CAPITOLO 74

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Fecero il bagno e, come prevedibile, fu tutto fuorché un bagno casto. Prepararono la cena, insieme, e anche in quei momenti non persero l'opportunità di sfiorarsi, di darsi fastidio, di baciarsi, di scherzarci su insieme. Lashrael si rendeva sempre più conto che la presenza e il supporto di Daw erano impagabili, e le sue lamentele assumevano sempre più la forma di una scusa per toccarsi. Si misero infine a tavola e cenarono.
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Quella sera, dopo aver cambiato le lenzuola si accomodarono a letto. Daw si girò su un fianco e lo guardò attraverso la penombra. Avevano recuperato velocemente l'intimità e lo vedeva negli occhi e nei sorrisi di Lashrael che il sentimento che aveva dimenticato finalmente riemergeva. Doveva comunque parlare con Dyra, ma decise di attendere ancora qualche giorno, e poi era certo che la donna avrebbe bussato presto alla loro porta. Alzò una mano giusto per sfiorargli una guancia con un dito. «Niente più incubi stanotte, ok? Come ti sento agitarti ti abbraccio, sei avvertito, Drow!»
Rise divertito. «Se mi dici così, mi fai venir voglia di simularne uno!» replicò, prendendogli una mano. «Mi hai già detto che non vuoi che lo dica,» mormorò serio. «Però non posso evitare di ringraziarti.»
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Fece un finto sospiro. «E va bene, se proprio non riesci a impedirtelo, allora ringraziami, ma la tua risata è il miglior ringraziamento che puoi offrirmi,» disse. Rimasero con le mani allacciate. «Buonanotte, piccolo e, fammi un favore, domani mattina, quando ti svegli puoi svegliare anche me, ho un po' di cose da studiare, mi piace dormire, ma non ho tempo da perdere.»
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Le giornate trascorsero relativamente tranquille. Daw studiava e lavorava per conto proprio, Lashrael sistemava i dintorni della casa e perlustrava il territorio di sua competenza. Più volte si incontrò con il lupo, che era davvero anziano. Il ranger temeva che avrebbe potuto avere difficoltà a superare l'inverno. Durante una passeggiata vicino al lago in compagnia dell'animale, vide giungere Dyra. Si salutarono e valutarono insieme lo stato di salute del famiglio. Poi raggiunsero insieme la baita.
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Daw si trovava nello studio con una pergamena molto antica stesa sulla scrivania. L'incantesimo che vi era descritto era di difficilissima interpretazione, un incantesimo elementale d'acqua anche piuttosto semplice, in teoria, se non fosse che alcune parole erano illeggibili e Daw erano giorni che tentava di studiarlo. Non udì nemmeno la porta aprirsi, fino a quando qualcuno si affacciò nello studio. «Solo un attimo, dolcezza, dammi solo un attimo,» Disse, senza rendersi conto che non si trattava di Lashrael.
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«Caspita, passare da elefantessa di dieci anni fa a dolcezza di oggi direi che è un bel passo in avanti,» disse Dyra sghignazzando. La donna si appoggiò allo stipite della porta e rimase in attesa.
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Sollevò il capo dalla maledetta pergamena. «Dyra! Pensavo fosse Lashrael.» Scosse il capo e si alzò in piedi. «Mi fa piacere vederti, immaginavo che saresti venuta a vedere se trattavo bene il tuo fratellino, prima o poi, hai già incontrato Lashrael? Credo sia fuori... nel bosco?» Le si accostò e sentì rumori in cucina. «Ah, allora vi siete già visti.» Le si avvicinò e parlò più a bassavoce. «Ho necessità di parlare con te e Warren in merito agli illithid. Come lo hai trovato?» chiese, indicando verso la cucina?

