Il mio cuore cominciò a battere all'impazzata e mi gettai a capofitto sulle sue labbra, senza pensarci.
A fanculo tutto, Luca D'Orso aveva appena detto di amarmi.
Lui mi strinse forte a se baciandomi con foga.
"Anche io ti amo Luca" mormorai sulle sue labbra, prima di ricevere un altro bacio dal moro.
Quando ci staccammo lui mi sorrise felice.
"Perdonami" disse.
Io lo baciai a stampo in tutta risposta, lui cominciò a sussurrami una raffica di "ti amo" nell'orecchio, sbaciucchiandomi tutta.
Quando ci staccammo definitivamente la serratura della porta di casa scattò, rivelando poi la figura di mia madre.
"Ciao" sorrise la bionda.
"Ciao mamma" mormorai imbarazzata "Lui è Luca" le presentai il moro.
"Salve signora, è un piacere conoscerla" parlò imbarazzato, arrossendo.
Era così carino quando era in imbarazzo.
"No non mi chiamare signora, chiamami Nelly" si agitò mia madre, l'idea di essere vecchia la tormentava ogni volta che le davano del lei.
"Va bene" ridacchiò Luca.
La boss di casa si affrettò a sistemare la spesa fatta, aiutata da me, poi preparò il caffè per tutti.
"Ti fermi a cena da noi?" chiese sorridente.
Il mio ragazzo mi guardò per ricevere una conferma da me, che lo rassicurai con un sorriso.
"Grazie mille, accetto volentieri" sorrise anche lui.
Era così divertente vederlo sulle spine che faticavo a trattenere le risate.
E così stasera saremmo stati in quattro invece che tre.

RATATA!Where stories live. Discover now