CAPITOLO 4

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Prese fiato per qualche istante, lentamente si adagiò a fianco del mezzo Drow, lo cinse alla vita e avvicinò il viso al suo. «Ti prenderò davvero e ti farò gridare, stasera.» Un sussurro straordinariamente dolce all'orecchio sensibile dell'altro.

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Si prese il tempo per raccogliere i pensieri, mordendosi le labbra. Poi si volse a guardarlo: «Gridare di piacere, mi auguro. Odio il dolore,» gli disse serio.

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Non riusciva a smettere di guardarlo, di osservare il suo viso, i suoi occhi, la bocca. «Essere presi da un maschio può provocare dolore, all'inizio. Ma è un dolore molto diverso da quello che hai mai provato, molto più profondo e intimo, un dolore che si scioglie piano in qualcosa di imprevisto, quasi incredibile, un piacere unico, totalizzante, paralizzante. Un piacere che nessuna femmina ti potrà mai dare.»

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Si volse a guardare il cielo, coperto in parte dalle fronde degli alberi. Respirò profondamente.Era tornato in sé ormai, non riusciva più a sognare. Con gentilezza scostò le mani di Daw e si mise seduto. «Allora dovrai fare in modo che perda nuovamente il controllo.» Sorrise tra l'imbarazzato e l'amareggiato. «Ma ho l'impressione che non ti sarà difficile riuscirci.»

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Si rassettò le braghe e sedette anche lui. «Ci sono molti modi per far perdere il controllo.» Non resistette e lisciò una lunga ciocca bianca tra l'indice e il pollice. «In senso positivo, intendo.» Aggiunse, con un pizzico di ironia. Ci sono modi, strumenti, sistemi per renderlo un'esperienza unica nel suo genere, pensò senza esplicitarlo, qualcosa gli dava a intendere che Lashrael non era molto avvezzo al sesso in tutte le sue forme.

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«Continui a dimostrare di essere un personaggio interessante, Fey'ri,» commentò, nascondendo la bocca con la spalla. «Per quanto però possa sembrarti fuori luogo, vorrei davvero che continuassi a divorarmi di baci.»

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Gli poggiò un bacio sulla spalla, poi lo costrinse a voltarsi, tenendogli una mano sulla guancia e gli mordicchiò le labbra e poi approfondì il bacio, quando si staccò lo fissò intensamente, come se stesse per dire qualcosa, infine si allontanò e si alzò in piedi. «Visto che sei così raffinato, come intendi regolarti per la cena? Alla locanda ci sarà il solito arrosto coperto di grasso.»

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Lo osservò allontanarsi, ma non lo seguì. Di nuovo la questione del cibo. «Sono abituato a mangiare le schifezze proposte dagli umani. Per una volta, cercherò di non far venire a galla la parte raffinata di me e butterò giù quello che mi propinano,» commentò con una vena ironica, poi si alzò e raggiunse gli abiti. «Sempre che l'oste sia disposto a dare da mangiare a feccia Drow o che tu non abbia un'alternativa.»

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«L'oste non farà storie, nessuno farà storie, e se qualcuno avrà il coraggio di farle verrà prontamente sbattuto fuori. Questa è una terra di nessuno dove girano balordi in cerca di guai, così io e l'oste abbiamo stretto un patto e la locanda gode di un mio interessante incantesimo di abiurazione. Anche svariati avventori ne hanno tratto beneficio, per cui sono piuttosto certo che non avremo problemi.»

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Alzò le sopracciglia sorpreso. «Quindi la locanda, in un certo senso, è la tua tana?»

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Sorrise lievemente. «Diciamo una delle mie tane. In alcuni periodi viaggio parecchio.»

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«Non sei l'unico,» commentò. Anche lui, l'indomani, avrebbe ripreso il suo viaggio.

Strange Story - Daw e LashraelWo Geschichten leben. Entdecke jetzt