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«Bene, ancora un po' incerto, ma relativamente più sereno,» rispose. «Stamattina è concentrato sullo stato di salute del lupo, che in effetti è molto anziano anche se in forma, ma questo inverno potrebbe essere l'ultimo e quindi destabilizzare ulteriormente la salute mentale di Lashrael, purtroppo. Ma non possiamo farci granché,» spiegò la donna. «Ho anche io novità a riguardo di illithid e compagnia, ma vorrei parlarne a tutti e due.»
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Annuì. «È stata dura in questi giorni, lo hanno torturato in modi indicibili e hanno praticamente cancellato la mia esistenza, lasciando solo gli aspetti più orribili e demoniaci,» disse digrignando i denti. «Bene, volevano che restasse il demone? Così sia, vorrà dire che il demone andrà a trovarli!» Dovette inspirare a fondo per calmarsi, si chinò a baciarle una guancia. «Perdonami, rimani a cena e a dormire qui?»
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«Se non dovrò assistere a scene di sesso penserei di sì! Me lo ha chiesto anche Lashrael ma, ripeto, ho una certa età e certe cose potrei non reggerle!» gli disse ridendo. Espirò profondamente. «Potremmo avere bisogno dei tuoi poteri, ma ne parliamo insieme. Siamo incerti se coinvolgere anche lui, ma sono convinta che potrebbe andare da solo e sarebbe peggio.»
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Si corrucciò, Lashrael era ancora molto fragile, coinvolgerlo era davvero una buona idea? Ci avrebbero ragionato insieme. «Niente sesso, promesso, nella camera da letto ci sono ancora lenzuola pulite.» Sospirò. «Ora che ci penso dovrei fare il bucato...» La prese a braccetto e la portò in cucina. «Ehi, quante volte devo dirtelo di non raccogliere randagi nel bosco, guarda cosa mi hai portato oggi!» sorrise verso Lashrael.
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Lashrael si voltò verso di loro e scosse il capo. «È Dyra che ha raccolto me. Rifattela con lei!» protestò scherzando, mentre preparava il pranzo. «Pensa, ha anche portato provviste e birra donate da Bàrbero.»
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«Immancabile birra!» Sospirò Daw. Poi si avvicinò al mezzo Drow. «Ti serve una mano per il pranzo?» chiese affettuoso.
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«No, ti ringrazio, è quasi tutto pronto. Puoi intrattenere Dyra, nel frattempo?» gli chiese baciandogli una guancia.
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«Con piacere.» Si voltò verso la donna e lei ndicò la veranda. «Sediamoci un po' fuori, che ne dici?»
Mentre si accomodavano chiuse le porte finestra. Sedette e la guardò. «Non so se sia davvero una buona idea coinvolgerlo, è ancora molto provato e ci sono molte cose che scatenano crisi di panico. D'altro canto...»Si massaggiò il mento pensieroso. «Ho fatto degli studi su queste oscene creature chiamate illithid, tra le nozioni più inutili ce n'è una che invece trovo estremamente utile, sono degli anfibi e hanno bisogno di umidità per sopravvivere. Acqua, capisci, Dyra?»
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«Se ricordo bene per te è un punto a favore.» rispose. «Sono anfibi, sì. Abbiamo avuto la possibilità di vederne uno per così dire essiccato, grazie a dei Drow che venerano la dea Alistra. Lashrael non li ha ancora incontrati, ma sa, o dovrebbe sapere, che siamo in contatto con loro.» Gli spiegò. «Gli illithid sono protetti dalle sacerdotesse, che sono potentissime, e da truppe scelte. Non sarà semplice. Ma abbiamo scoperto quale illithid in particolare ci interessa.» Fece una pausa. «È per questo che ritengo opportuno coinvolgere Lashrael. Quel mostro è protetto da una famiglia che, si dice, abbia un figlio mezzo Drow reietto.» Lo guardò in modo eloquente.
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Ricambiò lo sguardo e già sentiva la sua magia innata scorrergli nel sangue, incendiandogli gli occhi. «Io lo distruggerò questo maledetto illithyd, Dyra. Sì, l'acqua è il mio secondo elemento e sto studiando un incantesimo perfetto per l'occasione, ma ho bisogno comunque di supporto, lo sai, sono vulnerabile nel corpo a corpo. Lo prosciugherò da vivo, sarà un'agonia che non riuscirà neppure a immaginare nei suoi più orribili incubi e voglio i suoi tentacoli! Glieli voglio strappare uno ad uno! Sono creature psioniche, non ho grandi difese in merito, per questo ho bisogno di sapere se voi avete maghi psionici che possano alzare degli scudi, se ci fosse modo di ingaggiarli allora, tenete lontano da me le frecce e le scimitarre dei Drow e ti assicuro che queste creature conosceranno l'inferno, quello vero!»
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Dyra lo ascoltò stringendo i denti. Si umettò le labbra. «Comprendo il tuo stato d'animo e la sete di vendetta. Lo vogliamo tutti morto, te lo assicuro. Però valuteremo tutti insieme e agiremo di concerto. Non voglio ulteriori perdite, questo deve essere chiaro.» gli rispose in modo franco.

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Strinse i pugni. «Avrete tutta la mia magia, i miei incantesimi protettivi e, una volta che avrò ucciso il maledetto illithid, vi concederò il gran finale.» Sollevò la mano, rigirandosi l'anello della maledizione al dito. «Non importa se dovrete riportarmi indietro mezzo morto, mi riprenderò entro qualche giorno, lo sai.»
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Annuì pensierosa. «È bene che tu sappia che parlerò di quanto stabilito con Warren anche in presenza di Lashrael. Non gli dirò però che la famiglia coinvolta è quella da cui proviene. Mi pare già abbastanza per lui sapere di discendere da quegli esseri.» Così dicendo si alzò.
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La afferrò prima che si allontanasse. «Sì, forse è giusto coinvolgerlo, forse, al suo posto, anche io non tollererei di essere messo da parte, ma...» La guardò preoccupato, «ha sofferto così tanto e si trascinerà ancora a lungo questi dannati incubi. E tuttavia...» Sembrò sulle spine. «Non so come proteggerlo.» La guardò di nuovo. «Voglio parlare anche io con Warren, con una buona strategia mirata possiamo davvero annientarli, non ho intenzione di risparmiargli nulla.» Si corrucciò.
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«Lo stai già proteggendo, mi ricordo come ti trattava con distacco quando lo abbiamo ritrovato.» Gli strinse la mano con cui la teneva ferma. «Forse non ha riacquistato del tutto la memoria, eppure parla di te con affetto, Daw. Quello che ti dissi vari giorni fa è ancora valido. Dagli tempo.»
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Annuì e si alzò. «Torniamo in cucina.» Fece un profondo respiro, calmando i nervi e il tumulto interiore e rilassò i muscoli della faccia. Non voleva certo che Lashrael vedesse davvero il suo lato peggiore.
Pranzarono insieme e nel pomeriggio Daw lasciò loro spazio per, come le definì: le loro cose da ranger, per tornare ai suoi studi.
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Dyra rispose alle domande inquiete di Lashrael, ma per i dettagli della nuova missione che la compagnia voleva intraprendere, disse che ne avrebbe parlato in presenza di tutti e due. Perciò uscirono e andarono insieme al fiume con le cascatelle. Riuscirono a pescare e tornarono a casa con la cena per la sera.

Strange Story - Daw e LashraelWo Geschichten leben. Entdecke jetzt